di Dino Agate - Da alcuni anni sorge ogni estate il problema del transito e della sosta in quella striscia di terra e mare, che é il promontorio di San Teodoro. Da quel posto, all'ombra della cinquecentesca torre di avvistamento, chi vuole può raggiungere, con l'acqua del mare alle ginocchia, la riva opposta dell'Isola Lunga. Lo scenario é mozzafiato, ma é rischioso per l'avventore. Infatti, il gestore di un piccolo stabilimento balneare, collocato su quello stretto passaggio, ha avuto anche di recente, come le estati precedenti, diverbi con coloro, uomini e donne spesso con bambini al seguito, che volevano passare dalla terra ferma all'isola o sostare in vista dell'Isola. Secondo il gestore del lido, come risulta dal video pubblicato su tp24, i visitatori non potrebbero fermarsi per una sosta, dovrebbero procedere spediti sull'acqua verso l'altra riva.
Può darsi che il gestore abbia le autorizzazioni necessarie per tenere aperto il suo stabilimento balneare in quel posto. Sarebbero da controllare però, da parte delle Forze dell'ordine, quali sono le condizioni della concessione, se cioé l'istallazione del lido privato fa effettivamente diminuire il godimento della spiaggia alla massa degli utenti, cittadini e turisti.
Se ricordiamo bene, negli anni scorsi ci sono state polemiche sulla concessione di quella spiaggia per impiantarci uno stabilimento balneare privato, a pagamento. Le polemiche coinvolsero a vario titolo il sindaco Giulia Adamo, il suo assessore Eleonora Lo Curto e il gestore del lido, con interventi degli Uffici regionali.
Nonostante da anni la questione torna ogni estate d'attualità, per i diritti accampati dal gestore del lido contro l'occupazione del suo spazio da parte di chi non paga il biglietto di entrata al suo stabilimento, sarebbe opportuno che in nostro sindaco, Alberto Di Girolamo, si interessasse del caso, per stabilire definitivamente se siamo stati tutti espropriati di un luogo particolarmente bello, a beneficio di un piccolo imprenditore. Piuttosto che chiedere carte e lumi ai suoi tecnici e funzionari aamministrativi, che come azzeccagarbugli potrebbero rappresentargli situazioni inesistenti, il sindaco farebbe bene una mattina, che ancora fa caldo, a mettersi in costume e maglietta e ad andare di persona a San Teodoro. Senza farsi accompagnare dai Vigili, magari con un nipotino alla mano. Non dovrebbe andare dentro il lido. Dovrebbe solo fare quello che vorrebbero fare, e non possono, tanti marsalesi e tanti turisti: sostare in quel breve tratto di mare che é anche la via obbligata per chi a piedi vuole andare all'Isola Lunga. Il sindaco potrebbe essere riconosciuto dal gestore, ed allora magari la sua presenta lo farebbe smettere di vietare la sosta, oppure potrebbe essere pure lui invitato a "transitare". In ogni caso, la sua presenza eviterebbe quegli incresciosi battibecchi, che spesso sono avvenuti tra gestore e comuni vacanzieri. E se le cose si mettessero male, una chiamata al cellulare del sindaco ai suoi Vigili, rimetterebbe le cose a posto.
Poiché il sindaco, con il daffare che ha al Comune, non può andare ogni mattina alla spiaggia di San Teodoro, potrebbe incaricare a turno un suo assessore, compreso per primo il vice sindaco, di andare a fare il bagno là, in difesa della libertà di transito e sosta, che il popolo richiede, ed il gestore non concede.