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01/12/2015 06:20:00

Tribunale di Marsala. Cambiano molte cose, arrivano nuovi giudici. Scioperano i penalisti

Tornerà a pieno organico il Tribunale di Marsala dove si aspettano 8 nuovi giudici che copriranno le carenze di questi anni. Alcuni si sono già insediati in questi giorni, altri si insedieranno nelle prossime settimane. E' un Tribunale che negli ultimi mesi ha cambiato molte cose, quello di Marsala. E dal 2016 ci sarà un nuovo Procuratore e, se tutto va bene, un nuovo Presidemte. Alberto Di Pisa infatti si accinge ad andare in pensione, come abbiamo raccontato. A sette anni dalla nomina a capo della Procura della Repubblica di Marsala e dopo 45 anni di carriera, il 31 dicembre prossimo lascerà definitivamente la toga. Nato a Pietrasanta in provincia di Lucca, ha iniziato come pretore a Castelvetrano e poi a Palermo, dove fu anche procuratore generale aggiunto. Nel 2003 è stato nominato Procuratore a Termini Imerese, e il 16 luglio del 2008 capo della Procura di Marsala con 13 voti a 12 sul collega Alfredo Morvillo, cognato di Giovanni Falcone.
A Marsala, dove è subentrato ad Antonino Silvio Sciuto, non ha trovato una situazione facile. Con un ufficio sovraccarico di lavoro e una esiguità di personale e di mezzi che spesso ha confermato nelle sue rare dichiarazioni alla stampa.
Le domande presentate per succedere a Di Pisa sono state parecchie, e ci sono molti volti noti, come Teresa Principato, il Procuratore aggiunto che attualmente segue per conto della Direzione Distrettuale Antimafia le indagini sulla ricerca del latitante Matteo Messina Denaro, e l'uomo più scortato d'Italia,Nino Di Matteo. Tra coloro che hanno fatto domanda anche il Procuratore di Sciacca,Vincenzo Pantaleo. Il Csm dovrà decidere a chi affidare la guida della Procura marsalese.
Grandi cambiamenti per il Tribunale, quindi, che tornerà a pieno organico, con i nuovi giudici che si insedieranno a breve. Alcuni si sono già insediati. Tra questi c'è il giudice Lorenzo Chiaramonte, coinvolto nello scandalo per la gestione dei beni sequestrati da parte della Sezione delle Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo diretta da Silvana Saguto (attualmente sospesa dalla magistratura). Lorenzo Chiaramonte è sotto inchiesta per abuso d'ufficio, per non essersi astenuto in una procedura nonostante i suoi (presunti) rapporti con l'amministratore designato.
In tutto ciò si aspetta la nomina del nuovo Presidente del Tribunale di Marsala. Un processo molto più lungo e tortuoso. Ci sarà da aspettare ancora un anno almeno, dicono i bene informati, perché sono tante le variabili da considerare. Tra i papabili che hanno presentato domanda: Alessandra Camassa, che ha iniziato in magistratura proprio a fianco di Paolo Borsellino, Sergio Gulotta, Andrea Genna e Luisa Romagnoli. Per ora il Tribunale è retto dal presidente facente funzione Raimondo Genco, che ha preso il posto di Gioacchino Natoli, oggi presidente di Corte d'Appello a Palermo.


Intanto da ieri è cominciata la protesta degli avvocati penalisti di Marsala. Anche loro scioperano per tutta questa settimana e si astengono dalle udienze, come fanno i loro colleghi di tutta Italia. Ieri hanno organizzato un banchetto di protesta davanti il tribunale per poi aprire con una assemblea in cui si è discusso dei motivi dello sciopero.

 Il presidente della Camera Penale di Marsala, l'avvocato Giacomo Frazzitta, nel corso dell'assemblea ha fatto il punto sui motivi che hanno portato i penalisti a scioperare. Frazzitta ha puntato il dito contro “la spettacolarizzazione dei processi. C'è un abuso dell'utilizzo dei media. I casi di Mafia Capitale e di Saguto sono degli esempi di come la stampa spesso possa essere ad appannaggio delle Procure. La Saguto sta subendo un processo mediatico”. E poi ha sottolineato come “la partecipazione dell'imputato ai procedimenti stia diventando impossibile. Si assiste quasi a una smaterializzazione dell'imputato”. Anche la Camera Penale di Marsala quindi rivendica “Il diritto alla presenza a partecipare al processo da parte dell'imputato che è il primo strumento per rendere concreta e efficace la funzione processuale del diritto alla difesa”. E poi “l'abuso della custodia cautelare in carcere divenuta da extrema ratio a regola”. Per questo la protesta dei braccialetti davanti il tribunale lilibetano. Gli avvocati penalisti chiedono l'intensificazione di pene alternative al carcere, come i domiciliari con il braccialetto elettronico. Da qui lo slogan “più braccialetti meno carcere”. Su questo punto ha anche relazionato in assemblea l'avvocato Massimiliano Tranchida, dell'Osservatorio Carceri. “Dobbiamo vigilare sull'applicazione della pena e delle misure cautelari. Occorrono più braccialetti elettronici. Spesso la misura cautelare che impone il braccialetto non viene adottata per i costi elevati. L'Italia spende circa 11 milioni di euro per i braccialetti elettronici e questo ne frena l'utilizzo”.

Per l’Unione Camere Penali Italiane deve essere predisposta una “seria e radicale riforma del Csm”, con “nuove regole che limitino in maniera rigorosa il passaggio dalla magistratura alla politica, e dalla magistratura all’amministrazione”, operando un “profondo riassetto ordinamentale che preveda una separazione della carriera del giudice, da quella dei magistrati requirenti, quale inderogabile presupposto della sua Terzietà”. “Spesso il giudice viene percepito come non terzo. Fortunatamente in questo tribunale ci sono giudici maestri di terzietà”, ha aggiunto Frazzitta che ha parlato anche di una “magistratura che è brava a veicolare il proprio vittimismo e fa passare noi come gli avvocati del diavolo. Ecco dobbiamo tutelare il diritto dei cittadini ad essere difesi”. L'estensione dello strumento del ‘processo a distanza‘ indistintamente a tutti i processi con detenuti e senza specifica motivazione, tramite la riforma dell’art. 146 bis att. c.p.p. attualmente all’esame del Parlamento è per Frazzitta una “riforma che deforma”. E venerdì prossimo ci saranno a Marsala, per parlare di tutti questi temi e anche del patrocinio gratuito, i vertici nazionali dell'Unione Camere Penali.



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