Don Francesco Fiorino interviene ancora sulla ordinazione di un giovane prete di Marsala, Marco Laudicina. Una vicenda che ha tenuto banco per una settimana nella diocesi di Mazara del Vallo, con il vescovo mogavero che è, anche lui, intervenuto pubblicamente riprendendo don Fiorino, che è stato direttore della Fondazione San Vito, per i modi utilizzati nel tirar fuori la vicenda. Adesso don Fiorino interviene per dire che i metodi utilizzati per discutere della vicenda non sono stati i più adeguati, e per precisare un po' di cose.
Ecco la lettera integrale.
“La tua Chiesa sia testimonianza viva di verità e di libertà, di giustizia e di pace, perché tutti gli uomini si aprano alla speranza di un mondo nuovo”. (dalla preghiera eucaristica V/C)
"Il Signore farà giustizia al suo popolo". (ritornello al salmo responsoriale del 16 agosto 2016)
In merito alla mia lettera pubblica dell'11 agosto in cui esprimevo il mio parere negativo all'ordinazione diaconale del seminarista Laudicina e della conseguente nota del nostro Vescovo, mons. Domenico Mogavero, dello stesso giorno, a seguito sia dell'incontro avvenuto il 13 col Vescovo, alla presenza di padre Ponte e di don Greco nel palazzo vescovile, sia di una mia successiva lettera riservata al nostro Vescovo del 14 agosto, mi sembra giusto chiarire quanto segue, per una precisa comprensione della mia precedente lettera:
1. Amo la mia Chiesa e ho svolto con passione e dedizione, in quasi 28 anni di ministero, tutti gli uffici che mi sono stati affidati in comunione col Vescovo e col presbiterio, anche l'ultimo, il più delicato, quale rettore del seminario diocesano, incarico affidatomi da mons. Mogavero dal 2011 al 2015: ho scritto unicamente, e chi mi conosce lo può attestare, per il bene della Chiesa. Il mio intento era e rimane di prestare un servizio alla verità e di aiutare il Vescovo nel Suo ministero episcopale, così come ho sempre fatto in passato e come spero di continuare a fare, pur consapevole dei miei limiti.
2. Tutta la Chiesa - Vescovo, presbiteri e popolo di Dio - vuole il bene di ogni giovane che avverte la chiamata al ministero presbiterale. Ne consegue che il mio parere in merito all'ordinazione diaconale del Laudicina non aveva e non ha alcuna volontà, lo affermo in piena coscienza, di diffamare né il candidato, né quanti, a diverso titolo, sono stati coinvolti nell'opera di discernimento.
3. Riconosco umilmente che la modalità con cui ho informato il presbiterio e il popolo di Dio non è stata la più adeguata. Preciso, però, che da diversi mesi avevo chiesto al Vescovo di incontrarlo per riferire, per l'ennesima volta, le mie perplessità sul seminarista Lauducina. Io stesso, anche se non ero più rettore del seminario, continuavo a constatare ulteriori elementi significativi non in linea con la crescita umana e spirituale del Laudicina, che nel frattempo frequentava il sesto anno di teologia, per cui desideravo informare tempestivamente il Vescovo per una valutazione più completa del suo iter formativo, considerato che si aspettava che il Vescovo decidesse di ordinarlo diacono.
Chiedo a tutti di pregare per la nostra Chiesa e di contribuire al suo rinnovamento.