17,40 - "Ho trovato un presidente profondamente colpito e scosso, e che ha vissuto quella giornata come un colpo alla propria dignità". Lo dice il segretario regionale del Pd Fausto Raciti in conferenza stampa sul 'caso Crocetta'.
"Prima di preoccuparmi della fiducia verso il presidente della Regione mi preoccupo della veridicità delle intercettazioni, mi sono posto il problema di appurare se l'intercettazione avesse un fondamento, non mi sono posto il problema se fosse credibile o meno. Prima di buttarsi su valutazioni di questo tipo bisogna essere certi della veridicità della materia - ha detto -L'opinione di Crocetta su quanto accaduto dovete chiederla a lui. Non abbiamo avuto contatti ne' ieri ne' oggi e la cosa mi lascia perplesso, devo essere sincero. Sarebbe stata opportuna una consultazione con il segretario regionale del Pd". Rosario Crocetta fino a ieri "non riusciva a definire con chiarezza quali fossero le ragioni" di ciò che stava succedendo. Lo dice il segretario regionale del Pd, Fausto Raciti, in conferenza stampa. "Io non amo leggere le intercettazioni e mi preoccupa ancora di più quando c'è il sospetto che quelle intercettazioni non abbiamo un fondamento. Una crisi politica come quella di ieri - spiega Raciti - le cui ragioni sono oscure è un fatto che colpisce profondamente i diretti interessati".
17,20 - Parla il segretario regionale del Pd, Fausto Raciti: “Le parole del Procuratore Lo Voi mettono un punto sulla questione. E io lo ringrazio per l'alto senso delle istituzioni dimostrato. Adesso bisogna fare chiarezza. Oggi non ci sono ragioni per interrompere la legislatura. Renzi? Non l'ho sentito e ammetto di essere un po' perplesso”.
15,10 - «Mia sorella Rita ieri ha mandato un sms a Rosario Crocetta, scrivendogli di non presentarsi alle manifestazioni in via D’Amelio perché non sarebbe una persona gradita».
Lo ha rivelato Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso dalla mafia, ospite di 24Mattino di Alessandro Milan su Radio 24. «Rita gli ha scritto ieri - puntualizza - dopo che si sono diffuse le prime notizie che davano per certa l’intercettazione che riguarda Crocetta. Lo stesso pensavo io ieri. Ora però sospendo il giudizio. Se le intercettazioni fossero in realtà una macchina del fango sarebbe un atto di sciacallaggio, aspetto che lo dica la magistratura. Ma in questo momento di incertezza Crocetta farebbe bene a evitare di presentarsi. Credo che non si presenterà, forse non l’avrebbe fatto Cuffaro ma Crocetta è una persona più sensibile umanamente».
13,05 - "Quello che dice Crocetta è vero, mi ha licenziato tre anni fa dall'ufficio stampa della Regione. Ma questa vicenda non ha nulla a che fare con l'articolo che ho scritto", dice il giornalista Piero Messina, uno dei due autori dell'articolo pubblicato dall'Espresso. "Si tratta di due vicende - afferma - che non hanno nulla a che vedere. Io faccio il giornalista, cerco solo di raccontare le vicende di cui vengo a conoscenza". Messina nega con decisione che ci possa essere, da parte sua, alcuna vendetta o spirito di rivalsa: "Non ho alcuna acredine nei confronti del Presidente della Regione che ho sempre rispettato per il suo ruolo e le sue funzioni. Io faccio semplicemente il mio mestiere di giornalista e non credo che mi si possa contestare il fatto di volere continuare a svolgere la mia professione".
12,25 - "Non c'è dubbio. C'è stata un'azione di dossieraggio contro di me. Mi hanno distrutto, ucciso, perché è questo che volevano: farmi fuori, eliminarmi. Ci stavano riuscendo, ma tutto sta diventato chiaro e lo diventerà ancora di più. Palermo è un tritacarne, lo sapevo e ne ho la conferma". E' quanto afferma in una intervista a Repubblica il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta che, a Il Fatto, torna a negare di aver mai ascoltato da Tutino le infamie contro Lucia Borsellino, chiede di "indagare piuttosto sull'autore. Chi ha scritto quelle cose?" e afferma che si tratta di "un giornalista licenziato da me" che, aggiunge l'intervistatore, è stato membro dell'ufficio stampa della Regione siciliana. "Io non ho mai sentito questa frase di Tutino - spiega Crocetta a 'Repubblica' - Non ricordo assolutamente nulla del genere. Forse in quel momento non prendeva bene il telefono, ma io no so di cosa si stia parlando. Non escludo che lui l'abbia detta, aveva un rapporto molto conflittuale con la Borsellino, ma di questa storia io non so nulla. Se avessi sentito quella frase non so... avrei provato a raggiungere Tutino per massacrarlo di botte, forse avrei chiamato subito i magistrati. Non so, sono sconvolto. Provo un orrore profondo. Spero che la Procura accerti i fatti".
11,45 - Si è chiuso in silenzio, rifugiandosi nella quiete della sua residenza di Tusa, nel Messinese. Il silenzio in quello che si prospetta per il presidente della Regione, Rosario Crocetta come il giorno del giudizio. Un giudizio politico, questa volta, perché per il governo regionale oggi sarà una giornata decisiva per capire se e per quanto potrà contare sul supporto di una maggioranza stabile.
Oggi alle 15 il Pd incontrerà i giornalisti nella sede regionale per provare a chiarire la posizione del partito nell’Isola. Se da Roma la linea del Pd era orientata verso le elezioni anticipate già in autunno, in Sicilia dopo la smentita della Procura di Palermo sulla frase di Tutino che offendeva i Borsellino, il partito ha frenato.
