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07/09/2016 06:30:00

Caos rifiuti: un inceneritore a Campobello di Mazara, salta l'invio all'estero a Trapani

 E' ancora emergenza rifiuti in Sicilia. La Regione è in ritardo sul piano dei rifiuti, che doveva consegnare entro il 31 Agosto al Ministero dell'Ambiente, ma se tutto va bene il piano non arriverà a Roma prima di Novembre. "Contiamo di approvarlo e di presentarlo nella sua veste legittima compiuta tra ottobre e novembre" conferma l'assessore Contrafatto, che aggiunge: "Stiamo provvedendo a individuare o sei o otto termovalorizzatori a basso impatto ambientale, diffusi nel territorio".  L'assessore intanto smentisce i dissidi con il presidente Crocetta.

Ma quali sono i sei-otto siti individuati dalla Regione per la costruzione dei termovalorizzatori? Scrive La Sicilia:

Intanto va detto che occorrono circa quattro-cinque anni di lavori per la costruzione di un impianto di termovalorizzazione dei rifiuti e che questi tempi possono essere abbattuti solo se si sceglie di riconvertire un'area industriale già dismessa. Per questo il governo Crocetta ha preso in considerazione le zone di Augusta, Pace del Mela e Termini Imerese, ma sono già sorti comitati contro gli inceneritori. E poi l'ordinanza della Regione prevede che i termovalorizzatori sorgano “esclusivamente” in “aree in esercizio a discariche pubbliche ovvero in aree pubbliche dismesse di discariche non in esercizio ovvero in aree industriali, anche in prossimità delle stesse”. Per questo sarebbero già state individuate le aree di Bellolampo, Lentini, Sciacca, Castellana Sicula e Campobello di Mazara. La Regione intende puntare su impianti molto piccoli (che potranno trattare non più di centomila tonnellate all’anno), tecnologicamente avanzati e a impatto ambientale limitatissimo. E servirà che questi mini impianti siano ben distribuiti geograficamente evitando così di costringere i camion dei rifiuti a viaggiare in lungo e in largo per la Sicilia. I primi bandi per i mini termovalorizzatori dovevano però essere pronti per la fine dell’estate, ma se ancora non è pronto nemmeno il piano rifiuti che doveva essere presentato il 31 agosto scorso, non è difficile prevedere una nuova emergenza rifiuti per l'Isola.

Nel frattempo i rifiuti continuano ad andare nelle discariche. Ed ecco un'altra novità: l'obbligo di spedire fuori dalla Sicilia, in Italia o all'estero , il 30 per cento della frazione secca. L'unica ad aver già in parte provveduto, seppure in via sperimentale, è la Sicula Trasporti che gestisce la discarica di Lentini-Grotte San Giorgio. Nelle settimane scorse dal porto di Catania è partita una nave con 15mila tonnellate di spazzatura, direzione Bulgaria. Anche la Trapani Servizi, società pubblica, si era attivata in tal senso, ma la procedura è stata «dichiarata infruttuosa».

In una nota la Cisl sottolinea come, quattro anni dopo l'elezione di Crocetta, "la Sicilia resta ancorata alla preistoria delle discariche e il governo sta ancora provvedendo, come dice, a individuare sei o otto siti in cui edificare gli inceneritori". Un quadro che colloca l'Isola lontana dal resto dell'Europa dove, rileva la Cisl, "sono già 300 gli impianti di termovalorizzazione attivi dai quali svariati Paesi ricavano energia". Fra gli esempi, la Danimarca dove, afferma Milazzo, "l'ultima discarica è stata chiusa negli anni Settanta, sono già in attività una trentina di termovalorizzatori e l'anno prossimo ne sarà persino inaugurato uno capace, bruciando rifiuti organici, di riscaldare 160 mila abitazioni e fornire energia elettrica a 62 mila utenze".



Native | 2024-07-16 09:00:00
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