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17/10/2015 07:07:00

Marsala, truffa. Assolti quattro ex autisti scuolabus. Continua il processo a Genna

 Il giudice monocratico di Marsala ha assolto (“perché il fatto non costituisce reato”) quattro marsalesi, ex dipendenti della “Csi Italia” dall’accusa di truffa in danno della ditta per cui lavoravano. La Csi, per un certo periodo, fino al 2010, ha gestito, a Marsala, il servizio scuolabus. Secondo l’accusa, i quattro imputati adesso assolti avrebbero ottenuto l’assunzione alla Csi Italia “attestando falsamente, nelle dichiarazioni rilasciate al Centro per l’impiego di Marsala, il suo stato di disoccupazione, dichiarando la percezione di redditi inferiori a quelli effettivamente percepiti”. In tre casi per il 2006, in uno per il 2007. “Traendo così in errore – si affermava nel decreto di citazione a giudizio a firma dell’allora pm Bernardo Petralia – il titolare della ditta a cui causava un danno economico dovuto all’iniziale indebito riconoscimento delle agevolazioni di sconto contributivo e al conseguente obbligo di restituzione delle somme indebitamente percepite”. Alla sbarra erano così finiti Roberto Ferrara Gandolfo, di 49 anni, Marianna Pellegrino, di 30, Giovanni Genna, di 62, e Stefano Ingarra, 45. Il reato fu contestato nell’aprile 2011. A difendere gli imputati sono stati gli avvocati Fabio Spanò, Luigi Pipitone e Antonella Caruso.

GENNA. E’ ormai in dirittura d’arrivo, davanti al giudice Riccardo Alcamo, il processo al 52enne ex carabiniere Nicolino Genna, imputato per circonvenzione di incapace, tentata truffa e furto. Per Genna, il rappresentante dell’accusa ha già chiesta la condanna a due anni e mezzo di carcere e il prossimo 3 dicembre potrebbe arrivare la sentenza. Questi i fatti contestati: secondo l’accusa, l’ex carabiniere avrebbe circuito una sua anziana zia ultraottantenne che secondo gli inquirenti era affetta da demenza senile. Dall’indagine, condotta dalla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura e coordinata dal procuratore Alberto Di Pisa e dal sostituto Antonella Trainito, è emerso che grazie una serie di operazioni bancarie l’ex militare, per anni in servizio a Roma, avrebbe sottratto all’anziana circa 100 mila euro. Ciò con operazioni finanziarie effettuate presso sportelli del Credem, dell’Unicredit, della Banca Intesa San Paolo e della Ing Direct. Genna sarebbe riuscito a farsi intestare beni patrimoniali per un valore di quasi 89 mila euro. In particolare, alla filiale Credem di Strasatti, le faceva chiedere l’emissione di un assegno circolare di 15 mila euro, che poi versava sul suo conto. Idem nuovamente al Credem (2600 euro) e con due bonifici (di 32 mila e 39 mila euro) presso le agenzie di piazza Piemonte e Lombardo e via Salemi dell’Intesa San Paolo. Genna avrebbe, inoltre, tentato di truffare anche il figlio (G.A.) della sua presunta vittima, convincendolo a sottoscrivere documentazione bancaria finalizzata ad operare sui suoi conti correnti. “Riteniamo provata – dicono i legali di parte civile, Diego Tranchida e Fabio Pace – la penale responsabilità dell’imputato, che ha approfittato di una situazione di minorata capacità psichica dell’anziana parente”. A difendere Nicolino Genna è l’avvocato Stefano Pellegrino che, pur non potendo negare il danno economico subito dall’anziana, ha evidenziato che questa, all’epoca dei fatti contestati (novembre/dicembre 2012) non sarebbe stata incapace di intendere e di volere. “Ciò – sostiene il legale – risulta da certificati rilasciati all’epoca, per una pratica Inps, dal centro di salute mentale”. Pare, che le condizioni dell’anziana si siano aggravate successivamente.



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