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01/07/2016 06:00:00

Sulla strada di Gibellina

 Gibellina ospiterà dal 29 luglio al 31 agosto la prima edizione del Gibellina photoroad, un festival di fotografia che riempirà le strade e gli spazi pubblici della città con mostre, proiezioni e incontri.

Questa prima edizione esplora il concetto di disordine, una parola usata per interpretare il nostro tempo, scandito da cataclismi, turbamenti e sperimentazioni. Il disordine è inteso come un movimento continuo, contrapposto all’ordine statico, capace di produree connessioni inedite in cui l’arte, le avanguardie e le rivoluzioni trovano il loro luogo ideale.

Gibellina è stato scelta proprio per la sua storia, legata al “disordine” portato dal terremoto del Belice nel 1968. Il sisma portò infatti alla nascita di Gibellina Nuova, un centro abitato che ha sostituito la città vecchia, andata completamente distrutta. Il sindaco che affrontò la ricostruzione, Ludovico Corrao, decise di dare un volto più umano alla città coinvolgendo artisti come Alberto Burri, Arnaldo Pomodoro, Pietro Consagra e Renato Guttuso. Insieme trasformarono Gibellina in un museo a cielo aperto e soprattutto in un laboratorio di sperimentazione artistica. Tra le opere nate in questa fase, ricordiamo il Grande cretto di Burri, un gigantesco monumento alla morte che si estende sulle macerie della vecchia Gibellina.

Il festival si inserisce quindi nella storia particolare della città a partire dalla mostra collettiva 1968 - 2016 Gibellina nello sguardo dei grandi fotografi, che riunisce gli scatti di Olivo Barbieri, Letizia Battaglia, Enzo Brai, Giovanni Chiaramonte, Vittorugo Contino, Guido Guidi, Arno Hammacher, Andrea Jemolo, Mimmo Jodice, Melo Minnella, Sandro Scalia, Silvio Wolf.

Il disordine è esplorato anche da Italian quakes and other diseases di Olivo Barbieri, che racconta i disastri naturali e quelli compiuti dall’uomo che hanno segnato il nostro paese. Con Les personnages/Les paysages la fotografa francese Valérie Jouve esplora la speciale alchimia che si instaura tra gli esseri umani e gli spazi che abitano.

Dalla Sicilia, il racconto del festival si allarga al Mediterraneo e oltre: la Grecia provata dalla crisi economica e dall’austerità di Petros Efstathiadis, il viaggio dei migranti verso l’Europa in From there to here di Giulio Piscitelli, Daesung Lee che ha documentato come i cambiamenti climatici stiano causando la lenta scomparsa dell’isola indiana di Ghororama. Nelle trenta mostre in programma, c’è spazio anche per la resistenza delle donne di Aleppo fotografate da Issa Touma e Sinai park di Andrea & Magda, che raccontano l’abbandono dell’Egitto come meta turistica a causa del terrorismo e dell’instabilità politica.

Le giornate inaugurali si svolgeranno dal 29 al 31 luglio, e le mostre proseguiranno fino al 31 agosto. Il festival è ideato e diretto da Arianna Catania, con la collaborazione della galleria X3 di Palermo e della fondazione Orestiadi di Gibellina.



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