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07/09/2015 06:25:00

Giunta Crocetta, il Pd incassa l'appoggio "esterno" del Nuovo Centro Destra per le riforme

 Il Nuovo Centro Destra di Schifani e Alfano ormai è un alleato stabile del Pd di Renzi. Talmente stabile che il partitino di centro che raccoglie gli ex Forza Italia sta pensando seriamente di presentarsi alle prossime elezioni politiche e amministrative già alleato con il Pd. Non può sottrarsi a questa logica la Sicilia, dove il Nuovo Centro Destra è in opposizione al governo Crocetta. Ecco perchè negli ultimi gionri si è lavorato per un ingresso degli uomini di Alfano in Giunta. Un'ipotesi concreta, alla quale Crocetta non ha detto no. L'unica controindicazione è che una cosa del genere avrebbe fatto rivoltare lo stomaco a quel po' di "opinione pubblica" che ancora segue le vicende del centrosinistra in Sicilia e sarebbe stato l'ennesimo assist per i Cinque Stelle (che i sondaggi, infatti, danno sempre più in crescita). Ecco allora che si è deciso per una cosa soft:il Nuovo Centro Destra non entra in Giunta, ma darà il suo appoggio alle famose "riforme". 

Proprio su La Repubblica Crocetta aveva aperto le porte al Nuovo Censtrodestra: "Voglio essere franco: in un’ottica di lealtà, di trasparenza e di rispetto del programma elettorale — dice il governatore — non sarei contrario all’allargamento della maggioranza al Nuovo centrodestra". Le resistenze maggiori al matrimonio sono arrivate però prorprio dal Nuovo Centro Destra.  In un'intervista al Corriere qualche giorno Renato Schifani ha richiamato la vocazione alternativa alla sinistra del partito: “Non si cambia la ragione sociale di un partito senza procedure straordinarie”, ha detto l'ex presidente del Senato.

Certo è curioso notare che appena due mesi fa, a chi gli parlava di alleanza con NCD Crocetta diceva di no "perchè è il partito di Mafia Capitale e del Cara di Mineo".

Alla fine si è decisi di fare una cosa a metà. No a un ingresso nel governo di Rosario Crocetta “perché mancano presupposti e garanzie”, ma sì a un accordo col Pd sulle riforme da fare in Sicilia all’interno di un progetto politico di lungo respiro e dunque con l’avallo delle segreterie nazionali anche in vista delle prossime tornate amministrative. E l’orizzonte di questo “patto istituzionale” potrebbe essere il rinnovo, imminente, delle commissioni parlamentari all’Assemblea siciliana. A tracciare il quadro è il sottosegretario Giuseppe Castiglione, coordinatore in Sicilia del Ncd, fin dall’inizio all’opposizione del governo Crocetta, che è sostenuto da Pd e Udc, oltre che da alcuni partiti miniori come Pdr, Sicilia democratica e Megafono. Il sottosegretario dunque “apre” all’ipotesi, su cui lavorano da settimane gli ex cuperliani del Pd in Sicilia, di un allargamento della maggioranza che sostiene Crocetta al Nuovo centrodestra. I contatti tra il Pd e il partito di Alfano sono continui con buona parte dei deputati regionali del Ncd disponibili al nuovo corso anche se non mancano le resistenze da parte di alcuni dirigenti nazionali: ma la costruzione dell’accordo non è proprio a portata di mano. Il Ncd punta a definire prima l’intesa con l’Udc per la creazione dell’area popolare. Dice Castiglione: “L’alleanza con l’Udc deve avere un respiro nazionale, non possiamo certo creare un partito siciliano, non avrebbe alcun senso”.

“Il Nuovo Centrodestra non può dare alcun sostegno al governatore Crocetta, il cui fallimento è sotto gli occhi di tutti”. Lo dice il deputato nazionale di Ncd Alessandro Pagano a proposito dell’ipotesi che il partito di Alfano appoggi la giunta Crocetta, replicando lo schema Pd-Ncd a livello nazionale. “Quanto accaduto in questi anni, tra cui anche il recente caso che ha portato alle dimissioni dell’assessore Borsellino, denota – prosegue Pagano – non solo la totale incapacità amministrativa e di governo di Crocetta, il quale ricordo è stato votato solo dal 15 per cento effettivo dei siciliani, ma anche la dubbia moralità che ha contraddistinto il suo operato. Tant’è che oggi è mal visto dal 100 per cento dei siciliani, al netto delle lobby. Dobbiamo stare lontani da Crocetta – conclude il parlamentare di Ncd – così come dalle lobby di potere che hanno sostenuto la sua elezione”.