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16/07/2015 12:00:00

Crocetta e Borsellino. La Procura smentisce, ma l'Espresso insiste

19,30 - Riepiloghiamo i fatti della convulsa giornata politica siciliana. Il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, si autosospende dalla carica e attribuisce le sue funzioni al deputato del Pd, Baldo Gucciardi, entrato in giunta solo due giorni fa come assessore alla Salute. La decisione dopo la frase choc del medico Matteo Tutino che al telefono col governatore avrebbe detto "Bisogna far fuori Lucia Borsellino come suo padre". "Non avevo sentito la frase" si giustifica il presidente della Regione Sicilia appena scoppia la bufera. Ma il procuratore della Repubblica di Palermo, Franco Lo Voi, qualche ora dopo smentisce ufficialmente quella dichiarazione telefonica: "Agli atti di questo ufficio non risulta trascritta alcuna telefonata tra Tutino e Crocetta in cui il medico Matteo Tutino avrebbe affermato che Lucia Borsellino va fatta fuori, come suo padre".

La Procura smentisce: "Mai detto". Il procuratore di Palermo Lo Voi ha fatto ascoltare, da questa mattina ad ora, tutte le intercettazioni nell'ambito dell'inchiesta che aveva portato all'arresto di Matteo Tutino per truffa. La Procura ha emesso anche un comunicato stampa.

 

18,55 - "L'Espresso ribadisce quanto pubblicato". E' quanto si legge in una nota della direzione de 'L'Espresso', in merito alla dichiarazione del procuratore della Repubblica di Palermo, Franco Lo Voi, che ha smentito ufficialmente che agli atti dell'inchiesta sul primario dell'ospedale Villa Sofia di Palermo, Matteo Tutino, vi sia la frase "la Borsellino va fermata, va fatta fuori come suo padre". "La conversazione intercettata - continua la nota del settimanale - tra il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta e il primario Matteo Tutino risale al 2013 e fa parte dei fascicoli segretati di uno dei tre filoni di indagine in corso sull'ospedale Villa Sofia di Palermo".

 

18,05 - Un Crocetta disperato si è  presentato al telefono dell'agenzia ANSA: "È vero che la Procura smentisce? Oggi mi hanno ammazzato...". Piange. Singhiozza. "Perchè... perchè", ha ripetuto. "Ma quanto è potente questa mafia che mi vuole fare fuori? Avrei potuto anche farla finita oggi..."

Ma a piangere non è solo lui. L'avvocato Daniele Livreri, difensore di Tutino ha dichiarato: "Il mio assistito, con il quale ho parlato, nega nel modo più assoluto di avere mai pronunciato quella frase su Lucia Borsellino. Me lo ha giurato piangendo. Questa intercettazione inoltre non mi risulta agli atti dell'inchiesta".

17,50 - Clamoroso. Il procuratore della Repubblica di Palermo, Franco Lo Voi, ha smentito ufficialmente che agli atti dell'inchiesta sul primario dell'ospedale Villa Sofia di Palermo, Matteo Tutino, vi sia la frase "la Borsellino va fermata, va fatta fuori come suo padre". Era stato il settimanale 'L'Espresso' a riportare queste parole, sostenendo che Tutino le avrebbe dette durante una conversazione telefonica con il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. Questo il testo integrale della dichiarazione del procuratore Lo Voi:

"Con riferimento a notizie giornalistiche diffuse nella giornata di oggi secondo le quali nel corso di una telefonata intercettata tra il presidente della regione Rosario Crocetta ed il dottore Matteo Tutino quest'ultimo avrebbe affermato che la dottoressa Lucia Borsellino 'va fatta fuori. Come suo padre', ritengo necessario precisare che agli atti di questo ufficio - ed in particolare nell'ambito del procedimento n* 7399/2013/21 non risulta trascritta alcuna telefonata tra il Tutino ed il Crocetta del tenore sopra indicato. Analogamente i carabinieri del Nas che hanno condotto le indagini nel suindicato procedimento hanno escluso che una conversazione del suddetto tenore tra i predetti sia contenuta tra quelle registrate nel corso delle operazioni di intercettazione nei confronti del Tutino".

17,30 -  Il procuratore della Repubblica di Palermo, Franco Lo Voi, ha smentito ufficialmente che agli atti dell'inchiesta sul primario dell'ospedale Villa Sofia di Palermo, Matteo Tutino, vi sia la frase "la Borsellino va fermata, va fatta fuori come suo padre". Era stato il settimanale 'L'Espresso' a riportare queste parole, sostenendo che Tutino le avrebbe dette durante una conversazione telefonica con il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta.

