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17/06/2016 06:40:00

Marsala. L'altro piano sui rifiuti. Costa la metà, ma qualcosa non torna

Ha avuto un effetto destabilizzante il piano rifiuti presentato, pochi giorni fa, al Comune di Marsala, dalla Science4Life, la startup dell’Università di Messina, sponsorizzato da Giacomo Dugo. 
L’amministrazione guidata dal sindaco Alberto Di Girolamo, in questi mesi, ha commissionato una società esterna, la Esper, di progettare il prossimo servizio di raccolta rifiuti e spazzamento delle strade di Marsala. Ne abbiamo parlato in diverse occasioni, delineando le caratteristiche del piano. A Marsala dal 2009 il servizio di raccolta rifiuti viene operato dalla Aimeri Ambiente, attraverso un contratto firmato dall’Ato Tp1 a livello provinciale e che costa alla città circa 14 milioni di euro l'anno. Ora le cose sono cambiate, con il Comune di Marsala che si è costituito in Aro, e che ha la possibilità di decidere che tipo di servizio adottare per i prossimi 7 anni (il contratto con Aimeri scade a settembre). Per pianificare il tutto ci si è affidati alla Esper, una società che lavora solo con le amministrazioni pubbliche, e che ha il compito di progettare il servizio, assieme al Comune, e di predisporre il bando di gara. Una procedura avviata mesi fa ma che rischia di saltare se dalla Regione attiveranno una centrale unica sugli appalti che vanificherà il lavoro dei Comuni che si sono costituiti in Aro (per avere un'idea, ecco cosa prevede la riforma). Nel frattempo continua il lavoro di analisi del piano, che nelle scorse settimane è arrivato in consiglio comunale, è stato discusso nelle commissioni, e martedì c’è stato un consiglio comunale aperto alla città. Uno dei punti su cui si è discusso è stato quello dei lavoratori. Incalzatidai sindacati il responsabile della Esper, e il vice sindaco Agostino Licari, hanno assicurato che non ci saranno tagli nel personale.
Questo è lo stato delle cose. Nel frattempo arriva un altro piano, e lo presenta, qualche giorno fa, la Science4Life, che tra i soci ha il professor Giacomo Dugo, quasi candidato sindaco per conto di Giulia Adamo un anno fa. Un piano fornito gratuitamente al Comune, ma preparato in poco tempo. La startup, tra l’altro, esiste da appena sei mesi, e non ha uno storico alle spalle.
Durante il consiglio comunale aperto però Dugo ha presentato il piano e si è scoperto anche che ne sono arrivati anche altri al Comune di Marsala. Circostanze che avranno come un effetto destabilizzante a tutta la discussione. Diversi consiglieri comunali hanno già storto il naso e chiesto all’amministrazione di visionare gli altri progetti.
Quello di Dugo, è stato presentato qualche giorno fa. “Perchè l’ho fatto? Io non produco rifiuti praticamente e pago 1.400 euro di tassa sui rifiuti”, ha commentato a caldo Dugo prima della seduta.
Il piano della Science4Life è diverso da quello della Esper. Innanzitutto per la mole, la Esper ha presentato un piano corredato di schede, foto e grafici, da 300 pagine. In meno di 50 di pagine invece la Science4Life spiega la sua idea di raccolta rifiuti, che sostanzialmente si basa dall’unione tra il porta a porta e gli ecopunti, ossia le quattro isole ecologiche presenti (ma di cui ne funzionano, e male, praticamente 2 al momento). Il piano prevede di dividere la città in sei aree di raccolta, e si punta maggiormente all’organico. Ci sono molte cose diverse dal piano previsto dalla Esper, a parte i costi. Ad esempio, la raccolta della carta, per le utenze non domestiche, quindi negozi e altre attività, è prevista una volta a settimana. Per i mezzi di raccolta è previsto il Gps per controllare gli spostamenti. Quello su cui punta questo piano, vista anche la specializzazione della startup nel trattamento degli alimenti, è il rifiuto organico. Il progetto prevede soprattutto la necessità per la città di Marsala di dotarsi di un impianto di “biodigestione” in grado di generare, dal rifiuto organico, biogas. O meglio, energia prodotta dalla digestione anaerobica.
Un progetto che, secondo i calcoli della startup, porterebbe il costo del servizio a 6 milioni di euro l’anno. La Esper prevede un costo di 12 milioni per il primo anno, e 11 milioni a regime.
 Secondo l’amministrazione però ci sono errori di calcolo nel progetto della Science4Life e di rispetto di alcune normative riguardanti i lavoratori. Il costo annuo per ciascun lavoratore sarebbe inferiore rispetto alle disposizioni di legge. E poi prevede l’impiego di 71 lavoratori, oltre la metà degli attuali che per legge devono restare in organico anche col nuovo gestore. Il piano di Dugo, realizzato in poco tempo, ha delle idee diverse, come la maggiore attenzione per la frazione organica, quindi.
Si è scoperto in questi giorni che quello di Dugo non sarebbe l’unico piano arrivato al Comune. L’amministrazione comunale per questo grande appalto, si parla di quasi 100 milioni di euro, si è affidata alla Esper per redigere il piano, che, ripetiamo, non è la ditta incaricata per la raccolta, ma offre “solo” la consulenza. Una consulenza che è alla base di tutto. La strategia dell’amministrazione in questa circostanza è stata quella di affidarsi ad una società, la Esper, con un codice etico chiaro, quello di non lavorare con privati per evitare conflitti di interessi con un piano che poteva essere “cucito su misura” per ditte clienti o vicine. Si vogliono evitare rogne, insomma, su un appalto molto consistente e che fa gola a molti. “Io ho avuto proposte di piani a titolo gratuito. Ma il problema che mi pongo è, in un appalto da 100 milioni di euro, che non sia predisposto da una società al servizio dell'Aimeri di turno”, ha detto l’altro giorno in aula il vice sindaco Agostino Licari .
Nel passato sul fronte dei rifiuti a Marsala e in provincia di Trapani sono successe cose poco chiare che sono finite nelle aule dei tribunali. A Marsala si celebra il processo scaturito dall’indagine Dda sul sistema, secondo l’accusa “illegale”, di raccolta e smaltimento dei rifiuti gestito dall’Ato Tp1. Nel processo sono imputati l’ex direttore dell’Ato Tp1, Salvatore Alestra, l’ex direttore dell’area Sud dell’Aimeri Ambiente, Orazio Colimberti, entrambi accusati di corruzione, il capo impianto del cantiere di Trapani, Salvatore Reina, nonché Michele Foderà, amministratore di fatto della “Sicilfert” di Marsala, Pietro Foderà, socio e responsabile dei conferimenti alla Sicilfert, e Caterina Foderà, responsabile amministrativo della stessa azienda, che nello stabilimento di contrada Maimone trasforma i rifiuti in fertilizzanti. Durante l’ultima udienza, ad esempio, si è parlato di intercettazioni in cui si sentiva il capocantiere di Aimeri che diceva agli operai che potevano mischiare rifiuti di diversi comuni. E altri pasticci di questo genere, che speriamo siano gli ultimi.



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