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30/03/2016 06:30:00

Turismo, itinerari subacquei. Che fine hanno fatto quelli di Marsala?

 Il turismo subacqueo sta cominciando a prendere piede in Sicilia. Un’isola circondata da un mare che non è solo affascinante per i suoi colori, le coste mozzafiato, la flora e la fauna marina, ma anche per i pezzi di storia che si nascondono nei fondali.
Da Marsala a Marzamemi, i fondali siciliani sono pieni di testimonianze di epoche lontane.
Pensiamo Marsala, ad esempio, e la provincia di Trapani, con il porto sommerso, e i relitti in fondo al mare che arrivano dalle guerre puniche all’epoca romana a quella spagnola. Pensiamo a dei percorsi subacquei, come dei musei, per appassionati. Un nuovo modo di conoscere bellezze e storia.
Mentre in tutta la Sicilia sono stati presentati sette itinerari subacquei, che fine ha fatto quello di Marsala inaugurato lo scorso anno?
In questi giorni sono stati presentati sette itinerari culturali subacquei in Sicilia. Con informazioni interattive ovunque, persino sott’acqua. La tecnologia come traino per il turismo culturale in Sicilia, dove gli esperti archeologi e sub della Soprintendenza del Mare, guidata da Sebastiano Tusa hanno di recente presentato un nuovo device che servirà ai sub per identificare, essere guidati, in diversi itinerari culturali subacquei. È un dispositivo, unico nel suo genere, che permette ai subacquei di conoscere il relitto che stanno osservando sott’acqua. Il sistema sarà utilizzato nel mare di Taormina, Ustica, Marettimo, Marzamemi, Capo Passero, Noto per fruire in modo interattivo dei beni archeologici subacquei. Permetterà ai sub di sapere tutto sul relitto che stanno osservando. Come ormai avviene davanti a tanti monumenti , dove basta puntare il telefonino e un lettore interpreta il cartellino aprendo una pagina e fornendo tutte le notizie utili, adesso tutto ciò sarà possibile farlo sott’acqua con un analogo sistema di riconoscimento.

L’innovativo sistema sarà in funzione nei sette itinerari culturali subacquei realizzati nell’ambito del Programma Operativo Interregionale Attrattori culturali, naturali e turismo (POIn) con il progetto “Itinerari Culturali Subacquei in Sicilia”.
Ma non è l’unico sistema. Anche lo scorso anno, nell’ambito del Progetto Culturas, sono stati inaugurati dei percorsi archeologici subacquei in provincia di Trapani.
Tra tutti anche a Marsala, in cui sono stati realizzati due itinerari diversi da quelli presentati in questi giorni. Qui non ci sono sistemi informatici, app e altro. Ci sono i percorsi con dei cartellini in fondo al mare.
Rientra tutto nel progetto CUL.TUR.A.S. (CUltura e TUrismo Attivo e Sostenibie), in collaborazione con la Tunisia, è stato ottenuto un finanziamento dall'Unione Europea per la provincia di Trapani e due distretti tunisini di un progetto per la realizzazione di itinerari archeologici subacquei. 800.000 euro in totale. Per la provincia di Trapani sono stati individuati siti a Pantelleria, San Vito Lo Capo e, appunto, Marsala. Gli itinerari di Marsala arrivano dopo due anni di ricerche realizzate grazie all’architetto Nicola Sciacca e ad altri volontari.
“La strutturazione degli itinerari, tra quelli marsalesi e i sette del PoIn, è uguale - spiega Stefano Zangara della Soprintendenza del Mare - l’unica variante è la possibilità di utilizzare strumenti elettronici, come i palmari subacquei che avvicinandoli ai cartellini grazie ad un sensore danno le informazioni sul reperto”.
L'itinerario di Marsala si snoda intorno a due aree, quella di fronte al parco archeologico e quello del molo spagnolo, davanti il parco della Salinella
Ma che fine hanno fatto quei percorsi? Al momento non ci sono, sono stati smontati. Ma ad aprile, assicura Zangara, verranno rimontati e saranno fruibili fino a settembre. “Non è semplice la gestione degli itinerari, smontandoli abbiamo la possibilità di controllarli, di pulirli e dare un minimo di garanzia di gestione”. Perchè il problema principale sono i costi. “Per questo si è pensato di avviare una convenzione per dare in gestione ad associazioni e ditte di diving private che avranno l’onere della manutenzione”.
Il problema sono i soldi, e la Regione non è in grado di sostenerli. A questo punto Tusa l’anno scorso ha lanciato un appello al sindaco di Marsala per tenere pulita e accessibile la costa prospiciente i siti subacquei, oppure contribuendo alle utenze delle telefoniche per consentire la il controllo in streaming dei siti. Ma mentre per la Soprintendenza del Mare i percorsi subacquei sono per far vedere i reperti sott’acqua il sindaco proponeva di metterli al Museo Lilyebeo per creare un museo navale. Ma la mission dei percorsi subacquei non è proprio questa, ma la possibilità di vedere testimonianze storiche in fondo al mare.