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07/10/2015 06:45:00

Marsala. Assolto l’avvocato Corrado Di Girolamo. Era accusato di concussione

 “Il fatto non sussiste”. E’ questa la formula con cui il giudice delle udienze preliminari Annalisa Amato ha assolto, con il secondo comma dell’articolo 530 del codice di procedura penale (“Quando manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova”), l’avvocato marsalese Corrado Di Girolamo dall’accusa di concussione. A difendere l’imputato è stato l’avvocato Paolo Paladino. Per Di Girolamo, giudicato con rito abbreviato, il pm Giulia D’Alessandro aveva invocato la condanna a quattro anni e quattro mesi di carcere. Secondo l’accusa, il legale finito sotto processo avrebbe chiesto una ingente somma, a solo titolo di spese, agli aggiudicatari di beni messi all’asta dal Tribunale e alla cui vendita era stato delegato dal giudice dell’esecuzione. Ma nella prima udienza preliminare, l’avvocato Paladino ha prodotto una “memoria” allo scopo di dimostrare la “congruità” delle pretese economiche del Di Girolamo. A controbattere, nel corso della requisitoria, è stato il pm D’Alessandro, presentando il prospetto con cui il giudice dell’esecuzione (Vaccaro) ha liquidato a Di Girolamo circa 4 mila euro. Meno di un quarto, dunque, della prima richiesta (17 mila euro) che il legale avrebbe avanzato agli aggiudicatari dei beni venduti con esecuzione immobiliare. L’indagine, scaturita dalla denuncia degli aggiudicatari dei beni messi all’asta (Leonardo Salvatore Lombardo, di 35 anni, e la sorella Giusy Marianna Lombardo, di 29, figli degli ex proprietari dei beni), è stata svolta dalla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura. Questi i fatti contestati: i due fratelli Lombardo, il 2 ottobre 2013, per circa 24 mila euro si sono aggiudicati all’asta tre piccoli immobili. L’asta si è tenuta nello studio dell’avvocato Corrado Di Girolamo. Dopo qualche giorno, i Lombardo si recano presso lo studio del legale per definire modalità e importo delle ulteriori somme da versare a titolo di saldo e di spese e l’avvocato Di Girolamo chiede loro, secondo l’ipotesi d’accusa, ben 17 mila euro a solo titolo di spese. Una cifra pari a circa il 70 % del valore dei beni aggiudicati. Dopo qualche giorno, su richiesta dei Lombardo, ai quali la richiesta appariva troppo esosa, l’avvocato Di Girolamo faceva uno sconto di 2 mila euro, chiedendo 15 mila euro. I fratelli Lombardo chiedevano, naturalmente, al noto legale di rivedere le sue pretese, che, anche a dire di altri professionisti del settore, erano senz’altro esorbitanti. Sempre secondo l’accusa, nel frattempo, Di Girolamo avrebbe lasciato intendere ai Lombardo che se non avessero provveduto a versare le somme richieste a titolo di “spese varie”, non avrebbe stipulato il decreto di trasferimento degli immobili. E il tempo non lavorava in favore dei Lombardo, perché il deposito delle somme doveva avvenire entro i 60 giorni dall’aggiudicazione provvisoria, pena l’applicazione di interessi legali e poi la decadenza dall’aggiudicazione dopo 90 giorni, con notevole danno economico (oltre che affettivo) per la perdita dell’acconto versato. Fino al 2 dicembre 2013, l’avvocato Di Girolamo sarebbe stato irremovibile. Ad un certo punto, però, avrebbe cambiato idea. Chiedendo il versamento di 7 mila euro. Meno della metà rispetto a quanto preteso fino a poco prima. Non si sa perché questo improvviso cambio di rotta. Forse, aveva avuto sentore che la sezione di pg della Guardia di Finanza della Procura stava indagando su di lui. Una “marcia indietro” che, però, non è stata sufficiente ad evitargli l’accusa di concussione. Per questi fatti, Corrado Di Girolamo (noto anche per i diversi incarichi professionali conferitigli dal Comune di Marsala quando era sindaco Giulia Adamo) è stato anche deferito al locale Consiglio dell’Ordine degli avvocati (presieduto da Gianfranco Zarzana), che ha trasmesso la comunicazione relativa al procedimento penale a Palermo, al Consiglio distrettuale di disciplina. “Ho sempre creduto nell’innocenza di Di Girolamo” dice l’avvocato Paladino. I denuncianti, costituitisi parte civile, sono stati assistiti dall’avvocato Roberta Tranchida, che ha dichiarato: “Rispetto assoluto per la sentenza. Attenderemo le motivazioni. Tuttavia, con questa assoluzione si rischia di aprire maglie nel modo di gestire le procedure esecutive”. Già nel 2000, la Procura di Marsala aveva aperto un fascicolo, sempre per concussione, nei confronti dell’avvocato Di Girolamo, in quanto accusato dall’imprenditore marsalese Ignazio Buffa, all’epoca presidente della cooperativa Impex. Buffa, nel luglio 2000, dichiarò alle Fiamme Gialle della Procura che per acquistare un complesso immobiliare, divenuto poi sede della sua azienda, avrebbe dovuto consegnare al commissario liquidatore della società proprietaria di quell’immobile, l’avvocato Di Girolamo, una consistente somma: 50 milioni delle vecchie lire. Poi, non si sa perché, Buffa ritrattò le accuse mosse al legale, subendo quindi una condanna a 10 mesi di reclusione per calunnia.



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