C'è qualcosa che non quadra a Trapani per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti. La città, infatti, ha 70.000 abitanti, un territorio molto più piccolo di quello di Marsala, eppure paga quanto Marsala per il servizio: 14 milioni di euro. Con delle aggravanti, perché Trapani è forse l'unica città del Sud Italia ad avere una propria discarica, e una propria società di raccolta dei rifiuti, la Trapani Servizi. Cioè dovrebbe portare ad economie di scala non indifferenti, e invece non accade. Come mai?
C'è sicuramente qualcosa che non quadra. Il piano finanziario della raccolta dei rifiuti è stato approvato dalla Giunta del Sindaco Vito Damiano e passa ora al vaglio del consiglio comunale. E' proprio dal piano finanziario che si evince che la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, insieme allo spazzamneto, costano 14 milioni di euro, con un aumento di 1 milione e seicentomila euro in un anno. Il tutto comporterà un aumento della Tari, la tassa sui rifiuti, che copre per intero il costo. Per evitare sommosse popolari come quella che nel Dicembre del 2014 portò migliaia di cittadini in piazza, il Sindaco è corso ai ripari. Da un lato c'è una sanzione che il Comune di Trapani paga, come anche Marsala, per non avere raggiunto la soglia del 65% della raccolta differenziata: 640.000 euro. Per Damiano si tratta di un provvedimento della Regione illegittimo. E quindi si spera, aprendo un contenzioso con la Regione, di riuscire a recuperare questa somma. Altri risparmi, questa volta più concreti, verranno fatti con tagli all'apparato burocratico del Comune. Taglia qua, e ritocca là, il Comune è riuscito a chiudere per un costo reale di 12.700.000 euro l'anno, che sono comunqe sempre 300.000 euro in più rispetto al 2014.
Per il Comune di Trapani la colpa è sempre della Regione Siciliana, dato che Trapani Servizi ha dovuto portare per un periodo i rifiuti nella discarica di Campobello di Mazara (oggi chiusa) e in quella di Siculiana, per la chiusura temporanea della propria discarica, a causa del conferimento ordinato dalla Regione anche per gli altri comuni della Provincia,.
Per l'Amministrazione Comunale di Trapani, se il consiglio comunale approva l'atto così com'è, l'aumento della Tari sarà di poco conto, ma resta il fatto che i tagli calcolati dal Comune si calcolano sulla base di un contenzioso con la Regione tutto da vedere, e poi c'è sempre questo dubbio grande come una casa: ma come mai Trapani vede aumentare i costi così vertiginosamente, nonostante nonostante abbia condizioni vantaggiose per la raccolta dei rifiuti?
Tra l'altro il piano del Comune non tiene conto di un'altra circostanza. Ovvero che la discarica di Contrada Borranea è in esaurimento. Oltre a ricevere i rifiuti comunali, da cinque mesi riceve anche quelli degli altri comuni della provincia per via del provvedimento adottato dal presidente della Regione Rosario Crocetta che ha autorizzato i conferimenti. Continuando con questi ritmi sono previsti ancora 7-9 mesi di accumulo per il sito che, invece, avrebbe garantito il servizio, solo per il Comune di Trapani, per altri sei anni, fino al 2022. Ciò comporterà, sin dal prossimo anno, la necessità di conferire i rifiuti del Comune presso un’altra discarica siciliana con il conseguente aumento dei costi di trasporto che saranno addebitati ai cittadini trapanesi. Su questo, l’Amministrazione comunale ha annunciato di aver già presentato ricorso al TAR regionale contro le decisioni adottate dalla Regione, e che intende proseguire con ogni possibile legittima iniziativa giudiziaria perché il danno determinato dai provvedimenti regionali non ricada sui contribuenti trapanesi.
SINDACATI. Immediata sostituzione di buona parte dei cassonetti dei rifiuti che sono collocati sulle varie strade del territorio del Comune di Trapani, pagamento del premio di produzione, piano ferie e verifica dei mezzi di trasporto. Sono stati questi alcuni dei punti più importanti sollevati nel corso di due incontri che si sono tenuti tra i rappresentanti della «Trapani-Servizi», la società che si occupa della gestione dei rifiuti, ed i rappresentanti sindacali.
«Una buona percentuale dei cassonetti di rifiuti, approssimativamente il 40 per cento - sostengono alcuni sindacalisti aziendali e tra di loro Salvatore Bosco, responsabile del sindacato Usae - necessita di essere sostituita perchè in condizioni molto precarie e che mettono in grossa difficoltà gli operatori interessati allorquando i contenitori stessi debbono essere trasportati ed agganciati al compattatore».