di Dino Agate - Ho fatto una scommessa con un anziano architetto marsalese, sull'approvazione del Piano Regolatore Generale. Secondo me, il sindaco ce la farà a mantenere l'impegno assunto nel programma elettorale, ed a fare approvare il Piano dal consiglio comunale. Secondo l'architetto, resteremo ancora a lungo senza Piano Regolatore, perché Marsala é in un certo senso unica nel non fare.
Il Piano Regolatore Generale, secondo la legge urbanistica del 1942, doveva essere approvato dai comuni di una certa dimensione, Marsala tra questi. Una trentina di anni fa sembrò che dovesse essere approvato, quando le amministrazioni di centro sinistra diedero l'incarico di redigerlo all'architetto Tosi. Non ci fu il tempo di approvarlo perché i partiti, che si stavano adoperando per farlo, furono travolti da Tangentopoli. E' stata poi una ripetuta promessa di tutte le successive amministrazioni, ma il risultato é stato zero. Ora, il massimo strumento urbanistico, che dovrebbe regolamentare tutta l'attività edificatoria del territorio, é di nuovo tra le cose importanti e prioritarie da fare nell'agenda della nuova amministrazione. Ma tra il dire ed il fare c'é di mezzo il mare. Un mare infido e burrascoso, ha sostenuto il conoscente architetto, con cui ho scommesso. Mi ha spiegato che, per poterlo approvare, occorrerebbe un sindaco capace di svincolarsi dai condizionamenti contrapposti dei portatori degli interessi particolari. Secondo lui, nemmeno Alberto Di Girolamo ci riuscirà. Mi ha spiegato, l'architetto, che se si tratterà davvero del Piano, il sindaco avrà la giacca tirata da una parte da uno, mentre l'altro lembo della giacca gli sarà tirata da un altro. Quest'uno e quest'altro sono portatori di interessi rilevanti. Ci sono persone che hanno acquistato terre, che sperano di inserirle con una certa edificabilità nel Piano. Altri hanno fatto la stessa cosa in luoghi diversi, ma il Piano non potrà contentare tutti, perché ci sono parametri generali di edificabilità che non potranno essere superati. Allora, nella contrapposizione degli interessi particolari, il sindaco dovrà scegliere, e scegliendo di andare incontro alle esigenze di uno, scontenterà l'altro. Ne andrà a questo punto la tenuta della sua maggioranza in consiglio, perché i diversi interessi hanno a Sala delle Lapidi i loro referenti. Non basterà al sindaco, per imporsi, di avere la sua maggioranza. Anche tra i componenti della maggioranza si faranno sentire gli interessi esterni, e basterebbe un paio di cambi di casacca per mettere in crisi la sua amministrazione.
In linea di massima, e con l'esperienza del passato, devo dire che l'architetto ha ragione. Solo che io ho scommesso per l'approvazione del Piano. Perché mi sono fatto così ardito? Di solito sono riflessivo, ed anche stavolta ho le mie ragioni. Penso che il sindaco saprà valutare qual é l'interesse generale riguardo alla regolamentazione urbanistica del territorio, e farà le scelte più giuste. Poi le imporrà all'approvazione. Se farà questo in tempi relativamente brevi, prima di arrivare a metà del suo mandato, ha l'arma del ricatto nei confronti dei consiglieri. "O mi approvate il Piano, o mi dimetto e faccio sciogliere il consiglio!" Questa minaccia, che in politica non costituisce violazione di norme penali, é l'unica che farebbe ragionare i consiglieri. Di fronte al terrore di andarsene tutti a casa dopo un paio d'anni di amministrazione, sicuramente si arrenderebbero. Perché un conto é tutelare gli interessi dei loro clienti, continuando a restare seduti a Palazzo 7 Aprile, ed un altro conto é abbandonare baracca e burattini, ed affrontare una nuova campagna elettorale dall'esito incerto. E se non riuscissero più ad essere eletti? Ecco, è per questo ragionamento che ho scommesso a favore dell'approvazione del Piano Regolatore. Ma se il sindaco non si dimostrerà "per bene" perderò la scommessa.
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