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18/04/2016 06:15:00

Trapani, la lite nella Camera penale per i nuovi vertici

E' stato un fine settimana molto animato a Trapani. La riunione della Camera penale per eleggere i nuovi vertici è stata ad alta tensione, ed è finita in lite. Per il nuovo Presidente Salvatore Alagna, "per la prima volta dalla sua fondazione la Camera Penale ha eletto il direttivo democraticamente e dopo un confronto elettorale. In precedenza le elezioni erano sempre avvenute per acclamazione e ratifica da parte dell'assemblee". 
"Sono quindi state definitivamente abbandonate - continua Alagna - e per la prima volta, logiche autoreferenziali che fino ad oggi avevano disciplinato le nomine dei direttivi, e ciò anche su espressa richiesta del Presidente dimissionario, avvocato Vito Galluffo".

A scatenare la bagarre il fatto che qualcuno avrebbe alterato il contenuto del verbale relativo alla precedente assemblea. C'è chi ha insistito perchè si votasse subito il nuovo presidente. E lì è nata la lite. 

Questa invece la ricostruzione di Alagna:  "E' stato messo in atto, senza successo, un tentativo di delegittimare le votazioni attraverso l'affermazione che il verbale assembleare di indizione delle elezioni (e del metodo di voto) non riportasse fedelmente la volontà dei soci. Eppure quel verbale è sottoscritto, in qualità di Presidente dell'assemblea, dallo stesso avvocato Alberto Sinatra che  ne contestava la fedeltà e, incomprensibilmente, ha rassegnato le sue dimissioni". 
L'avvocato Michele Cavarretta, che non era candidato, è intervenuto per sostenere la scelta di una elezione democratica e senza dilazione. L'avvocato Ferruccio Marino, uno dei due candidati alla presidenza, ha interrotto l'intervento dell'avvocato Cavarretta, dandogli del “maleducato”.
Rispetto alle iniziali ricostruzioin, va precisato che non vi è stato alcuno scontro fisico neppure accennato, come ha pubblicamente riconosciuto sul social network Facebook l'avvocato Michelangelo Marino, figlio dell'avvocato Ferruccio Marino, il quale testualmente ha scritto: “L'avvocato Michele Cavarretta non si è scagliato fisicamente contro nessuno”.

Per  Alagna, "vi sono stati, invece: normale dialettica e normale confronto democratico, entrambi, a quanto pare, indigesti a coloro che, essendo minoranza, hanno cercato in tutti i modi di evitare le elezioni (elezioni partecipate dalla maggioranza dei soci della Camera Penale di Trapani). Il mio personale auspicio, quale nuovo presidente, è che i dissidenti tornino sui loro passi impegnando le loro risorse intellettuali per il bene della Camera Penale di Trapani. Sono certo che, così facendo, potranno, alle prossime elezioni, conquistare la maggioranza dei voti e la rappresentanza di tutti i Soci della Camera Penale di Trapani". 

Ecco i nomi dei componenti del direttivo eletto: Presidente, avvocato Salvatore Alagana, Vice Presidente avvocato Marco Siragusa, Segretario avvocato Ernesto Leone, Tesoriere avvocato Giuseppe Buscaino e Consigliere avvocato Giuseppina Stampa. A tutti loro, in una nota polemica, Ferruccio Marino augura "magnifiche sorti e progressive...anche nel campo delle riprese cinematografiche".

Alberto Sinatra e gli altri dissidenti sabato avevano diramato una nota molto polemica:

Gli avvocati Alberto Sinatra, Rocco Cassarà, Ferruccio Marino, Donatella Buscaino, Maurizio Sinatra, Giacoma Castiglione, Domenico Amoroso, Andrea Miceli e Michelangelo Marino;
preso atto che nell’assemblea odierna della Camera Penale di Trapani, convocata per l’elezione del Presidente e dei componenti del Consiglio Direttivo, non è stato consentito di non approvare il verbale della precedente assemblea che, ad avviso dei sottoscritti avvocati, non corrisponde all’effettivo contenuto di quella tenutasi l’01.03.2016;
preso atto che nell’assemblea odierna sono stati adottati comportamenti eufemisticamente definibili autoritari;
preso atto delle dimissioni del più autorevole dei soci, on.le avvocato Alberto Sinatra, a causa dei comportamenti sopra stigmatizzati;
preso atto quindi che rebus sic stantibus è compromessa la permanenza in tale organismo, ovviamente non più rappresentativo, hanno abbandonato l’assemblea.