di Dino Agate - All'Associazione Otium c'é stato un incontro, condotto da Massimo Jevolella, dall'iman di Messina, Mohamed Refaat, coordinatore delle comunità islamiche siciliane, e dall'man di Mazara del Vallo. Si é perlato del Corano libro di pace.
Massimo Jevolella é uno studioso dell'islam, ed ha tradotto per Feltrinelli i brani più belli del Corano. L'iman di Messina e l'iman di Mazara del Vallo fanno della loro vita una testimonianza della loro fede.
Bisogna sfatare il mito - secondo Jevolella - di un islam truce e violento, perché il Corano non giustifica questa tesi. Sulla stessa linea interpretativa sono naturalmente i due musulmani. Secondo il coordinatore islamico, i musulmani che sono venuti in Italia, e sono ormai sul nostro suolo un milione di persone, non pensano affatto alla violenza, ma cercano lavoro e pace, e vogliono condividere i frutti della democrazia occidentale.
Uno degli intervenuti, tra il pubblico, ha rilevato che si resta, però, frastornati dai ripetuti episodi di violenza - ultimo eclatante quello del 13 novembre a Parigi - condotti da gruppi terroristici che si richiamano apertamente all'islam. E, quest'interlocutore, ha fatto l'analisi dei fatti. Nel campo cristiano sono pure avvenuti nel passato episodi di crudeltà gratuita in nome di Dio, ma sono fatti collocati nei secoli bui del medioevo, come le Crociate ad esempio, contro gli infedeli, o la strage degli albigesi, all'interno dello stesso cristianesimo per l'eresia catara.
Le erronee interpretazioni dei testi sacri, però, nella civiltà cristiana sono state ormai superate da un paio di secoli. Il secolo dei lumi, con la ragione, ha fatto piazza pulita del cieco fideismo religioso e delle sue negatività. Nessun cristiano si sogna più di imporre con la violenza la sua visione escatologica, e nemmeno di far circolare sul web il massacro degli infedeli, come avviene con i video postati dai gruppi terroristici islamisti.
In duemila anni di cristianesimo c'é stata un'evoluzione nell'interpretazione dei libri sacri, e dal Settecento in poi é iniziata l'opera di eliminazione delle interpretazioni in malam partem. La religione islamica, invece, che é più giovane della cristiana di oltre cinquecento anni, non é arrivata ancora al punto di emendarsi da interpretazioni del Corano in malam partem. Troppi sono tuttora i gruppi terroristici che, richiamandosi al Corano, spargono violenza e sangue nel mondo.
Le primavere arabe sono apparse, qualche anno fa, un sintomo di una più civile interpretazione del libro sacro dell'Islam, ma poi s'é visto che le speranze sono andate deluse, e gli oscurantisti politici - religiosi hanno rialzato la cresta. Probabilmente ci sarà da aspettare a lungo prima che sorga altra primavera politico - religiosa sulle sponde dei territori tradizionalmente musulmani.
C'é un divario di evoluzione interpretativa, tra il cristianesimo e l'islam, dovuto alla diversa lunghezza della loro storia, ed oggi non si può esattamente prevedere quando l'intera comunità musulmana, che ha nel mondo un miliardo e seicentomila fedeli, avrà raggiunto lo stesso livello di civiltà nell'umana convivenza.
Occorre dare fiducia a quei rappresentanti della fede islamica, come l'iman di Messina e l'iman di Mazara del Vallo, che rinnegano la violenza come mezzo comune di lotta politico - religiosa. Il loro successo non é facile, perché hanno dei nemici in casa, i violenti e gli incivili, che sono anche i nostri nemici. Dobbiamo dare fiducia ai musulmani moderati e collaborare con loro per la sconfitta delle frange più retrive delle popolazioni che si riconoscono nell'islam.