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16/07/2015 15:51:00

Marsala. Abusi sessuali sulla nipotina. Contannato a 7 anni

 Sette anni e sette giorni di carcere, un risarcimento danni “provvisionale” di 30 mila euro da pagare alla parte civile e interdizione perpetua dai pubblici uffici. E’ stato questo il verdetto del gup Francesco Parrinello al termine del processo con rito abbreviato al 74enne marsalese che lo scorso novembre fu posto agli arresti domiciliari dalla polizia per abusi sessuali aggravati e continuati su una bambina che all'epoca dei fatti aveva sei anni. Per l’anziano imputato il pm Buscarino aveva invocato una pena inferiore a quella inflitta dal giudice. Il rappresentante dell’accusa, infatti, aveva chiesto la condanna a 5 anni e 4 mesi di carcere. L’indagine sul presunto “orco”, al quale il gup Parrinello ha confermato gli arresti domiciliari, fu coordinata dal sostituto procuratore Nicola Scalabrini. L’imputato è stato difeso dall’avvocato Nino Buffa, mentre la parte civile (il padre della bambina, che per altro è parente del presunto pedofilo) è stata assistita dall’avvocato Gaetano Di Bartolo. Nel corso del processo, l’avvocato Buffa ha sostenuto l’innocenza del suo assistito. “Per questo motivo – dice il legale - ho chiesto il giudizio con il rito abbreviato condizionato all’audizione di una testimone”. Testimonianza che, comunque, non è apparsa decisiva. “L’anziano – ha, infatti, dichiarato una donna della sfera familiare, nonché vicina di casa - incontrava la bambina quando questa era a casa mia e mai ho notato fatti o comportamenti strani. Non ero presente quando, talvolta, scendevano giù per qualche minuto a vedere il cane”. I fatti contestati risalgono a circa sei-sette anni fa. L’indagine prese le mosse da alcune confidenze che la piccola, orfana di madre, fece a una sua insegnante. Teatro di presunti abusi è stato il quartiere popolare di Amabilina. Lo scorso 20 gennaio, nell’incidente probatorio, la giovanissima presunta vittima confermò le accuse. Anche se per l’avvocato Buffa la ragazza “non si è mostrata molto serena” e inoltre si sarebbe “contraddetta” sull’epoca dei fatti. “Prima – ha spiegato il legale – ha detto che le avances le avrebbe subìto quando aveva quattro anni. Poi, invece, quando ne aveva sei”. L’avvocato Buffa, inoltre, ha evidenziato che “la perizia ginecologica non ha accertato abusi sessuali”. Per il legale si sarebbe trattato solo di baci. Anche questi, però, vista l’età della piccola, configurano il reato di abusi sessuali. L’anziano imputato è parente (zio acquisito) della bambina. Le indagini sul caso furono avviate a seguito di una segnalazione dell’insegnante della piccola, con cui questa si era confidata. Gli abusi sarebbero stati commessi quando la bambina veniva affidata all’anziano dai suoi genitori affinché vi badasse quando loro erano al lavoro o comunque fuori casa. Dopo la segnalazione dell’insegnante, la piccola fu ascoltata nella stanza ‘’Arcobaleno’’ della questura. Rivelazioni che, secondo l’accusa, avrebbero trovato successivamente riscontro, secondo gli investigatori, anche nelle consulenze di una psicologa e di una ginecologa.



Giudiziaria | 2024-07-23 17:32:00
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