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21/05/2016 06:30:00

Gaspare Giacalone:“Il Bio Distretto è una realtà. A breve avremo il nostro piano rifiuti"

Gaspare Giacalone, sindaco di Petrosino, avete presentato con una conferenza stampa il “Simposio del Biologico”. Che cos’è e quando si terrà?

 

 

Abbiamo presentato le tre giornate che vivremo a Petrosino. Parleremo di biologico il 29, 30, 31 maggio e ne parleremo con diversi soggetti. Innanzitutto con tutti i sindaci che hanno aderito al percorso del biologico e proprio  in questa occasione finalmente nascerà il primo Bio Distretto Biologico in Sicilia.

 

 

Che cos’è il Bio Distretto?

 

Il 30 maggio 2016 si procederà  alla firma ufficiale dello Statuto tra tutti i Comuni aderenti, che entreranno a far parte di un circuito che permetterà loro di mettere in rete le risorse culturali, naturali e produttive per la salvaguardia dell’ambiente e delle produzioni locali e per la valorizzazione della genuinità dei prodotti agroalimentari, vitivinicoli e delle bellezze naturali, progettando il futuro del nostro territorio e dei suoi cittadini in modo illuminato, puntando sull’ecosostenibilità e sulla tutela del patrimonio ambientale e storico e culturale. 

 

Quali sono i comuni che ne faranno parte?

 

 

I Comuni aderenti al Bio-Distretto sono: Buseto Palizzolo, Calatafimi Segesta, Campobello di Mazara, Castellamare del Golfo, Castelvetrano, Favignana, Gibellina, Marsala, Trapani, Vita, Paceco, Pantelleria, Partanna, Petrosino, Poggioreale, Salaparuta, Salemi, Santa Ninfa, Valderice.

                                               

 

E in pratica cosa farete?

 

 

Significa mettere insieme delle istituzioni e successivamente le imprese e le agenzie che vogliono impegnarsi a promuovere intanto i prodotti della nostra terra che hanno una connotazione biologica, ma la cosa più importante, e su questo credo che siamo davvero tutti molto determinati come amministratori locali che hanno intrapreso questo percorso, è quella di fare una promozione del territorio, perché il biologico non deve essere solo prodotti sani e genuini, ma anche l’impegno e la tutela del territorio e difenderlo da tutte quelle che sono le minacce come l’abusivismo edilizio o le altre varie forme di speculazione.

 

 

Il biologico è anche un pretesto per avere maggior cura del territorio.

 

 

Assolutamente sì, un impegno che va più a larga scala e non solo un discorso di alimentazione.

 

 

A proposito di abusivismo edilizio. Ha a memoria i dati di Petrosino, come siete messi?

 

Abbiamo trovato una situazione disastrosa. Per diversi anni c’erano un certo numero di pratiche, credo attorno a 500, ma con l’aggravante che erano tutte in disordine perché si erano succeduti diversi dipendenti comunali che dovevano prendersi cura di questo aspetto importante della gestione del territorio.

 

Non c’è stato ordine nella gestione delle pratiche. Per inettitudine o per altro?

 

Certo, non c’è stato ordine, e alcune pratiche si erano addirittura smarrite. E’ chiaro che in Sicilia queste cose succedono perché c’è stata un’assenza totale da parte delle amministrazioni ma anche da parte di quelli che dovevano essere gli organi di controllo. Un territorio non viene massacrato dall’oggi al domani perché ci sono dei cittadini che decidono di avere una certa condotta, ma ci sono delle complicità, delle rassicurazioni e coperture, e questo è successo dappertutto. Prova ne sia e do un dato subito, da quattro anni a Petrosino non abbiamo avuto rilevanti episodi di abusivismo edilizio e si è pressoché azzerata la pratica dell’abusivismo.

 

 

Lei dice: “Già la nostra presenza ha messo un freno a questa piaga”.

 

 

Le istituzioni devono essere autorevoli e non autoritarie. La presenza e soprattutto la capacità di dire che ci sono delle regole che devono essere rispettate, credo che sia un forte deterrente. Noi abbiamo capito subito che dovevamo mettere ordine in questo settore così delicato. Questo è un numero inquietante che fa riflettere. Io ho dovuto dare dieci volte, dico dieci, l’incarico a qualcuno esterno per rimettere ordine a queste pratiche, e per dieci volte è stato rifiutato. All’undicesimo finalmente abbiamo trovato un giovane professionista che ci ha messo non solo la sua competenza ma anche un po’ di coraggio e la sua faccia. Il dato assolutamente positivo per noi è che il 30%, allo stato attuale ha provveduto a sanare la situazione e a demolire spontaneamente. Per il resto si procederà come ci dice la legge. Per quanto mi riguarda, questo argomento dobbiamo continuare ad affrontarlo senza ipocrisie e con coraggio perché capiamo che le colpe non sono solo dei cittadini.

