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25/11/2015 20:35:00

L'Istat: poco più della metà dei siciliani è povero

 oco più della metà dei siciliani è povero: nel 2014 sono il 54,4%. Il dato, seppur in lieve calo rispetto al 2013 (era il 55%), fa della Sicilia la Regione più povera d’Italia (la media nazionale è del 28,9%); seguono Campania e Calabria, dove la percentuale di persone a rischio povertà si ferma al 49% e al 43,5%. Lo rivela l’Istat nell’ultimo rapporto su reddito e condizioni di vita. Secondo l’Istituto di statistica, l’indagine mostra che il 26,0% dei siciliani vive in condizione di deprivazione e il 40,1% è a rischio povertà; nel 24,9% dei casi, poi, gli intervistati asseriscono di vivere in famiglie a bassa intensità di lavoro. L’indagine, su scala nazionale, è stata condotta, su un campione di 19.663 famiglie e rileva alcuni indicatori su condizioni economiche, redditi netti e condizione lavorativa per mese, che rappresentano la base di partenza dell’Unione europea per definire e monitorare gli obiettivi di politica sociale, nell’ambito della strategia Europa 2020. Questo il commento del Forum Terzo Settore Sicilia:

I dati diffusi dall’ISTAT sulle condizioni di vita degli italiani nel 2014, pur lasciando intravedere qualche lieve miglioramento rispetto al 2013, per la nostra regione sono drammatici. Siamo in presenza di una percentuale altissima di famiglie in stato di grande deprivazione (doppio della media nazionale) e di numerosissimi nuclei familiari non in condizione di garantirsi almeno un pasto proteico ogni due giorni.
Siamo alla fame! Se a questo aggiungiamo i dati delle settimane scorse che ci indicano che sono sempre di più le persone che rinunciano alle cure sanitarie, il quadro è completo.
Occorre uno scatto di orgoglio della politica siciliana: è in gioco la vita delle persone, il futuro dei minori e degli adolescenti che pagano per tutti.
L’Ars calenderizzi la discussione sul disegno di legge di iniziativa popolare sul reddito minimo.
Non sarà risolutore ma rappresenta, in attesa degli interventi del governo nazionale, un segnale di attenzione che tutti insieme dobbiamo a chi sta pagando a durissimo prezzo il costo della crisi e della cattiva politica.