Scrive Enzo Maggio della Cia, preoccupato per la situazione dell'agricoltura trapanese

"E' davvero triste quello che sta succedendo all'agricoltura trapanese. Esiste o no una classe dirigente che guarda al futuro? Nessuno, infatti, si preoccupa di cosa potrà succedere dopo la vendita dei reimpianti dei vigneti. Cosa rimarrà in questa provincia? Quale tipo di economia potrà sostituire  quella prodotta dai vigneti di quei terreni? Mi chiedo cosa fa l’Istituto della Vite e del Vino di fronte alla vendita dei diritti di reimpianto (non è nato per difendere i nostri produttori vitivinicoli?);  non ho visto e sentito spendere parole di fronte a questa triste realtà. Mi chiedo come possa un produttore del nord acquistare a prezzi così alti i diritti di reimpianto e quanta differenza c'è nel fare l’agricoltore nella nostra provincia rispetto al nord Italia? Vorrei rivolgere un invito all’assessore all’Agricoltura, affinchè  dicesse ai tanti giovani di questo territorio che stanno scommettendo sull'agricoltura, stipulando mutui, avendo scadenze, cambiali e contributi Inps da pagare, cosa potranno fare per andare avanti. E quali risposte potrà dare ai buoni presidenti delle cantine che non riescono a chiudere bilanci in grado di soddisfare l’esigenze dei loro soci, visto che i prezzi dei vini venduti sfusi sono quelli di 30 anni fa. Le migliori cantine riescono ad imbottigliare solo il 15-20%. Mi chiedo se tutto questo è dovuto alla normativa sullo zuccheraggio approvata alcuni fa dalla Commissione Europea. Infatti alcuni paesi del nord Europa possono arricchire i vini con il saccarosio; se continua così e i nostri vini li vendiamo a questi prezzi,  quale prospettive avremo? Infine, per affronatare questi temi annuncio che presto nascerà un comitato di giovani agricoltori, per dare voce e difendere chi ancora crede nel settore agricolo, sperando che i salotti della politica possano essere vicini agli agricoltori".  

Enzo Maggio (CIA)