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19/08/2015 06:30:00

Castelvetrano. La via del capo della Polizia, dalle colombe alle carogne

 Era stata inaugurata in pompa magna, nell’ottobre del 2013. La via Manganelli è senza curve. “Dritta, come una comunità che ha scelto di vivere nel solco della legalità” aveva affermato il sindaco Felice Errante. Ma è anche senza illuminazione e soprattutto senza uscita. Avrebbe dovuto collegare la via Seggio con la via Partanna, ma si è fermata a metà percorso.
“Da lassù – aveva affermato il primo cittadino, tra musica e colombe bianche liberate per l’occasione – Antonio Manganelli ci sta accompagnando con un grande sorriso.”
Oggi, dopo quasi due anni, la via dedicata al capo della Polizia morto il 20 marzo 2013 non porta ancora da nessuna parte.

Le colombe svolazzanti dell’inaugurazione hanno lasciato il posto alle carogne dei bovini, infilate nei tombini dove passano i tubi dell’acqua. Grosse pietre e copertoni al posto dei coperchi, lungo una condotta dove si può trovare di tutto.
Difficile dire se si tratta di animali scivolati dentro accidentalmente, oppure spinti laggiù da qualche pastore senza scrupoli, una volta morti.

E poi c’è il deposito delle alghe marce provenienti dal porticciolo di Selinunte.
Una massa fatta non solo di foglie di posidonia arricchite da idrocarburi e sedimenti fognari, ma anche di sassi, bottiglie, grosse corde ed altro materiale che aspetta una diversa collocazione.
Il grosso cumulo si trova lì da più di un anno e, almeno sulle carte del comune, la sua diversa collocazione sarebbe dovuta essere la spiaggia.
Sono gli effetti collaterali di un trucchetto semplice semplice per evitare i costi di smaltimento: far finta che si tratti di alghe spiaggiate, mischiandole con quelle che effettivamente si trovano sul bagnasciuga. In sostanza, dopo averle tirate fuori dall’inquinatissimo porticciolo, vengono posizionate nella spiaggia accanto e, automaticamente, diventano anche quelle “foglie di posidonia spiaggiate”.
Si dirà: ma che differenza vuoi che ci sia?
La differenza c’è. E non è da poco. A parte il “normale” inquinamento da idrocarburi, tipico di qualsiasi porticciolo, si aggiungono degli occasionali sversamenti fognari dal cosiddetto sfioratore di piena, collegato con le vasche di raccolta dei reflui posizionate a pochi metri di distanza.
Ironia della sorte, queste vasche si trovano sotto l’asfalto proprio di fronte ad una banca. Insomma, un caveau. Che però contiene qualcosa di diverso dai lingotti d’oro.
A volte le elettropompe che dovrebbero spingere i reflui verso il depuratore, non funzionano e il tutt’altro che prezioso liquido finisce nelle acque del porto.
Ecco perché i cumuli di alghe non sono tutti uguali. E quello posizionato in via Manganelli è appunto dei peggiori.

Oggi, la via dedicata al capo della Polizia è ancora incompleta, tra alghe marce e carcasse di bovini.
Intanto, almeno fino al punto un cui è stata realizzata, è costata 445 mila euro oltre alla segnaletica orizzontale di 1.386 euro.
E l’unico momento in cui è servita a qualcosa, è stato quando durante i lunghi lavori per la costruzione di una rotonda (474 mila euro), la si è utilizzata come deviazione per oltrepassarla. Collegata ad un grande sentiero polveroso, improvvisato con le ruspe, aveva visto in questi ultimi mesi un po’ di movimento. Adesso è tornata ad essere quello che era prima: una strada senza uscita dedicata all’ex capo della Polizia.

 

Egidio Morici



EA2G | 2024-12-23 14:54:00
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