Quotidiano “La Sicilia”, crisi continua: chiudono le pagine di Palermo e Trapani. Dopo il licenziamento dei giornalisti ad Antenna Sicilia, un altro segnale di sgretolamento per l’impero editoriale di Ciancio. Già nei mesi passati La Sicilia aveva deciso di diminuire la foliazione delle pagine locali relative alla Sicilia Occidentale, adesso, invece, la mazzata: da martedì scorso non ci sono più direttamente la pagine locali di Palermo, Trapani e delle rispettive province. Una doccia fredda per i tanti collaboratori del quotidiano. Va segnalato, però, che la ristrutturazione del giornale è stata condivisa dal Crd del quotidiano catanese. Assostampa Trapani parla di “duro colpo alla pluralità dell’informazione”:
Non entriamo nel merito di tale scelta, ma non possiamo sottacere come il nostro territorio sia ora privo di una fonte d’informazioni puntuali, imparziali e autorevoli, frutto del lavoro di una redazione che si è sempre qualificata per un’alta professionalità e che nel tempo ha formato decine di colleghi.
Per venticinque anni le cronache, i servizi, le analisi pubblicate sulle pagine dell’edizione trapanese de “La Sicilia” hanno consentito dibattiti e confronti su temi fondamentali per lo sviluppo sociale, culturale, economico e umano. In questi lunghi anni l’edizione trapanese del giornale non ha seguito la facile rotta della comunicazione ma ha posto al centro della sua attività l’impegno di informare quotidianamente i suoi lettori.
Se la collega che ha diretto per anni la redazione trova ora all’interno del giornale una posizione autorevole, resta aperto il problema del gruppo di corrispondenti che da Trapani, Marsala, Alcamo, Castelvetrano, Mazara, Salemi e degli altri piccoli comuni, hanno consentito di acquisire al giornale spazi e affidabilità. A questi colleghi che, pur con magri compensi, hanno svolto un lavoro egregio, l’Associazione Siciliana della Stampa esprime la propria solidarietà.
Assostampa era già intervenuta in merito al licenziamento dei dipendenti di Antenna Sicilia: “Antenna Sicilia rinuncerà completamente all’informazione e all’intrattenimento con il taglio di 16 posti di lavoro tra tecnici e giornalisti, peraltro senza stipendio già da alcuni mesi. Ancora una volta la proprietà riconducibile alla famiglia Ciancio ha deciso tagli drastici senza essere in grado di proporre almeno una traccia di piano industriale, una sola idea di rilancio o di tentativo di frenare la corsa verso il burrone, un’ipotesi anche misera di tutelare i lavoratori e la stessa mission dell’azienda””.
A pesare sui conti del gruppo anche l’istanza di fallimento presentata dai 6 giornalisti di Telecolor licenziati 9 anni fa. “La famiglia Ciancio ha dimostrato di essere un cattivo pagatore non rispettando la sentenza della Cassazione che la condanna al pagamento di quanto dovuto per un licenziamento illegittimo” scrivono in una nota. Infine all’editore Mario Ciancio Sanfilippo sono stati sequestrati 12 milioni di euro tra titoli e azioni depositati in Svizzera oltre che la somma in contanti di 5 milioni. Secondo la Procura avrebbe “apportato un contributo causale a cosa nostra catanese” e a breve si dovrà decidere sull’eventuale processo per concorso esterno all’associazione mafiosa.