Il 95% dei dodicenni ha uno smartphone. Non è tanto la percentuale a sorprendere, ma l’uso che se ne fa. I ragazzini si raccontano in rete, e raccontano in rete tutto.. Senza filtro, e con l’ingenuità, appunto, del dodicenne. Ma le scuole come si comportanto per prevenire fenomeni di dipendenza da smartphone e da social nei bambini?
Secondo l’università di Firenze non è un fenomeno, ma è la normalità che i bambini abbiano uno smartphone. Sono i cosiddetti nativi digitali, generazione nata con un dispositivo in mano, che disconoscono la vita oltre il t9. E il rischio è che l’eccessivo uso di smartphone possa creare dipendenza. Il punto è come si usa, come evitare dipendenze da smartphone, come indirizzare i ragazzini verso un uso intelligente di smartphone e internet su mobile.
Vietarli in classe? Secondo la London School of Economics il rendimento migliora. Limitando le distraioni originate dalle chat e selfie i punteggi nei test migliorano del 6,41%.
Un’altra ricerca della stessa università dice che i giovani sono sì sempre connessi, ma ad esempio il 33% indica tra le attività principali svolte in rete qelle legate alla didattica.
Il 49% degli studenti indica come attività principali lo scambio di messaggi. Il 69% invece i social network. Allora il tempo passato con lo smartphone per studiare è poco? Può sembrare così, ma l’università londinese dice che è in aumento l’uso degli smartphone per la didattica. Importante è l’approccio che indicano gli insegnanti, la loro stessa preparazione e cosa fanno le scuole.
In provincia di Torino, ad sempio, 22 ragazzi sono stati sospesi perchè scattavano foto e giravano video ai prof in classe. Video e foto venivano poi fatti girare su Whatsapp e Facebook. Una sorta di bullismo 2.0 ai danni degli insegnanti, che ha portato il dirigente scolastico a sospendere gli studenti. Un caso che ha acceso i riflettori sull’uso degli smartphone da parte degli studenti, sulle regole da tenere in classe e quali punizioni aspettano gli alunni.
Abbiamo sentito tre dirigenti scolastici di Marsala, per sapere come si stanno muovendo le scuole medie sul tema degli smartphone ai ragazzini, se si sta facendo qualcosa per contrastare la dipendenza da smartphone.
“Da noi è ovviamente vietato l’uso in classe degli smartphone - dice la dirigente dell'Istituto Garibaldi-Pipitone Francesca Pantaleo - perchè i ragazzi devono ricevere prima una corretta informazione sull’uso. Smartphone e tablet potrebbero essere utili nella didattica, ma bisogna riformulare quest’ultima. Usati come si fa adesso, di nascosto, per chattare, non va bene. E’ vero che ci sono nuove metodologie d’insegnamento che prevedono l'uso di tablet e smartphone però deve esserci prima la formazione degli studenti”.
Il punto è anche prevenire la dipendenza da smartphone e dai social network. “Abbiamo fatto, e lo ripeteremo, un convegno su ‘Generazioni Connesse’. Era rivolto anche ai genitori, ma soprattutto bisogna informare prima i ragazzi. Abbiamo avuto una psicologa che parlò di dipendenze. Ma la scuola da sola non ce la fa, serve alleanza con i genitori”.
E a Marsala secondo tutti i dirigenti già dalla quinta elementare i bambini portano i telefoni a scuola. Servirebbero per casi di necessità ai bambini, anche se non va proprio così.
Tutte le scuole, però, in sostanza vietano l’uso dello smartphone in classe. Questo perchè viene dato per scontato che possa servire solo per distrarsi dalle lezioni. Ma i dispositivi possono essere utili per la didattica: cercando sui motori di ricerca informazioni in più rispetto a quello che si dice in classe, registrando delle tracce audio delle lezioni per poi approfondire. Ma non è una pratica usata dalle nostre parti per paura che gli studenti si distraggano.
“Nel corso degli anni sono stata dura sul tenere i cellulari in classe - dice Mariella Parrinello, dirigente della Mario Nuccio di Marsala - ogni stanza ha degli armadietti, e la mattina gli alunni mettono lì dentro i dispositivi. Si ottiene un risultato discreto”. E sulla formazione Parrinello aggiunge che è stato fatto “per i docenti e per gli alunni un progetto contro le dipendenze, sia da gioco d’azzardo che da internet con una riflessione con psicologi sulle nuove dipendenze e su quali sono i comportamenti che possano far scattare l’allarme. Abbiamo fatto un giornalino e presenteremo un blog”.
Alla scuola media Mazzini invece è stato fatto un incontro con le forze dell’ordine in cui sono stati spiegati i pericoli legati alla Rete. “La nostra regola - dice la dirigente Franca Pellegrino - è di non usare gli smartphone in classe, li mettono sul tavolo. Ogni cosa deve essere usata nella maniera opportuna”.
Occhio però alle punizioni troppo severe, secondo gli esperti possono provocare negli alunni giovanissimi un senso di ingiustizia nei loro confronti e un odio verso le istituzioni.
Per questo tutti consigliano un dialogo anche informale con gli alunni per evitare spropositate reazioni.