Come un congegno ad orologeria, alle 12,30 di ieri la torretta di avvistamento di Ardignotta lancia l'allarme. Diversi focolai sono stati appiccati in punti diversi sul costone boschivo che collega la zona di Vita con quella di Monte Polizo di Salemi. Di lì a poco alte divampano le fiamme. Le squadre operative della Forestale nulla possono fare. Sono autorizzati ad intervenire solo in presenza di fiamme non superiori agli 80 centimetri. Intanto la colonna di fumo che s' innalza oscurando il cielo e ben visibile persino dall'autostrada A29, persino da Santa Ninfa e Partanna.
Scatta il pronto intervento. La sala operativa di Trapani chiede subito a quella nazionale l'intervento dei mezzi aerei, mentre le lingue di fuoco si rendono sempre minacciose. Fino a lambire la torretta di avvistamento della Forestale di Ardignotta.
Il tempo necessario e calano dal cielo due Canadair e un elicottero. Faranno la spola ininterrottamente fino al calar del sole, mentre le squadre a terra ( forestali e Vigili del Fuoco) fanno quello che possono. Ma non miracoli! ''La situazione è disastrosa'' -ci ha riferito al telefono un operatore- ''ci sono due Canadair che stanno sganciando nella parte più folta per bloccare la
propagazione dell'incendio nella restante porzione del bosco tra Ardignotta e Polizo. Un elicottero sta contenendo una lunga lingua di fuoco che ha preso la parte alta di Polizo a prateria mediterranea".
Al momento in cui scriviamo ( le 22,00) bagliori di un rosso intenso si stagliano ancora verso il cielo plumbeo. I tetti e i balconi delle case sono state ricoperte di cenere e fuliggine. Uno scenario che ricorda l' eruzione di un vulcano. Solo che in questo caso a procurare questa ennesima catastrofe ambientale non e' la Natura e nemmeno il castigo di Dio! Si tratta della solita mano scellerata dell' uomo al servizio di non meglio precisati interessi di pochissime persone. Non crediamo all' opera di folli piromani. Qualcuno adombra l'ipotesi di una vera e propria strategia di terroristico che ricorda quella di alcuni anni fa che interessò allora il
patrimonio artistico nazionale. Domani ( oggi per chi legge) si farà, alla luce del sole e quando le fiamme saranno domate, il triste rituale bilancio dei danni. Una decina di ettari di boschi andate in fumo e la scomparsa della preziosa prateria mediterranea. Degli alberi resteranno alcuni tronchi e contorti rami carbonizzati, melanconici graffiti di una Sicilia irredimibile. Mentre, dopo le prime piogge autunnali la ''prateria" risorgerà a nuova vita. L'intera zona sembra essere ormai far parte di una strategia ben mirata.
Un vasto comprensorio oggetto di ripetuti attentati incendiari, l' ultimo dei quali consumato nel giugno scorso. Ma già un incendio di dimensioni immani aveva nell' estate di due anni fa colpito a morte Il Bosco di Polizo, che nei millenni che furono i nostri antichi progenitori avevano scelto come dimora comunicando con i loro confratelli di Erice.
Altri tempi, altra civiltà. Infelice quel popolo che non s'indigna!
Franco Ciro Lo Re