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05/06/2016 06:30:00

Spiaggia di Torrazza, a fine giugno la delimitazione dei confini demaniali

Per la spiaggia di Torrazza sembra sia arrivato il momento della svolta. Da troppo tempo, cittadini, amministrazione comunale, il comitato “Torrazza Libera” e il circolo di Legambiente attendono una parola fine su questa annosa vicenda. Il primo giugno si è riunita al Comune di Petrosino la Commissione per la delimitazione della spiaggia, alla presenza dei rappresentanti dell’Ufficio del Demanio Marittimo e del Genio Civile di Trapani, e secondo quanto comunicato in una nota del Circolo di Legambiente, c’è la conferma che le istituzioni preposte facciano chiarezza e delimitino una volta per tutte i confini demaniali della spiaggia entro la fine del mese di giugno. Nella nota, il presidente Letizia Pipitone, afferma di aver dovuto “minacciare” azioni legali in sede giudiziaria affinchè si arrivasse ad ottenere una data certa per il completamento della pratica. Qualche mese addietro, invece, era stato il sindaco di Petrosino Gaspare Giacalone con un suo intervento a sollecitare la Regione sulla delimitazione e a ricordare come le lungaggini della burocrazia stessero bloccando il processo per rendere libera la spiaggia di Torrazza, ricordando di aver scritto nuovamente agli organi competenti e dicendo che Petrosino non sarebbe stata più disposta a tollerare ulteriori ritardi.

La lunga storia della spiaggia di Torrazza è fatta da un lato, da un ambiente incontaminato che ricade su una zona a protezione speciale Sic-Zps e tutelata dalla Convenzione di Ramsar, e dall’altro di speculazione, abusivismo edilizio e di inquinamento ambientale.
Già agli inizi degli anni ‘70 a Torrazza si voleva realizzare un mega complesso turistico con spiaggia priva­ta e annesso un porticciolo turistico da 500 posti bar­ca, un “mostro” incompatibile con la natura dei luoghi. L’imprenditore che aveva acquistato l’area era Calcedonio Di Giovanni, di Monreale, al quale sono stati sequestrati beni per diverse centinaia di milioni di euro per fatti di mafia. Al progetto nel 1973 era stata data la concessione edi­lizia dal Co­mune di Marsala, ma non se ne fece più nulla.

E’ più recente, invece, il tentativo della Roof Garden dell’imprenditore Michele Licata - che ha subito il più ingente sequestro per reati di evasione fiscale e truffa in Italia -, di costruire a Torrazza su un’area di 18 ettari un complesso turistico alberghiero, rientrante nella zona umida dei Margi Nespolilla, dove Licata è riuscito a comprare tutti i lotti di terreno che si affacciano sull’area. Licata aveva già costruito il lido “Le torrazze” sequestrato in seguito per non aver rispettato i requisiti di stagionalità. Alla Roof Garden è stata sequestrata tutta l'area compresi i due opifici e la zona che avrebbe dovuto ospitare il campo da golf. I reati contestati: lottizzazione abusiva dell'area dei Margi Nespolilla e abusivismo edilizio.

Le costruzioni abusive della Roof Garden: i due edifici destinati ad opifici, lo stabilimento balneare ricadente sulla spiaggia di torrazza e la strada carrabile. Altro caso che ha caratterizzato la storia della spiaggia di Torrazza, è quello della battaglia per la demolizione di Casa La Francesca, una costruzione fatiscente proprio al centro della spiaggia che è stata demolita dopo un lunga battaglia legale tra i proprietari e il Comune e conclusa con la decisione del Tar di Palermo che respinse il ricorso presentato dai proprietari contro l’ordinanza di demolizione firmata dal Sindaco di Petrosino. Dopo tante vicissitudini, battaglie di legalità e giudiziarie, sequestri e polemiche, si spera che sia davvero arrivato il momento per questa spiaggia di tornare ad essere libera.