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17/08/2016 10:00:00

L'italiano sconnesso di Barbagallo? Non è un caso isolato

 di Rossana Titone - Si sono sbigottiti tutti e si sono scomodati i pensatori politici siciliani per meglio condire le critiche all’appena insediato onorevole Barbagallo.
Certo, il suo discorso non si può dire sia stato in corretta lingua italiana e, per di più, pare abbia suscitato le risate baldanzose di chiunque lo avesse ascoltato.
Ma, soventemente, chi ascolta i politici tutti, dal consiglio comunale alla deputazione regionale e nazionale a Sindaci della Sicilia e non?
No, perché sembra che Alfio Barbagallo sia un caso isolato, di fatto non lo è per nulla, e per questo da lapidazione pubblica, attaccato da destra e da sinistra; qualcuno, poi, dovrebbe essere in grado di spiegare come mai in lista ci finiscano soggetti che tuttalpiù potrebbero ritornare alla prima elementare.

Perché se la politica è l’arte del possibile, qui, mi sovviene qualche dubbio e penso che se ad uno così viene difficile unire due parole, in perfetto italiano e con coniugazione dei verbi esatta, figurarsi quali possano essere le sue ulteriori incapacità dentro quell’aula.
Non ci bastava il governatore Crocetta, che ci inebria con le sue frasi e la sua mimica, anche simpatica, non ci bastavano gli illuminati masochisti, che non si sono mai scollati dalla loro poltrona per concludere prima questo vergognoso e inappropriato governo, non ci bastavano i dirompenti avversari di Saruzzo, che con la loro opposizione si sono fatti 5 anni di ARS pur continuando la tiritera che questo era ,ed è, il peggior governo di tutti i tempi terrestri e non….Eh no! Adesso arriva Barbagallo che, con le sue perle, ci fa ricordare, seppur con caldo torrido sotto un ombrellone e in vacanza ,che qualcosa dobbiamo scriverla anche noi perché non possiamo lasciare che il nuovo entrato si senta fin da subito solo, la stampa lo deve accogliere.
Ecco, caro Alfio Barbagallo, noi non sappiamo che scuole abbia fatto e non sappiamo se quando ha studiato il suo cervello era ricettivo, noi non vogliamo sapere – per favore se proprio deve replicare lo faccia fare ad un suo addetto stampa, facciamo fatica a digerire le frasi sconnesse e con verbi buttati a casaccio, a noi bastano già quelle del nostro consiglio comunale- se è stata l’emozione a tirarle quel brutto scherzo, sappiamo però che Lei , onorevole Barbagallo, non è da solo. Non lo è dentro l’aula dell’ARS, non lo è nei vari consigli comunali e Giunte della Sicilia, non lo è , pensi un po’, nemmeno da solo, nelle aule parlamentari della nostra Italia. Hanno poco da ridere e schernire i suoi colleghi “politici”, e sarebbe opportuno che Lei registrasse loro ogni qual volta si esprimano. Ma la avverto, non sarà cosa semplice poiché per evidenziare degli errori bisogna prima conoscerla ,la lingua italiana, scritta e parlata.
Così come bisogna sapere, prima ancora di entrarci all’ars, che quello non è uno “staff della legge regionale” come lo ha definito Lei, quello è il parlamento siciliano, sede istituzionale, quelle istituzioni che qualcuno le ha consentito di rappresentare mettendolo in lista. Forse la vergogna, oggi, più che sua, onorevole Barbagallo, è di chi ha concesso questa facoltà. Chissà, in tema di “laghi” qualcuno, magari, ha pensato che lei stesse muto come un pesce.
Lo ha ripetuto più volte “era il suo sogno arrivare in quel castello”, ora sarà il nostro incubo ascoltarlo.
Ma guardi, qualcosa ci ha insegnato: l’oratoria e la politica non esistono più e il piccolo lago di cui parla Lei è diventato per noi, fanatici della lingua italiana, un oceano di lacrime.
Lei ha detto che viene dalla “malasanità”, peccato! pensavamo venisse da Topolinia.
Nel frattempo potrebbe già intestarsi un progetto per il benessere del pianeta ed istituire una via: Via degli Asini.