Ho letto giorni fa che, per le difficoltà finanziarie che attraversa il comune, potrebbe essere sacrificato il contributo di 80 € che l’Ente ha elargito, negli anni passati, alle famiglie indigenti in occasione del Natale.
Non penso però che in un’ottica di quadratura di bilancio la Giunta sacrificherebbe un capitolo di spesa che andrebbe a svantaggio delle persone più bisognose della nostra città.
Io non so quante famiglie “godono” di tali somme. Non ho avuto tempo di informarmi.
Non so nemmeno se il sindaco e l’assessorato alle politiche sociali del nostro comune abbiano predisposto interventi ed iniziative alternative, ma un suggerimento lo voglio comunque dare.
Molti comuni italiani, superando la cosidetta “miopia bilancistica”, (cioè anche non erogando somme di denaro si possono portare avanti iniziative alternative parimenti utili alla collettività) si son fatti promotori ed hanno coordinato iniziative volte ad aiutare quanti sono in difficoltà economica e non ce la fanno a comperare beni di sostentamento giornaliero.
Come? Creando una vera e propria “rete di volontariato”.
Il Comune a cui spetterebbe il coordinamento e il patrocinio dovrebbe mettere a disposizione della “rete” del personale, coinvolgere onlus e associazioni di volontariato nel ruolo di gestori operativi, avere il supporto e l’ausilio di aziende private. Il tutto attuabile attraverso lo spirito di solidarietà dei cittadini. L’attività promozionale e di volontariato potrebbe essere estesa agli studenti delle scuole creando così anche una valenza educativa di sensibilizzazione.
L’idea di fondo sarebbe quella di generare un sostegno “aperto” attivato ed alimentato dagli stessi cittadini clienti dei supermercati che, andando a fare la spesa, possono donare alle casse semplicemente un euro oppure “prendere uno e pagare due” su un carnet di beni di prima necessità preventivamente predisposto.
Con un semplice gesto, con poco, secondo le possibilità di ognuno, si sceglie di aiutare gli altri. Un gesto di concreta sensibilità e di grande significato di solidarietà possibile grazie alla generosità dei singoli, all’attività di rete di volontariato, alla collaborazione tra istituzioni associazioni e aziende.
L’iniziativa adottata in diversi comuni si chiama “Spesa SOSpesa”.
Si andrebbe a costituire un fondo messo a disposizione delle famiglie bisognose. Quanto raccolto verrebbe poi trasformato in “borse della spesa” che settimanalmente potrebbero essere offerte alle famiglie bisognose individuate dai Servizi sociali del Comune.
Tutte le associazioni dovrebbero concorrere nel progetto con compiti specifici. Alcune curerebbero il trasporto del materiale, altre garantirebbero l’operatività dei volontari negli info point all’interno dei supermercati e altre ancora l’aspetto organizzativo e logistico.
Soprattutto i volontari presenti negli info point avrebbero l’importante compito di sensibilizzare e dare informazioni ai clienti in merito al progetto.
Il progetto è ambizioso ma è un meccanismo virtuoso per rendere attuabile un’azione solidale.
E i marsalesi, è dimostrato, sono sempre stati altruisti e solidali.
E al Comune non costerebbe nulla.
Per Marsala, ad maiora.
Giacomo Laudicina