09,00 - Secondo quanto raccolto dalla redazione di Tp24.it gli investigatori hanno la certezza che ad uccidere Angelo Cannavò e Rita Decina sia stato proprio l'uomo che ieri pomeriggio si è tolto la vita a Marsala. Il movente? Soldi che Cannavò doveva per una partita di droga. E Rita Decina è stata uccisa perché era aveva visto tutto. E' stata inseguita per le scale e sgozzata. Il presunto assassino si chiamava Wajidi Ben Saada, era tunisino, ma viveva a Marsala da quando era ragazzino, aveva 34 anni, faceva lavori salturari (anche come pescatore). I poliziotti erano sulle sue tracce da due giorni, per due motivi: era a lui intestata la scheda sim dati di un tablet trovato a casa della coppia di Mazara 2, e c'erano alcune sue immagini catturate da alcune videocamere nel quartiere. In particolare è stata vista la sua auto, la Citroen C1 bianca ieri posteggiata davanti la sua abitazione e perquisita. La E e la R scritte con il suo sangue da Rita Decina negli ultimi istanti di vita sono in realtà una B e una E, perché probabilmente Rita voleva scrivere BEN. A casa del tunisino a Marsala è stato rinvenuto anche il machete utilizzato come arma del delitto.
07,00 - Un altro fatto ancora avvolto nel mistero (per l’impenetrabile riserbo degli investigatori) si aggiunge a quello del duplice omicidio di venerdì scorso a Mazara, quando in una palazzina del quartiere “Mazara 2” sono stati trovati uccisi a coltellate e con le gole tagliate Angelo Cannavò, di 29 anni, e la sua compagna Rita Decina, di 28. A questo fatto, pare, sia da ricollegare, in qualche modo, il suicidio di un tunisino di 35/40 anni trovato morto all’interno di un’abitazione in contrada Pispisia nel versante nord marsalese. Ne abbiamo parlato ieri pomeriggio. Il nordafricano si sarebbe impiccato. Alla base del possibile collegamento è il fatto che ad intervenire sul luogo del suicidio, in una vecchia casa a due elevazioni sulla “via Pupo”, siano intervenuti la polizia di Mazara (e non quella del Commissariato di Marsala, competente per territorio) e il magistrato che coordina l’indagine sul duplice omicidio di Mazara, il sostituto procuratore Giulia D’Alessandro. Oltre che all’interno dell’abitazione, la polizia scientifica ha eseguito rilievi anche all’interno dell’auto (una Citroen C1 bianca) parcheggiata davanti casa. Persino su una scarpa che era nel bagagliaio.
“Al momento non possiamo dire nulla – ha dichiarato quest’ultima mentre era davanti all’edificio dove è stato trovato il cadavere del tunisino, che da un paio di giorni pare fosse ricercato dalla polizia - prima di rilasciare dichiarazioni dobbiamo stabilire cosa è realmente accaduto”. Alcuni abitanti della zona dicono che la polizia lo cercava da un paio di giorni. E' lui l'assassino? E si è suicidato in preda ai rimorsi? E per conto di chi ha agito? Qualcuno magari lo aveva incaricato di dare una "lezione" a quei due ragazzi - sullo sfondo, infatti, c'è ancora una volta il traffico di droga - e le cose gli sono sfuggite di mano. Ma chi ha dato l'ordine?
Intanto, le salme della coppia uccisa a «Mazara 2» non sono state ancora dissequestrate e si trovano al cimitero comunale di Mazara del Vallo in attesa che il magistrato dia il nullaosta per la restituzione alle famiglie. I funerali saranno celebrati nella chiesa Sant’Antonio di Padova, nel quartiere Mazara Due, quartiere dove abitavano i due giovani uccisi.
Un ruolo importante nel duplice omicidio sembra avere avuto le misteriose le lettere «E» «R» ritrovate scritte a terra con il sangue vicino al corpo di Rita Decina.