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23/02/2016 06:30:00

Dalla fascia rubata all'incendio al Comune. Cosa succede a Petrosino?

Cosa succede a Petrosino? Chi cerca di destabilizzare l'ambiente al Comune? Cosa c'è dietro il gesto di qualche giorno fa, quando è stata incendiata una finestra del Municipio dando fuoco ad una bottiglia di alcol?
Sono domande che si pongono in questi giorni nel piccolo comune tra Marsala e Mazara.
Un Comune amministrato dal 2012 da Gaspare Giacalone. La sua amministrazione sin dalle prime battute ha lavorato concentrandosi su alcuni temi che in passato erano stati sottaciuti, e toccando nervi scoperti che si intrecciavano con interessi molto più grandi della piccola comunità petrosilena.
Dalle questioni ambientali, a quelle urbanistiche, e poi i rifiuti, e gli interventi sui fatti di cronaca giudiziaria che hanno però riguardato la comunità.
Non c'è dubbio che in questi anni attorno all'amministrazione comunale del piccolo comune, che vive soprattutto di agricoltura, c'è stata tanta attenzione per il modo di far politica diverso rispetto a ciò che si vede in giro.
Di segnali, avvertimenti più o meno palesi ce ne sono stati diversi in questi anni.
Nel luglio del 2013, ad esempio, dei grandi massi vennero piazzati in piena notte in mezzo la strada che porta alla spiaggia di Torrazza sbarrandone di fatto il passaggio.  Il fattaccio è stato scoperto la mattina seguente e ha destato lo stupore a molti.
Era il periodo in cui l'amministrazione comunale era nel pieno della battaglia per rendere Torrazza pubblica. La questione Torrazza è stata tra le più spinose affrontate in questi anni. Tutto girava attorno ad una operazione di speculazione edilizia che si era messa in moto già da prima dell'arrivo di Giacalone alla guida del Comune, con la società Roof Garden, riferibile a Michele Licata (l'imprenditore destinatario del maxi sequestro di beni per 127 milioni di euro) che nella zona protetta dei Margi aveva cominciato a costruire un enorme complesso turistico. Il tutto fu poi bloccato e sequestrato con l'accusa di lottizzazione abusiva e abusivismo edilizio.
L'amministrazione di Petrosino e il circolo di Legambiente intervennero – ognuno per le proprie competenze, e nonostante gli attriti e la diversità di vedute – per ridefinire ciò che non era così scontato a quanto pare, ossia che Torrazza non doveva ricadere in una proprietà privata ma doveva essere una spiaggia pubblica. A Torrazza c'era un lido, costruito da Michele Licata, che è stato fatto demolire. C'era anche una casa fatiscente, Casa La Francesca, in mezzo alla spiaggia, che è stata fatta demolire. Contro questa scelta i proprietari hanno presentato ricorso al Tar, ma nelle ultime settimane i giudici amministrativi hanno rigettato il ricorso.
Ancora più inquietante è stato il caso della fascia tricolore rubata al Sindaco. La fascia era custodita presso il comando dei vigili urbani e un giorno, nel novembre 2013, è scomparsa. Qualcuno l'aveva rubata. E poi le lettere anonime e gli avvertimenti più o meno espliciti. L'opera d'arte di installata quest'estate e subito vandalizzata. Nel mezzo una attività amministrativa che non si è concentrata solo su Torrazza, ma anche sul caso del parco eolico offshore al largo della costa di Petrosino, o la distilleria nell'ex Trapas, o ancora tutte le “grane” urbanistiche. Negli ultimi mesi l'amministrazione, ad esempio, ha approvato il progetto del Piano Regolatore Generale. E sempre ultimamente un fronte caldo è stato quello legato ai rifiuti. Il sindaco Giacalone a settembre è stato eletto nel consiglio d'amministrazione dell'Ato Tp2, oggi SRR, che è la società di regolamentazione dei rifiuti nella parte meridionale della provincia di Trapani, quella che comprende il territorio del Belice. Un settore che definire marcio è dir poco.
A Petrosino, insomma, pare ci abbiano fatto anche un po' l'abitudine a certi segnali.
“Ma questa volta avevo percepito ed anticipato il clima pesante attorno a me già 3 settimane fa – ha commentato amareggiato Giacalone. Te ne accorgi perchè vedi succedere cose sotto i tuoi occhi che il metro della logica non riesce più a misurare. Richieste strane e melodrammi, che se non stai attento finisci pure per crederci. Ne avevo anche parlato a voce alta a chi mi sta affianco e a chi è giusto che lo racconti. Però questo non cambia nulla, non cambia mai nulla. Anche con tutta la buona volontà di chi mi ascolta, non cambia mai nulla. Io oramai mi ci sono abituato e non provo più nemmeno a capirci qualcosa o sperare di guardare un giorno in faccia gli autori o committenti di questi episodi”.



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