Sulle questioni squisitamente amministrative, di certo, non mancherà occasione di tornare (porto, aeroporto, politiche socio-sanitarie e culturali, criteri per la nomina dei dirigenti dei vari settori, etc.) ora urge la “domanda delle cento pistole”:il Sindaco di Marsala, ha onorato fino in fondo, il fortunato slogan con cui ha vinto le elezioni?
S’é comportato davvero da “Persona X Bene”?
Non sul piano privato e professionale: su quello non sussiste alcun dubbio, ma nel suo attuale ruolo di Primo Cittadino e di Segretario del PD?
Francamente, devo dire che ho molte perplessità al riguardo.
Generate da diversi atti, prese di posizione e ostinati silenzi del dott. Di Girolamo, sia prima che dopo la competizione elettorale. Analizziamone soltanto alcuni.
Dopo aver dichiarato, urbe et orbi, di non voler condividere alcunché con Enzo Sturiano – una volta vinte le Primarie e contestualmente allo “scioglimento” del gruppo all’ARS di “Articolo 4” nel Partito Democratico – ha fatto dell’ attuale Presidente del Consiglio Comunale il suo maggiore alleato e dell’On. Ruggirello uno dei suoi più ascoltati “consigliori”.
Nella sua qualità di Segretario cittadino del PD – dopo che il consuocero era finito sotto i riflettori come recordman italiano dell’evasione e della frode fiscale – invece di sbarrarlo, ha spalancato l’accesso nella lista dei Democratici all’ex-Ispettore di P.S., Pino Cordaro. Sicché, oggi, mentre l’intera famiglia Licata – genero compreso – é impantanata in una vicenda che si aggrava ogni giorno di più (all’evasione e alla frode, infatti, si sono aggiunti i reati di riciclaggio ed auto-riciclaggio)il consigliere Cordaro,dagli scranni di Sala delle Lapidi, fornisce il suo prezioso contributo al glorioso “Partito della Nazione”.
Deflagra il ‘caso Cimiotta’: il valente professionista incappa nei rigori della legge e viene rinviato a giudizio per voto di scambio.
Della vicenda si parla a livello nazionale, il giovane (e ingenuo?) consigliere decide di auto-sospendersi dal gruppo PD di Palazzo VII Aprile. Resta, però, Presidente della Commissione Bilancio, invece di dimettersi evitando così di farsi mettere sulla graticola e attrezzandosi al meglio, in attesa di potersi liberamente difendere nel processo che, a breve, si aprirà a suo carico.
Si chiama moral suasion, ma Di Girolamo ha mostrato di non volersene servire.
Francamente, dal “Sindaco X Bene” era legittimo attendersi qualcosa in più.
Per non recidere del tutto, il tenue filo che tiene ancora legate Etica e Politica.
Per non degradare La Torre e Berlinguer da adamantine guide per l’azione
politico-amministrativa a sacre reliquie, da esaltare solo nelle commemorazioni.
Per non trasformare l’azzeccato motto che ne ha propiziato la vittoria in un’altra occasione mancata. Da una sinistra che, annacquando la propria identità, rischia di rinnegare sé stessa, cancellare la sua nobile storia e disorientare il suo popolo: così inducendolo ad infoltire le fila di coloro che, alle urne, sempre più finiranno per preferire una tonificante nuotata, magari nel verde mare delle “Due Rocche”.
G. Nino Rosolia