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18/06/2016 06:40:00

A Trapani è impossibile abortire legalmente

A Trapani è impossibile abortire legalmente. Lo scorso maggio è andato in quiescenza il dottore Mercatante, primario di ostetricia e ginecologia del S. Antonio Abate e unico ospedaliero non obiettore di coscienza: l'operato di Mercadante è stato finora particolarmente prezioso nell'attuazione della legge 194 per le interruzioni volontarie di gravidanza, in quanto ha introdotto l'utilizzo del farmacologico e chirurgico post 90 giorni. "Come UDi Trapani - racconta la responsabile provinciale Valentina Colli - avendo ricevuto notizia del pensionamento a maggio, ci siamo immediatamente interessate affinché questo importante servizio, a favore delle donne e del rispetto della loro salute e del loro principio di autodeterminazione, continuasse ad essere erogato. Insieme all'on. Antonella Milazzo dell'Ars, da noi immediatamente sollecitata, abbiamo quindi incontrato il direttore sanitario dell'Asp dott. Antonio Siragusa, ed abbiamo posto alla sua attenzione il problema, affinchè l'operato del dott Mercadante non venisse vanificato col suo pensionamento. Dal dott. Siragusa abbiamo raccolto l'impegno, già in essere, a garantire il servizio di Igv sotto l. 194, sia farmacologico che chirurgico e post 90 giorni come previsto dalla legge. Contestualmente, abbiamo chiesto che venisse rafforzato il servizio tenendo sotto controllo lo sproporzionato numero di obiettori di coscienza, di cui purtroppo la Sicilia conta un triste primato: un problema culturale e gestionale che, confidiamo, potrà essere col tempo rimodulato con la collaborazione delle istituzioni preposte che, a seguito di un'attenta analisi condotta insieme a noi dell'UDI e all'on. Milazzo, non si sono sottratte alla problematica, impegnandosi anzi a risolverla in tempi congrui. Si annota altresi che da maggio ad oggi non sono pervenute richieste di igv, per cui il disservizio è, ad oggi, stato contenuto".

 Il medico non obiettore di coscienza è andato in pensione lo scorso 11 maggio. Anche il coordinamento donne della Cgil e della Uil lancia l’allarme e chiede un incontro al direttore generale dell’Asp. “L’azienda sanitaria provinciale è tenuta a garantire un servizio previsto dalla legge”.

Il coordinamento donne della Cgil e della Uil di Trapani che ha chiesto un incontro urgente al direttore generale dell’Asp per aprire un confronto sull’interruzione volontaria della gravidanza, sul potenziamento dei consultori e su come si sta garantendo alle donne l’ecografia morfologica.

“L’azienda sanitaria provinciale – dicono Antonella Granello della Cgil e Antonella Parisi della Uil – è tenuta a garantire alle donne, che ne fanno richiesta, il diritto all’interruzione volontaria della gravidanza, stabilito dalla legge 194 del 22 maggio del 1978. Ciò che sta venendo meno a Trapani e provincia – proseguono – è il principio di autodeterminazione delle donne a cui deve essere garantito il diritto all’interruzione della gravidanza libero e gratuito affinché possano scegliere liberamente di diventare madri e senza discriminazioni, a seconda delle condizioni personali di ognuna. Il rischio è, adesso, quello che aumentino gli aborti clandestini .”

Per il coordinamento donne di Cgil e Uil la forte preoccupazione è quella che “nelle strutture pubbliche a causa della carenza di medici non obiettori di coscienza non venga garantita l’applicazione della legge costringendole donne ad andare fuori provincia e mettendo a serio rischio la salute e la vita di coloro che potrebbero ricorrere a pericolose pratiche clandestine effettuate da operatori senza scrupoli che la legge ha, invece, negli anni scoraggiato”.

In media a Trapani si registrano annualmente circa 600 richieste di Ivg. Considerato che da oltre un mese il servizio non viene più garantito i sindacati si chiedono, pertanto, quale risposte sono state date alle donne che si sono rivolte al servizio pubblico per effettuare l’interruzione volontaria della gravidanza.

“Con la riduzione dei medici non obiettori – dicono Antonella Granello e Antonella Parisi – gli aborti alla luce del sole diminuiranno perché le donne saranno costrette, tornando indietro di 40 anni, a ricorrere all’aborto clandestino. Altre, invece, saranno costrette a recarsi in altre provincie aggravando ulteriormente la loro condizione di disagio. Ci batteremo – concludono – affinché anche in provincia di Trapani si garantiscano il servizio di interruzione volontaria della gravidanza, un’adeguata assistenza sanitaria e si potenzino i consultori, così come prevede la legge “.