Egregio Dir. Francesco Appari,
scrivo alla Vostra redazione in merito all’aumento dei prezzi fatto ad opera di alcuni bar di Marsala con la conseguente pubblicazione di un “listino unificato” dei prezzi (da notare, in particolare, il termine unificato).
Per cercare di combattere l’abusivismo locale, una 15ina di bar hanno deciso di aumentare i prezzi di quasi tutti i prodotti (dal caffè, fino ad arrivare al VINO). Se l’aumento dei prezzi fosse stato deciso autonomamente da ogni singolo gestore questo artico non avrebbe avuto alcun significato.
Vi sono due aspetti che meritano di essere analizzati: giuridico ed economico.
L’aspetto giuridico riguarda l’ipotesi che tale accordo possa configurare la creazione di un cartello,sostanzialmente vuol dire che l’accordo in questione abbia come effetto (o come scopo) quello di limitare la concorrenza tra le imprese (in particolare i bar locali). Vista la complessità della materia auspico che gli organi competenti diano un parere sulla questione al fine di accreditare o screditare tale ipotesi.
L’aumento reale dei prezzi, ovvero l’aspetto economico, potrebbe in una prima analisi risultare logico visto che viene meno la concorrenza tra i bar a causa dell’abusivismo, ma così non è. Innanzitutto perché come base giustificatrice dell’aumento è stata posta “la lotta all’abusivismo”; Ma ciò è un’offesa all’intelletto dei clienti dei gestori, poiché l’abusivismo non si può mai combattere diminuendo o aumentando i prezzi dei prodotti e/o servizi, ma basterebbe un’intensificazione dei controlli ad opera della nostra amministrazione nonché del corpo della polizia municipale. Ma visto che l’aumento non è neanche conseguenza di una maggiorazione dell’aliquota IVA sembrerebbe che sia, semplicemente, una scusa per un aumento generalizzato dei prezzi ad opera dei bar che vanno più di moda nel marsalese. Anche la scusa dell’aumento dei costi di gestione non può mai giustificare la creazione di un listino unificato poiché per quanto possa essere vera, ogni gestore ha costi fissi e variabili diversi dall’altro e quindi la creazione del listino unico sarebbe in contraddizione anche con tale ipotesi.
In conclusione, auspico che si faccia avanti l’associazione dei consumatori che prima di tutti dovrebbe intervenire in questi casi, nonché l’amministrazione comunale e tutte le autorità competenti. Aspettando che si chiarisca la questione spero che i marsalesi prendano più caffè a casa e meno nei bar!
Vincenzo Maria Casano