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31/07/2016 06:15:00

Il falso problema dell'inceneritore di Torino che riceve i rifiuti siciliani

 Continua a tenere banco l'emergenza rifiuti in Sicilia e lo scontro tra i politici siciliani e quelli torinesi, dopo che Crocetta ha raggiunto un accordo con il suo pari grado piemontese Chiamparino per l'invio di una quota dei nostri rifiuti nell'inceneritore di Torino.

"In sede di assemblea dell'Autorità d'ambito dei Rifiuti la Città di Torino si esprimerà con voto contrario ad una eventuale proposta, allo stato non pervenuta, di portare all'inceneritore del Gerbido una quota di rifiuti provenienti dalla Sicilia". A confermare il "netto no" all'arrivo di un massimo di 15mila tonnellate di spazzatura siciliana, già espresso l'altro giorno dalla sindaca Chiara Appendino, è stato oggi l'assessore all'Ambiente, Stefania Giannuzzi, che nel pomeriggio ha chiarito in consiglio comunale la posizione del capoluogo piemontese.

Una risposta esplicita al ministro dell'Ambiente, Gianluca Galletti, che ieri aveva strigliato la Appendino dicendo: "Non si può sempre sposare la pancia della gente, altrimenti avremmo i rifiuti per strada in tutta Italia. Far prevalere i piccoli interessi politici sugli interessi nazionali è un fatto gravissimo: il no ai rifiuti siciliani è inammissibile e va contro proprio agli interessi nazionali, soprattutto visto che il Piemonte accoglie già migliaia di tonnellate dalla Liguria".

“Voglio rassicurare il sindaco Appendino: i rifiuti siciliani non puzzano più degli altri nonostante, in maniera incredibile, a sostenerlo siano i Cinque stelle dell’isola. Invece di spingere il sindaco di Torino a non accettare i rifiuti della Sicilia, che in queste settimane sta provando a venire fuori dall’emergenza, - sostiene il segretario regionale del Pd Fausto Raciti -  gli esponenti dei Cinque stelle lo dicano apertamente che vogliono l’irrimediabilità della crisi per poterla utilizzare per ragioni di propaganda: è da quanto sono andati a sfilare sotto Palazzo d’Orleans che il loro intento è chiaro”.

Il fatto è che quello dei rifiuti inviati a Torino non è un problema, perché l'impatto sarebbe minimo. Da anni lo stesso impianto smaltisce migliaia di tonnellate di rifiuti della Liguria nella totale indifferenza della popolazione e dei loro politici. La capacità di smaltimento dell'impianto in questione è di 450.000 tonnellate l'anno. L'80% di queste tonnellate arriva da Torino e dai Comuni limitrofi. Restano "libere" 90.000 tonnellate l'anno. Di queste 70.000 sono quelle che arrivano dalla Liguria. Ne rimangono 20.000. La Sicilia aveva fatto richiesta per 15.000 l'anno, quindi ampiamente nei margini. Ma già il primo carico è stato bloccato. Stiamo parlando di meno dell'1% di quello che si brucia in un anno nell'inceneritore. E allora, di cosa stiamo parlando? La struttura di Gerbido tra l'altro produce, bruciando i rifiuti, energia elettrica per 175.000 famiglie e il riscaldamento per parte del territorio. Non solo, dai rifiuti inviati dalla Liguria e dalla Sicilia, la Regione Piemonte potrebbe guadagnare, in base alle tariffe imposte dal decreto Sblocca Italia, più di un milione e mezzo di euro l'anno, da destinare ad attività ambientali. Ma prevale sempre il "not in my back yard...".

Per il resto, ecco com'è che siamo arrivati a questo punto. A parlare cioè di rifiuti da inviare fuori dalla Sicilia.  Un veloce riassunto di questa telenovela estiva.  La crisi che stiamo vivendo deriva da una pessima organizzazione della gestione dei rifiuti in Sicilia.  In Sicilia ormai tutte le discariche sono sature. La raccolta differenziata è molto bassa e non si sono realizzati gli impianti di trattamento necessari. Le discariche, in particolare, hanno operato in un contesto di illegalità in quanto non sono mai stati realizzati gli impianti di Trattamento Meccanico-Biologico obbligatori per legge, come indicato dalle direttive europee in materia di rifiuti.  Oggi le discariche sono tutte aperte in deroga e i pochi impianti di trattamento sono insufficienti. In parallelo, il presidente Crocetta ha fatto un’ordinanza imponendo un tetto massimo di conferito in discarica che è molto più basso della produzione dei rifiuti. Di conseguenza nelle grandi città, ma anche nei centri medio-piccoli, non potendo conferire la spazzatura, questa rimane per strada.  Ecco dove siamo arrivati.....



Native | 2024-07-16 09:00:00
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