Un'amministrazione di un Comune siciliano, una volta tanto, cerca di svolgere al meglio il proprio ruolo, in base al diritto di accesso al demanio, e lo fa assumendosi i propri doveri sino in fondo per salvaguardare il sito e la sua incommensurabile bellezza:
1) ingresso a numero chiuso al mare (200 persone, come indicato dal prefetto di Trapani);
2) pulizia e sorveglianza del sito;
3) istituzione del servizio di salvataggio (prima non contemplato dalla presunta virtuosa gestione dei privati);
4) rispetto dell'ordinanza della Capitaneria di Porto riguardo all'uso della spiaggetta adiacente la tonnara, per motivi di sicurezza (spiaggetta in cui i virtuosi privati facevano allegramente accedere i clienti della Tonnare in barba a ogni ordinanza e all'incolumità stessa delle persone).
Dunque, un'amministrazione di un Comune (dal passato difficile e controverso), una volta tanto, lancia un segnale concreto di discontinuità politica e culturale in una terra come la Sicilia dove eventi del genere dovrebbero essere accolti con entusiasmo e incoraggiati, e per tutta risposta, non solo viene attaccato prima dal direttore regionale di Legambiente Sicilia e poi da intellettuali che (nonostante non abbiano mai messo piede in quei luoghi) si improvvisano campioni della difesa di interessi privati in nome di una sorta di pregiudiziale mafiosità o inadeguatezza della pubblica amministrazione siciliana nella gestione dei beni comuni (senza prima informarsi, ad esempio, su una sentenza che ha accusato e rimosso dalla loro funzione gli attuali amministratori privati per gravi irregolarità amministrative e contabili), ma adesso si vede persino ingiuriato con un cartello del genere... che la dice lunga sullo scempio che oggi in Sicilia si sta consumando sull'uso disinvolto e subdolo della retorica dell'antimafia.
Così io da siciliana che conosce e ama quei luoghi penso che, quando finalmente, una volta tanto, un'amministrazione
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s'impegna in un gesto del genere, questo gesto ha un valore simbolico, politico, culturale di tale portate che dovrebbe essere appunto incoraggiato, guardato con orgoglio, considerato una conquista. E invece... viene attaccato, denigrato, accolto con la sufficienza e il cinismo di chi parla di cose che non conosce, servendosi di parole violente e mistificatorie come lo sono sempre i pregiudizi... o di chi ha tutto l'interesse perché le cose in Sicilia rimangano immutate. E lo fa nel modo più subdolo, facendosi campione di un'antimafia che ormai sembra diventato l'ombrello buono per ogni stagione e ogni battaglia.
Così, risulta davvero inspiegabile una siffatta mobilitazione a favore di interessi privati (e speculativi) che con questo ingiurioso cartello rivolto non solo all'amministrazione, ma a tutti coloro che cercando di difendere i beni comuni, dimostrano un tasso di arroganza insopportabile... Un' arroganza e una concezione proprietaria dei beni comuni che fino a oggi, a ben guardare, sono stati il vero cancro della Sicilia.
Evelina Santangelo