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03/12/2015 06:35:00

Alghe al porto di Selinunte. Si deve riparare la paratia, ma il progetto non c'è più

 Quasi 12.000 euro. E’ la cifra che il comune di Castelvetrano ha stanziato per riparare la paratia del molo al porto di Marinella di Selinunte.

Certo, il termine “riparare” non è forse il più appropriato, dal momento che questa saracinesca, che si sarebbe dovuta alzare o abbassare secondo le correnti in modo da fare uscire le alghe dal porto, in realtà non ha mai funzionato.
E anche il termine “porto” non è dei più appropriati. “E’ abusivo – aveva ammesso l’ex sindaco Gianni Pompeo – non è facile far funzionare una cosa abusiva”. “Si tratta di una vasca sbagliata – aveva confermato l’ex ingegnere capo del Comune Giuseppe Taddeo – non è un porto”.
Ma siamo in Sicilia. E qui anche i porti possono essere abusivi, con responsabilità che sbiadiscono e si confondono sullo sfondo dei vari governi locali che si sono succeduti nel corso degli anni, tra barriere frangiflutti che diventano moli di attracco e strettissimi corridoi di cemento che diventano banchine.

In un porto abusivo, sembra quasi naturale procedere per tentativi ed errori. Prima della paratia (costata 30.000 euro), nel braccio di ponente era stato realizzato il foro (86.000 euro). La convinzione era che le alghe entrate dall’imbocco principale, sarebbero potute uscire da questo nuovo tunnel. Convinzione errata: le alghe rimasero dov’erano, ma entrò la sabbia, interrando buona parte del porto.
Quando invece decisero di realizzare la paratia, alla fine dei lavori si accorsero di un “piccolo” problema: la saracinesca non si abbassava fino in fondo, ma si fermava a pelo d’acqua. Nessuno, era il 2010, manifestò l’urgenza di porre rimedio all’errore e la sabbia continuò ad entrare per mesi, lenta e inesorabile, fino a quando i tecnici pensarono di posizionare delle rocce davanti al varco, in modo da tapparlo. Ma niente da fare: la sabbia entrò lo stesso, attraverso le intercapedini tra le pietre, saturando una buona fetta di porto.
Curiosamente, il tentativo di far uscire le alghe dal buco era fallito. E quello di chiudere il buco per evitare l’interramento era fallito lo stesso.

Tutto rimase fermo per 5 lunghi anni. Fino ad oggi, quando il sindaco Errante annuncia dalle pagine di un quotidiano “un rinnovato spirito di collaborazione che si è instaurato con gli operatori della marineria selinuntina” e decide di “riparare” la paratia.
Viene spontaneo chiedersi quanto possa essere sensato addebitare le decine di migliaia di euro per le bonifiche parziali di questi 5 anni, alla mancanza di spirito di collaborazione da parte dei pescatori. Una cosa è certa: il foro e la paratia non sono “soluzioni” partorite dai pescatori ma dall’ufficio tecnico del Comune, decise dalla precedente giunta Pompeo. Giunta della quale l’attuale sindaco Errante faceva parte.

Ad ogni modo oggi, secondo le attuali carte dell’amministrazione comunale, la paratia (completa di guide e ingranaggi) verrebbe smontata, revisionata, trattata con una vernice speciale anticorrosiva e rimontata.
Per fare questo è previsto un autocarro, un escavatore ed una gru, oltre ad un operaio comune, uno qualificato ed uno specializzato.
Operazioni descritte in una relazione tecnica, ma senza basarsi sul progetto originario. E questo per una ragione curiosa e semplice nello stesso tempo: quel progetto è sparito.
Lo hanno cercato negli archivi dell’Ufficio Tecnico, ma il fascicolo non c’è più.
Si dirà: va beh, basterebbe dare un’occhiata sul posto, in modo da poter definire in modo più preciso il tipo di intervento. Nella relazione però si legge che, a causa della mancanza dell’opportuna attrezzatura, non è stato possibile “eseguire rilievi al di sotto del pelo libero dell’acqua”.

Insomma, altro giro, altra corsa. Chissà cosa ci riserverà il caso. L’impressione è che la riesumazione di un progetto fallimentare non risolverà il periodico intasamento del porto, che forse avrebbe bisogno di una modifica strutturale all’imbocco, in modo da evitare l’esposizione diretta alle mareggiate in ingresso.

La soluzione definitiva però, che tutti aspettano da decenni, è il nuovo porto. C’è pure il progetto preliminare, anche se un tantino sovradimensionato: 400 posti barca, compresi 5 posti per natanti lunghi 30 metri e larghi 9. Di cui soltanto una cinquantina di posti per i pescatori. Costo complessivo: 36 milioni di euro.
Ecco, il progetto c’è. Mancano i 36 milioni di euro.
Ma con un po’ di ottimismo si può pensare anche che il porto si pagherebbe da solo, attraverso le risorse naturali ed artistiche, magistralmente amministrate e di irresistibile attrazione per tutti. E se c’è l’ottimismo, i 36 milioni di euro diventano un problema secondario.

Egidio Morici



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