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27/02/2016 07:00:00

Ato e rifiuti "illegali". In tribunale l'accusa del sindaco di Erice Tranchida

 Il sindaco di Erice Giacomo Tranchida è stato ascoltato come teste d’accusa, in Tribunale, a Marsala, nel processo scaturito dall’indagine Dda sul sistema, secondo l’accusa “illegale”, di raccolta e smaltimento dei rifiuti gestito dall’Ato Tp1. Un’indagine scattata anche su denuncia del sindaco della vetta, che adesso, in aula, ha detto: “Ho fatto svolgere le verifiche direttamente ai cittadini. E’ stata una sorta di indagine per vedere se l’Aimeri svolgeva il servizio di raccolta dei rifiuti correttamente o no. E dopo avere raccolto una serie di informazioni, ho segnalato quanto emerso all’Ato affinché venissero disposte le penalità”. Nel processo sono imputati l’ex direttore dell’Ato Tp1, Salvatore Alestra, il direttore dell’area Sud dell’Aimeri Ambiente, Orazio Colimberti, entrambi accusati di corruzione, il capo impianto del cantiere di Trapani, Salvatore Reina, nonché Michele Foderà, amministratore di fatto della “Sicilfert” di Marsala, Pietro Foderà, socio e responsabile dei conferimenti alla Sicilfert, e Caterina Foderà, responsabile amministrativo della stessa azienda, che nello stabilimento di contrada Maimone trasforma i rifiuti in fertilizzanti. Alestra, secondo l’accusa, non avrebbe denunciato i “disservizi” di Aimeri per ottenere favori da Colimberti (a mediare  tra Ato e Aimeri ci sarebbe stato l’allora senatore del Pd Nino Papania), mentre agli altri è contestato il conferimento e il traffico “illecito” di oltre 47 mila tonnellate di rifiuti. Tranchida, comunque, ha risposto solo ad alcune domande a “chiarimento” fatte dall’avvocato difensore di Alestra (Vito Agosta) e del legale di parte civile del Comune di Erice. Per il resto, si è deciso di acquisire al dibattimento i verbali delle precedenti dichiarazioni rese agli inquirenti. Stessa cosa è stata fatta anche per le dichiarazioni dell’ex sindaco di Calatafimi, Nicolò Ferrara. Il pm Carlo Marzella ha, poi, chiesto che vengano trascritte una parte delle conversazioni intercettate tra Alestra e l’ex senatore del Pd Nino Papanìa. L’incarico al perito verrà conferito nell’udienza del 7 marzo. Nel processo, sono parti civili il ministero dell’Ambiente, i Comuni di Marsala, Erice e Paceco, rappresentati rispettivamente dagli avvocati Angelo Nicotra, Luigi Cassata, Enzo Ranno e Vincenzo Maltese. E inoltre le associazioni “Codici” Onlus, Sicilia e Ambiente, il Movimento difesa del cittadino, Wwf e Legambiente, con gli avvocati Gandolfo, Bambina e Pipitone. A difendere gli imputati sono Massimo Mattozzi, Diego e Massimiliano Tranchida, Vito Agosta, Valentina Castellucci, Giuseppe Cavasino e Paolo Paladino. Dall’indagine della Dda è sostanzialmente emerso che l’Aimeri Ambiente “sin dall’inizio” non avrebbe differenziato i rifiuti, vanificando così l’opera di migliaia di cittadini, ai quali, per altro, negli ultimi anni sono state recapitate bollette sempre più salate. A Marsala praticamente triplicate nel giro di un triennio. Il nuovo sistema, infatti, ha visto aumentare a dismisura, come evidenziato dalla commissione consiliare d’inchiesta presieduta dal socialista Michele Gandolfo, il costo di raccolta e smaltimento dei rifiuti. E la ‘’differenziata’’, che ha richiesto l’impiego di un maggior numero di netturbini, secondo gli investigatori, in realtà non sarebbe stata attuata. Vanificando così anche l’impegno di quei cittadini che, quotidianamente, hanno separato i vari tipi di rifiuti.



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