Uno dei più illustri scrittori del novecento siciliano, Gesualdo Bufalino, a proposito del sale, scrisse: “ In realtà, dovunque ci si volga, in Sicilia il sale appare una forza, una condizione e un destino, così sotto l’aspetto economico come sotto il profilo paesaggistico e ambientale “.
Partendo da queste “direttrici”, che non sono solo letterarie, è stata allestita la mostra fotografica, con un titolo in lingua siciliana, “ u Sali,li Salini,i Salinara “ di Leonardo Timpone. Iniziativa promossa da “Amici dei Musei Siciliani”.
Con uno scopo: focalizzare l’importanza , per l’economia isolana, per la cultura e per la storia, di un antico settore produttivo un tempo assai florido e competitivo ed oggi, purtroppo, non più fiorente e con ansie congiunturali di non poco conto.
“L’obiettivo “ di Timpone privilegia ( e non poteva essere diversamente) i significati antropologici e quelli più direttamente collegati all’essenza dei contesti umani, storici e ambientali.
Le 25 foto in bianco e nero ( dimensioni 50 x 70 ) colgono, nella sua cruda realtà, il duro lavoro dei “salinara”, attori plurisecolari che perpetuano, con gli stessi “riti” e ritmi, integrati da indicibile fatica e sudore , le roventi assolate operazioni necessarie per trarre dal mare il cristallino “ oro bianco”, preziosa risorsa, fonte di vita e di sostentamento per migliaia di uomini e donne di tutte le età.
Gli scatti rendono bene l’idea dello scenario complessivo, unico e meraviglioso, nel quale tali operazioni si organizzano e si realizzano. Scenario mediterraneo e siciliano al tempo stesso: quello del lungo litorale ricompreso fra i territori di Marsala, Paceco e Trapani ( isolotti compresi).
In alcune foto, eccezionalmente a colori, è immortalata l’interessante e variegata fauna della zona, mentre in altre sono fissati i “ notturni” quasi onirici. Due facce della medesima medaglia, ossia il tentativo ( riuscito ?) di cogliere e rappresentare la bellezza di quell’ambiente naturale , unico nel suo genere, che tanta curiosità e attenzione ha suscitato e suscita nei visitatori. Dai loro racconti apprendiamo come nella loro mente siano rimasti impressi il vivo ricordo del bianchissimo sale, degli artistici cumuli di “oro bianco” coperti con tegole di terracotta, dei numerosi mulini, canali e “vasche”, attrezzi vari. Ma, soprattutto, resiste all’usura del tempo, il ricordo dei “salinara”: i loro volti, le loro mani, la pelle scura o bruciata dal sole, i “loro” canti , i commoventi ed amari versi recitati in vernacolo degli ultimi anziani.
La mostra di Leonardo Timpone, presentata dal docente di teoria e tecniche della comunicazione pubblica all'Università di Palermo, Lino Buscemi, nell’imponente palazzo Sant’Elia di Palermo, è pure un omaggio alla memoria collettiva non solo per non dimenticare il “passato” e il “presente” delle saline e dei “salinara”, ma anche un invito, a quanti possono decidere ed intervenire, ad immaginare un “futuro” al siculo sale marino cosi come lo “immaginarono” con coraggio ,oltre duemila anni fa, gli intraprendenti ed operosi Fenici da molti ritenuti i “fondatori” delle saline della Sicilia occidentale.
La mostra, inaugurata alle 18:00 di oggi, resterà aperta fino al 23 maggio.
Franco Ciro Lo Re