 

17,20 - Milioni di debiti, minacce, autostrade bloccate, ferrovie disastrose, ospedali disastrati, disoccupazione da record. Crocetta togliti dalle scatole e vai a casa. Amici siciliani siete pronti a liberare la vostra bellissima terra?". Così su Facebook il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini

16,20 -  Difficilmente basterà al Pd l'autosospensione di Rosario Crocetta. Lo dicono fonti del Pd nazionale, interpellate alla Camera. La ferita politica che deriva dalla frase su Lucia Borsellino emersa nella telefonata tra il governatore siciliano e il suo medico, è difficile - spiegano - da sanare. La conclusione più probabile del 'caso Crocetta', si osserva da Roma, sono le dimissioni del presidente.

 

16,00 -  Beppe Grillo su Twitter lancia l'hashtag 'Crocetta dimettiti', invitando la Rete a fare pressing sul governatore siciliano affinché faccia un passo indietro: "Fai arrivare a Rosario Crocetta il tuo messaggio con 'CrocettaDimettiti' su Twitter", esorta i suoi follower il leader M5S. Sul social network, Grillo fa partire un vero e proprio 'tweet-bombing', rilanciando ogni tweet che invita Crocetta alle dimissioni.

Al tweet si accompagna un post di Giancarlo Cancelleri, capogruppo M5S in Regione Sicilia. "La memoria di Paolo Borsellino infangata, deturpata, derisa, calpestata - scrive Cancelleri - Crocetta ha oltrepassato ogni limite di indecenza, le intercettazioni divulgate da L'Espresso rivelano un personaggio che insieme alla credibilità politica sembra aver perso la moralità umana. Una storia a perdere che è meglio dimenticare".

"Della bandiera dell'antimafia, così osannata, così abusata, rimane solamente il sapore amaro della strumentalizzazione politica.Ora, nemmeno le dimissioni immediate riuscirebbero a fermare la vergogna. Una Sicilia in ostaggio di un presidente impresentabile", conclude.

 

15,40 - E' in corso una riunione urgente del gruppo del Pd all’Ars sul ciclone abbattutosi su Rosario Crocetta.  Esponenti nazionali e regionali del Partito democratico, compreso il capogruppo Antonello Cracolici, hanno gia’ manifestato l’opportunita’ di decretare la fine del governo Crocetta e della legislatura.

14,20 - Crocetta dice di non aver mai sentito quella frase: "Giuro di non averla mai udita, forse ero in viaggio, in autostrada, in una zona d'ombra. Ma se l'avessi sentita davvero avrei reagito come un dannato, avrei tolto la parola a Tutino. Lui parlava male della Borsellino, è vero, ma ripeto non l'ho sentito dire quella frase. Purtroppo - conclude il presidente - siamo tutti vittime delle telefonate altrui". "Mi auto-sospendo immediatamente da presidente della Regione". Così il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, sull'onda delle polemiche. Crocetta ha nominato come reggente il nuovo assessore alla Sanità Baldo Gucciardi, nominato pochi giorni fa proprio al posto della Borsellino. "Sto inviando una richiesta alla Procura di Palermo per avere un incontro con lo scopo di verificare la portata dell'intercettazione che riguarda Tutino", ha aggiunto il governatore. Per quanto riguarda eventuali dimissioni, Crocetta afferma: "Prenderò la decisione finale nel giro di pochi giorni, dopo gli accertamenti". "Non sono legato alla poltrona, ribadisco la mia estraneità a questa vicenda - sottolinea - Ma quanto sta accadendo è più grave di un attentato fisico. Non intendo mettere la Sicilia nella condizione di subire attacchi, non faccio pagare prezzi al popolo siciliano. Ma di questa vicenda sono solo una vittima".

