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08/06/2016 06:00:00

Marsala, la storia di Ciccio De Vita, contadino ingegnoso e inventore...

Per gentile concessione dell'autore, pubblichiamo il testo "La storia di Ciccio (Francesco) De Vita, un contadino ingegnoso che inventa una tecnologia pulita e conquista i mercati del mondo", inserito dal marsalese Filippo Piccione nel libro "Strada Statale 115 Km 36”. Piccione racconta la storia di Francesco De Vita, l'imprenditore di Marsala scomparso qualche giorno fa.

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Poco distante dalla vecchia casa dei miei genitori, in contrada Berbaro, a sei chilometri dal centro urbano di Marsala, su un terreno abbandonato a se stesso da decenni, è sorto, in pochissimo tempo, un moderno capannone industriale che occupa una superficie di quasi diecimila metri quadrati che ospita un’azienda di progettazione e costruzione di impianti di dissalazione e di potabilizzazione ad “osmosi inversa” per uso nautico e civile, dove vi lavorano, fra personale specializzato, tecnico ed amministrativo, dai venticinque ai trenta unità.

Prima di assumere l’attuale dimensione e prima ancora di esportare i suoi specialissimi prodotti in molti paesi di tutti di ogni continente: dal Kenia al Giappone, dalla Cina al Canada, al Brasile, passando dall’America latina, l’America del Nord e l’Australia, “Tecnicomar” nasce nel 1978 nella fervida mente di Francesco De Vita, nel momento in cui egli si rende conto dell’impossibilità dell’iniziativa da mettere in campo. Ciò nonostante la sua previsione, nel corso di un trentennio, non è stata mai messa in discussione. Il settore vitivinicolo - la risorsa principale su cui si è basata l’economia e il commercio di Marsala, che nel mondo ha vantato i nomi dei Florio, i Pellegrino, i Rallo e i Martinez - si è ridotto ad una semplice e trascurabile appendice della vita produttiva del territorio. Le cantine sociali, fino all’ultima vendemmia, pagavano un quintale di uva, da destinare alla produzione di vino, appena 15 euro. Francesco, malgrado l’avversione del mercato, si era sempre mostrato, di fronte a ogni difficoltà, un valido ed efficiente amministratore della sua azienda agricola. Ma di fronte alla crisi del settore non ha potuto far nulla, tranne che trovare in qualche modo un appiglio per uscirne definitivamente fuori.

Così un giorno decide di andare alla Fiera internazionale di Genova, dove incontra alcuni esponenti di una affermata ditta di Los Angeles produttrice ed esportatrice di impianti di dissalazione delle acque marine e si propone quale rappresentante in Italia.

Nel 1982 si reca negli Stati Uniti per partecipare a fiere e mercati. A varie esposizioni e mostre che si tengono nelle più grandi città del mondo. L’inizio degli anni Ottanta è un periodo che promette bene e Francesco lo intuisce subito. Al ruolo di rappresentante dinamico e attento agli sviluppi e ai progressi registrati nel settore egli unisce, integrandola, una funzione a lui più congeniale, sebbene impegnativa e rischiosa, che è quella di fare in prima persona il costruttore. Lo fa in maniera quasi artigianale e in ambiti molto ristretti e limitati. Amplia, adattandoli, gli spazi attigui alla sua abitazione. I locali così ricavati gli consentono di iniziare a creare già alcuni impianti che, grazie alla sua intraprendenza, riesce a piazzarli in Italia e all’estero, conseguendo ottimi risultati sia in termini quantitativi che qualitativi.

Passano alcuni lustri quando nel 2004 arriva, riuscendo a unire un inedito amalgama, frutto dell’esperienza, dell’intuizione e della sua genialità. Brevetta ed introduce nel mercato un nuovo prodotto, chiamato “Ecomar”, che serve al trattamento delle acque nere di bordo in conformità alle normative internazionali e ottiene, dalle istituzioni competenti, la corrispettiva certificazione di “Qualità”.

Per l’elevata affidabilità, semplicità di utilizzo e di ridotta manutenzione, i suoi impianti si sono rivelati essere all’avanguardia. L’acqua trattata diventa incolore, inodore e trasparente. Può essere scaricata in mare e nei porti perché in essa non c’è traccia o presenza di elementi inquinanti. Ha creato, avvalendosi di tecnici altamente specializzati, un sistema tale da poter impiegare dall’intera flotta navale presente nel Pianeta. Sfruttando il processo di osmosi inversa, gli impianti della serie Tc sono in grado di rimuovere nitrati, batteri, virus, cloro, pesticidi, elementi radioattivi, idrocarburi e tutte le scorie presenti nell’acqua. Per particolari applicazioni, come nelle industrie chimiche e farmaceutiche o centri di dialisi e attività consimili, questo tipo d’impianti è divenuto una delle soluzioni cui ormai chi opera in questo complesso e complicato settore non può fare a meno di ricorrervi con molta frequenza.

In tempi di globalizzazione e di fronte a un mercato competitivo, come quello del Mezzogiorno - che oltretutto presenta situazioni di arretratezza sul piano tecnologico e innovativo, condizionato dalla criminalità organizzata, da infrastrutture insufficienti, di varie inefficienze e disfunzioni che caratterizzano quasi ogni settore burocratico e istituzionale, compresa la difficoltà di accedere al credito bancario - un imprenditore che si cimenta in campi di ricerca e innovazione tecnologici a questi livelli, che per giunta riesce a far assurgere la propria azienda ad essere leader del settore, ha semplicemente del miracoloso.

L’intelligenza, la tenacia e la sfida che Francesco De Vita è stato in grado di mettere tutti i giorni in campo, sono racchiuse nel motto che egli ama spesso ripetere: “Il mercato bisogna cercarlo, andargli incontro. Questo è il segreto”. Rispetto alla fase convulsa che sta attraversando l’economia mondiale, di cui il nostro paese è uno di quelli che ne soffre maggiormente, il presidente della Tecnicomar, Francesco De Vita, ha indicato - dal suo “piccolo” ma importante osservatorio - che anche per la nostra economia, vi è una via d’uscita. Anche per una larga parte dell’imprenditoria del Nord, il suo comportamento può essere un monito e a un tempo una lezione di coerenza che si chiamano ricerca, innovazione, internazionalizzazione, capacità di rischio: tutti fattori e qualità che sapientemente combinati, sono in grado di dare prodotti di eccellenza, come quelli della Tecnocomar, l’industria sorta in contrada Berbaro, 78 di Marsala, ultimo, ma non ultimo, lembo di territorio dell’estremo profondo Sud d’Italia e d’Europa.