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31/12/2015 13:00:00

Il nuovo anno, ricordando chi non c'è più, e con la voglia di fare

di Rossana Titone -  L'anno volge al termine. Sul finire di una candela si pensa sempre cosa si sia illuminato.
Si inizia con un bilancio e si finisce con una promessa per l'anno a divenire.
Che anno è stato? Certamente un anno che ha scosso la nostra comunità, che l'ha trafitta e che le ha imposto, almeno si spera, una o più riflessioni.
Se ne sono andati via in tanti:
Michele Galfano, il piccolo Gioele e Roberto Guarrasi. Persone note, conosciute ai più, volute bene.
La commozione di questa città si è fatta sentire. Chiesa madre gremita con non mai. Ognuno di loro porta con se un pezzettino di noi.
La morte ti scaraventa addosso la labilità della vita, ti spara dritto al petto e ti lascia così: attonito, sconvolto.
Mi ricordo ancora il funerale di Michele. All'uscita del feretro dalla chiesa c'era un silenzio reverenziale.
Viviamo tutti come se non dovessimo morire mai, come se il domani sia sempre e solo nostro.
Non è così.
La vita ci ricorda che tutto in pochissimi attimi può essere stravolto,annientato.
E tra le luci di un Natale,che porta con se malinconia e amarezza, ci saranno lacrime che solcano visi, oggi come domani.
Scritte così queste righe sembrerebbero l'elogio ai defunti e di fatto lo è ma è soprattutto ciò che porta con se la morte di una persona cara che bisognerebbe comprendere.
Ecco, io ad esempio questo Natale ho scartato il regalo più bello. Quello che non arriva da chissà quale parente, quello che non arriva da un negozio di lusso...ma che arriva da chi non c'è più. Una marea di ricordi, di frasi, di foto, di abbracci, di speranze, di dolori, di risate, di progetti... E anche il vuoto. Un vuoto che non deve spaventare, che c'è e ci sarà ma sappiamo a chi appartiene ed è lì, non c'è necessità di scacciarlo o riempirlo. Più grande è' il vuoto più grande era l'affetto che ci legava ai nostri amici.
Un regalo di valore inestimabile che non verrà messo in un cassetto ma che sarà linfa di nuova speranza.
Chi muore lascia una strada.
Vivere unicamente nel ricordo di chi c'è stato non serve se tutto ciò che è stato insegnato non viene proseguito.
Le anime si sfiorano sempre,ovunque si trovino.
Il proposito del 2016?
Fare bene, fare sempre, perché il fare è un progetto e la progettualità è vita.



Infomedica | 2024-11-09 11:19:00
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