 

 

Alcuni cittadini dicono: “Ci hanno fatto costruire e ci dicevano che era tutto a posto”

 

 

E’ vero, lo abbiamo riscontrato anche noi. Abbiamo visto che uno dei pilastri che spiega quello che è successo era la continua rassicurazione. “Andate avanti che arriverà una sanatoria, andate avanti che non vi guarda nessuno”. Sono situazioni gravi che hanno permesso il radicamento di questa pratica dell’abusivismo. E’ pur vero che questo problema va affrontato con determinazione. Non tutto si può sanare, non tutto si deve salvare, e bisogna avere il coraggio di dire cosa dobbiamo rimuovere, cosa dobbiamo migliorare e ricondurre ad un senso armonico con l’ambiente e il paesaggio e cosa, invece, possiamo fare, perché occorrono gli strumenti, per fare ognuno la nostra parte. Intendo dire nello specifico, se si dice ai comuni che devono prendere possesso di questi beni, è chiaro che o ci danno gli strumenti per gestire questi immobili o ci danno le risorse per demolirli, perché la demolizione ha un costo.

 

 

Parliamo di rifiuti. Lei è nel Cda della SRR Trapani Sud.  Qualche settimana fa abbiamo dato la notizia che dal Governo spingono per la creazione di un’agenzia regionale che si sostituisca agli ATO così come alle SRR, per gestire centralmente nove gare che andrebbero fatte su base provinciale. Quindi si tornerebbe ad una situazione antecedente al periodo 2008/2009. Non si capisce più nulla, visto che ci sono tanti organismi con le competenze che si sovrappongono fra di loro. Com’è la situazione a Petrosino e più in generale che costa sta succedendo?

 

 

Ecco parliamo delle cose che sappiamo, perché sinceramente fare una esegesi di quelle che sono le dichiarazioni delle fonti regionali è una cosa che richiede, almeno da parte mia, parecchia camomilla perché bisogna mettere a freno i nervi. Voglio trascurare le nuove dichiarazioni che arrivano dalla Regione. L’unica cosa certa è che si vuole continuare a mantenere una situazione d’emergenza che permette e fa da apripista a quelli che sono interessi per niente puliti, e non perchè parliamo di rifiuti ma perché ci sono le intromissioni della criminalità in quello che è un vero business della mafia. Per quanto riguarda la situazione di Petrosino, noi siamo stati i primi precursori a predisporre un piano per la raccolta già due anni fa, lo abbiamo portato in Regione, presentato ed è stato approvato.

 

 

E’ la stessa società che ha fatto il piano a Marsala?

 

 

Esatto, è la stessa società che poi ha fatto il piano a Marsala e in tante altre parti. Su Petrosino siamo ormai in dirittura d’arrivo su questo percorso, perché il 9 giugno scade la gara d’appalto che prevederà un nuovo servizio. Un servizio totalmente nuovo di raccolta che prevede anche la microchippatura e l’utilizzo di mezzi di raccolta moderni.

 

 

Quanto costerà al Comune di Petrosino?

 

 

Costerà quanto è costato finora, un milione e quattrocentomila euro, senza un aggravio in più, anzi, forse qualcosa in meno se avremo un ribasso dopo la gara d’appalto.

 

 

Voi andate avanti con questo piano?

 

 

Assolutamente sì, andiamo avanti con il nostro piano autonomo. Per quanto riguarda la SRR, sappiamo che c’è ma per ora solo in modo formale. Deve ancora diventare operativa e succederà solo nel momento in cui il personale passerà dalla ATO alle SRR.

 

 

Nel frattempo tra qualche giorno le discariche si esauriscono mentre la Sicilia aspetta.

 

 

Questo è il vero dramma della nostra Sicilia, con le discariche strapiene e un piano per i rifiuti che non c’è.

 

 

L’ultima idea è quella di bruciare i rifiuti nei cementifici.

 

 

Diciamo che continuo a fare quell’esercizio di frenare le dichiarazioni rispetto a quello che ho sentito finora provenire dalla Regione. Posso solo confidare nel buon senso e che qualcuno si ravveda. E’ chiaro ed è visibile a tutti che c’è uno scontro che ha solo un sapore politico.

 

 

La sensazione è questa, perché l’assessore Contraffatto è vicino a Faraone e i rifiuti sono una leva per mettere in difficoltà Crocetta.

 

E’ una sensazione reale che dà parecchio fastidio. 

...continua