11,00 - "Non c'è solo l'inchiesta nell'ambito della quale il medico Matteo Tutino è stato arrestato. Ci sono altri filoni di indagine, altri documenti". Lo afferma alla Stampa, Luigi Vicinanza, direttore dell'Espresso, che spiega così la smentita della Procura di Palermo, secondo la quale agli atti "non risulta trascritta alcuna telefonata" con parole di quel tenore contro Lucia Borsellino. "Il dialogo esiste - afferma Vicinanza - ma non fa parte degli atti pubblici, quelli a disposizione delle parti coinvolte. Pertanto ribadiamo quanto pubblicato nel giornale in edicola". Alla domanda se questa telefonata sia stata ascoltata, il direttore replica: "Sì. E' una chiamata che risale al 2013.
Posso confermare che l'audio è sporco, ci sono alcune interferenze. I due parlano con grande confidenza, a tratti in siciliano". Il giornale non è in possesso dell'audio: "Il nostro cronista - spiega - l'ha ascoltato. Poi ha potuto ricopiare la trascrizione". "La conversazione - spiega ancora - fa parte dei fascicoli secretati di uno dei tre filoni di indagine in corso sull'ospedale Villa Sofia di Palermo. Stiamo parlando di oltre 10mila pagine".
07,00 - Si prevede un'altra giornata bollente per la politica siciliana, dopo la grande giornata di paranoia vissuta ieri (e che vi abbiamo raccontato qui minuto per minuto).
«Inevitabili le dimissioni di Crocetta e nuove elezioni. Quelle parole su Lucia Borsellino sono una vergogna inaccettabile». È il sottosegretario Davide Faraone, braccio destro del premier Renzi in Sicilia, a dettare la linea del Partito democratico a livello nazionale. Troppo grave a suo avviso quella frase di offesa a Lucia Borsellino e alla memoria del padre Paolo, il giudice ucciso dalla mafia, che il medico di Crocetta avrebbe detto al telefono al presidente della Regione senza alcuna replica.
Tutto questo, almeno fino alla smentita della Procura. Una frase, quella rivelata da l’Espresso, che fa scattare messaggi di solidarietà dalle più alte cariche dello Stato che sembrano spingere verso la fine anticipata della legislatura. Ma se a Roma torna in primo piano il tema del ritorno alle urne già in autunno, in Sicilia il Pd sceglie la linea della prudenza vista anche la smentita della Procura sull’esistenza di quella intercettazione.
In questo caso, di certo c’è che si è rotto il delicato equilibrio che Crocetta aveva trovato dopo le dimissioni di Lucia Borsellino e la crisi di governo. La nomina del capogruppo del Pd, Baldo Gucciardi, ad assessore alla Sanità aveva fatto rientrare il pericolo di elezioni anticipate e la maggioranza sembrava viaggiare compatta verso la fine della legislatura sostenuta dall’asse Pd-Udc. Poi la notizia che ha tagliato le gambe all’esecutivo. Dopo Faraone, anche il segretario nazionale dello scudocrociato, Lorenzo Cesa, chiede il ritorno alle urne: «Questa vicenda non ha più nulla da dire dal punto di vista politico».
Secondo quanto riportato dal settimanale L'Espresso, Matteo Tutino, primario dell’ospedale palermitano Villa Sofia avrebbe detto in una conversazione telefonica di "fermare e fare fuori Lucia Borsellino", l'ex assessore regionale alla Sanità, dimessasi recentemente. "Va fermata", "come suo padre", Paolo Borsellino, giudice ucciso dalla mafia il 19 luglio 1992 in un attentato di cui domenica ricorre il 23° anniversario . "Dall’altro capo del telefono - scrive l'Espresso - c’è il governatore della Sicilia Rosario Crocetta, che ascolta e tace. Non si indigna, non replica: nessuna reazione di fronte a quel commento".
Poco dopo le 16 arriva però il clamoroso colpo di scena: la Procura di Palermo smentisce l’esistenza dell’intercettazione tra Tutino e Crocetta: “Agli atti dell’ufficio non risulta trascritta alcuna telefonata del tenore di quella pubblicata dalla stampa tra il governatore Crocetta e il dottor Matteo Tutino”. Lo ha detto il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, smentendo così le rivelazioni del settimanale Espresso che hanno portato il Governatore ad autosospendersi. “Ritengo necessario precisare che agli atti di questo ufficio – ha detto Lo Voi – ed in particolare nell’ambito del procedimento, che non risulta trascritta alcuna telefonata tra il Tutino ed il Crocetta del tenore sopra indicato. Analogamente i carabinieri del Nas che hanno condotto le indagini nel suindicato procedimento hanno escluso che una conversazione del suddetto tenore tra i predetti sia contenuta tra quelle registrate nel corso delle operazioni di intercettazione nei confronti del Tutino”.
opo la smentita della Procura, il settimanale L’Espresso, in una nota, “ribadisce quanto pubblicato. La conversazione intercettata tra il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta e il primario Matteo Tutino risale al 2013 e fa parte dei fascicoli segretati di uno dei tre filoni di indagine in corso sull’ospedale Villa Sofia di Palermo”.
In attesa che venga fatta luce sulla vicenda, oggi alle 15 presso la sede del Pd in via Bentivegna a Palermo, il segretario regionale Fausto Raciti incontrerà i giornalisti in merito alle recenti vicende che hanno interessato il Presidente della Regione.