 Lucia Borsellino commenta la frase ai microfoni del Gr di Rai Sicilia: "Mi sento intimamente offesa e provo un senso di vergogna per loro". Sulla giustificazione data da Crocetta ha risposto glaciale: "Non spetta a me fare commenti al riguardo". Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo e punto di riferimento del movimento "Agende Rosse" attacca: "Quelle intercettazioni tra il medico di Crocetta e lo stesso Presidente in cui Matteo Tutino dice che bisognerebbe fare fuori mia nipote Lucia sono semplicemente gravissime, incredibili e vergognose". "Lui non dice che bisogna farla fuori dall'assessorato ma che bisogna farla fuori come suo padre - dice Salvatore Borsellino - e siccome mi risulta che suo padre è stato ucciso in maniera particolare, è gravissimo. E non perché l'abbia detto Tutino ma perché il presidente Crocetta non l'ha mai reso noto, né ha estromesso Tutino dal suo entourage. Io chiederò conto a Crocetta di questo". Quando viene a sapere che Crocetta sostiene di non avere mai sentito quella frase, replica: "Vuol dire che è stato colpito da una sordità improvvisa e temporanea...". "Fare fuori Lucia come suo padre significa solo una cosa- dice - e trovo assurdo che Crocetta non ne abbia tratto le necessarie conseguenze. Gliene chiederò conto".

 Anche il premier Matteo Renzi, stamattina, ha telefonato a Lucia Borsellino per esprimerle solidarietà. Un gesto che, com'è evidente, ha anche un valore politico, visto che uno dei due interlocutori della conversazione incriminata sarebbe stato Crocetta. Ovvero un presidente della Regione del Pd. Fonti di Palazzo Chigi sottolineano che la chiamata a Lucia Borsellino è stata "la prima telefonata della giornata del premier".

Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha chiamato Lucia Borsellino per esprimerle "sdegno, affettuosa vicinanza e solidarietà per quelle parole che pesano in modo gravissimo e incancellabile sulla coscienza di chi le ha pronunciate". Il ministro Alfano auspica che sia vero quanto affermato dal Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, e cioè che non ha sentito la "irripetibile frase pronunciata dal suo medico" sull'ex assessore alla Sanità.

 Il sottosegretario Davide Faraone non ha dubbi: "Inevitabili dimissioni Crocetta e nuove elezioni. Quelle parole su Lucia Borsellino una vergogna inaccettabile". Nel Pd si apre il fronte che porta alle dimissioni del governatore.

 Il neo assessore alla Salute Baldo Gucciardi, intanto, chiede il licenziamento di Tutino: "Pur nell'assoluto rispettodelle indagini dell'autorità giudiziaria, è di tutta evidenza che le parole pronunciate dal dottor Tutino e riportate oggi da organi di stampa lo rendono, fra l'altro, incompatibile con qualsiasi rapporto giuridico e professionale con un'Azienda sanitaria pubblica. Il direttore generale dell'Azienda Villa Sofia-Cervello svolga le tempestive verifiche del caso - dice Gucciardi - e ponga immediatamente in essere i provvedimenti consequenziali".

12,00 - Il Settimanale L'Espresso, domani in edicola, rivela che, intercettato al telefono, il chirurgo Matteo Tutino, ora agli arresti, parla di Lucia Borsellino, la figlia del magistrato Paolo, ucciso da Cosa Nostra nel 1992, usando queste pesantissime parole: “La Borsellino va fatta fuori come il padre”. E il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, dall’altro capo del telefono, ascolta e tace. Sono parole intercettate pochi mesi fa. A pronunciarle è Matteo Tutino, primario dell’ospedale palermitano Villa Sofia. Crocetta non si indigna, non replica: nessuna reazione di fronte a quel commento macabro nei confronti dell’assessore alla Sanità della sua giunta, scelto come simbolo di legalità in un settore da sempre culla di interessi mafiosi. Scrive L’Espresso:

Rosario Crocetta e Matteo Tutino hanno condiviso molto. Il chirurgo estetico da anni è il suo medico personale. Un rapporto intenso, proseguito fino all’intervento della magistratura che il 29 giugno lo ha arrestato con l’accusa di falso, abuso d’ufficio, truffa e peculato, contestando un intreccio perverso tra incarichi pubblici e affari privati. Anche in quelle ore, Tutino ha chiamato Crocetta sul cellulare per avvertire il più famoso dei suoi pazienti: «Mi stanno arrestando». Non ha avuto nessun sostegno, soltanto il consiglio di rivolgersi a un buon avvocato. Gli stralci di queste intercettazioni sono confermate dai magistrati e dagli investigatori che lavorano all’inchiesta: questa volta, dicono, «si va fino in fondo». L’indagine è solo all’inizio e promette un autunno caldissimo nei palazzi del potere palermitano. Ma il primo effetto è arrivato proprio con le dimissioni di Lucia Borsellino, per scelta etica e perché ha scoperto di essere bersaglio delle offese del medico personale del suo presidente. Il segnale arriverà forte e chiaro: né Lucia, né i suoi familiari parteciperanno quest’anno alla commemorazione della strage di via D’Amelio.

 

 

 



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