Quantcast
×
 
 
08/06/2016 11:00:00

Le amministrative e la morte di Forza Italia

di Rossana Titone - Ultime elezioni amministrative, i dati inconfutabili sono più di uno. Il centro destra arretra e consegna la sua leadership al duo Meloni/Salvini, il pd perde quota tanto che lo stesso Renzi ne fa un mea culpa ad inizio di conferenza stampa, il movimento 5 stelle irrompe a gamba tesa, distacca di molto gli altri e raccatta i voti di protesta.
Forza Italia, a parte Milano dove si afferma a gran voce, ha serie difficoltà in tutto il Paese e non è vero, per come afferma il suo leader Silvio Berlusconi, che si è data prova di essere alternativi.
A Roma si sono combinati tanti, troppi pasticcini, la Meloni l'ha detto chiaro " cambiano gli equilibri nel centro destra, Berlusconi non è più lucido si faccia da parte."
È' difficile ammetterlo, accettarlo, difficile mettere la parola fine.
Ci vuole coraggio e Berlusconi di coraggio ne ha avuto negli ultimi 22 anni tantissimo ma adesso ci deve essere il coraggio di liquidare un movimento che è diventato un colabrodo, che non rinnova la classe dirigente ma la ricicla manco fosse carta, che non può cambiare nome o soggetto politico, per come si dice in gergo, se poi i cadaveri riesumati sono sempre gli stessi.
Chissà, chi sarà l'imbalsamatore?
Coraggio! Il coraggio di porre fine ad una avventura meravigliosamente azzurra ma che adesso ha un colore così sbiadito da sfigurare se indossato.
Il movimento ha perso la reale percezione dei territori, più semplicemente non c'è e quando c'è e' talmente latente che fa vincere gli altri.
Così per forza Italia ma anche per Ala di Verdini che ha perso ovunque abbia presentato lista e anche per NCD ,asfaltato e seppellito.
Ma il dato che deve far riflettere di più è' che a Roma forza Italia si attesta al 4% e che non ha aiutato Alfio Marchini, il quale riconferma le stesse percentuali della scorsa volta. A Roma le tarantelle del centro destra hanno condannato la Meloni, che è vittima anche della sua incertezza iniziale, a un non ballottaggio.
Perde in toto la politica, le sigle dei partiti e gli inciuci.
Vince l'antipolitica frettolosa e disarmante speriamo non distruttiva, Vince la protesta e vince soprattutto l'astensione.
Astensione massiccia che porta l'Italia a un terzo polo che disdegna la vecchia politica anche se lo scenario odierno è tipico della prima repubblica.
Mentre aspettiamo i risulti dei ballottaggi che si terranno il 19 giugno per rinfrescarci le idee , e non solo quelle, ci mangiamo un gelato azzurro: gusto puffo.