Disoccupazione alle stelle, corsi di formazione usati per fini personali, scarso utilizzo dei fondi comunitari e occasioni di sviluppo perse nel turismo e nei beni culturali. La relazione del procuratore regionale della Corte dei conti, Giuseppe Aloisio, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, fotografa una Sicilia ancora oppressa da tremendi dati economici. Mentre gli studenti di Capizzi, paese della Provincia di Messina, la mattina del 12 ottobre 2015 hanno raggiunto a piedi Nicosia, distante 27 chilometri, per protestare contro il taglio dei contributi per il trasporto agli alunni, l’amministrazione regionale distribuisce innumerevoli tessere di libera circolazione per l’utilizzo gratuito di tutti i mezzi di trasporto pubblico locale regionale, ai vertici istituzionali, dirigenti e dipendenti regionali in servizio e in quiescenza, senza alcun riferimento alla capacità reddituale dei destinatari dei benefici. Aloisio parla di “un’Italia a due velocità, con la Sicilia ancora in recessione economica, un elevato indice di disoccupazione e un tasso d’inoccupati ancora più alto, riguardante soggetti emarginati dal mercato del lavoro, che non hanno mai avuto alcuna esperienza lavorativa, e tra questi un numero assai rilevante è costituito da giovani”. Poi i numeri: “Il tasso di occupazione di persone comprese tra 20 e 64 anni risulta il più basso d’Europa, pari al 42,4%. Il corrispondente tasso di disoccupazione include un’alta percentuale di Neet, categoria che indica giovani non occupati né inseriti in un percorso di formazione o educazione, di cui oltre il 40% tra i 18 e 29 anni”. La formazione, ad esempio, secondo Alosio avrebbe dovuto avere come “sua primaria finalità la creazione di sbocchi occupazionali” è invece “di sovente intesa come perseguimento di interessi personalistici” con diecimila persone stabilizzati da trenta e più anni, prima precarizzati e poi buttati fuori senza nessuna garanzia di sostegno al reddito. Ad oggi sono 70 le istruttorie avviate sulla formazione professionale e ancora in corso di definizione. Il procuratore punta il dito anche contro “la mancanza di scelte politiche risolutive adeguate, per attrarre sviluppo”. E spiega come “appare incredibile che non si riesca a utilizzare come primo fattore di crescita economica il turismo, tenuto conto dell’ineguagliabile patrimonio paesaggistico e monumentale, nonché delle vocazioni culturali della nostra terra, che non sono supportate da un piano turistico adeguato e sono penalizzate dalla mancata cura delle infrastrutture e dei servizi”,con incassi dei musei, inferiori a quelli di altri siti parimenti rinomati . Peri i fondi comunitari: “Si è evidenziata una gestione fallimentare assegnati per la promozione e la conservazione del patrimonio culturale, che in alcuni casi ha registrato una spesa pari a solo lo 0,65% delle somme stanziate”. E ancora, in materia di edilizia, si evidenzia “il primato negativo siciliano nella classifica dell’inefficienza” con un miliardo e mezzo di fondi a rischio per opere, per poi passare in rassegna criticità nel settore dei rifiuti e dell’abusivismo edilizio.
E tutto ciò ha portato nel 2015 alla citazione di 361 amministratori e burocrati per un importo di 39 milioni di euro, mentre cresce la consapevolezza dei cittadini: lo scorso anno sono stati presentati 790 esposti di associazioni e privati non coperti da anonimato, “chiara manifestazione di un’esigenza di legalità e giustizia sociale”.
Un popolo che sopporta questo è complice,asserisco io.
Enzo Mannone