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07/07/2015 06:30:00

Dopo Palermo si punta a Mozia patrimonio Unesco. Ma quante prese in giro in 40 anni...

Dopo il percorso Arabo-Normanno di Palermo, Monreale e Cefalù, tocca alle saline di Mozia inserirsi nella lista dei siti patrimonio dell'umanità Unesco. Almeno così ha annunciato l'assessore regionale ai Beni culturali Antonio Purpura che ha assicurato tutto l'aiuto possibile per raggiungere questo risultato. Ma Mozia, che appartiene a una fondazione privata, e che insiste nella laguna dello stagnone davanti Marsala, non è nuova a queste promesse. Si sentono dire da oltre 40 anni. E, ad esempio, il riconoscimento palermitano nasce da un cambio di rotta dell'ultimo minuto, anni fa, da parte dell'ex assessore Armao.

Il riconoscimento del percorso Palermitano, è costato 135 milioni di euro di fondi comunitari spesi, dal 2000 al 2013, per il recupero e la valorizzazione dei siti inseriti nel percorso arabo-normanno di Palermo e le cattedrali di Cefalù e Monreale.
Una beffa, anche per Marsala, che nel corso degli anni non è riuscita a valorizzare lo stagnone, maltrattandolo più che si poteva.
Mozia potrebbe essere l'ottavo bene materiale patrimonio Unesco siciliano. Ci vuole tanta organizzazione e interventi concreti. In Sicilia, però, c'è da dire che i siti Unesco non se la passano bene. Come quelli di Siracusa e Pantalica e di Agrigento. Il riconoscimento è avvenuto ormai diversi anni fa, ma ci sono ancora dei problemi ambientali. Su tutti ad Agrigento, con le case abusive costruite con vista templi. Bello smacco per tutti.
La Sicilia rischia di perdere i siti, mentre fioccano le proposte.
L’ennesimo tentativo per far riconoscere le Saline e lo Stagnone come patrimonio Unesco è partito un paio di mesi fa. Questa volta non è un’iniziativa isolata dei comuni su cui insistono le Saline, quindi Marsala, Trapani e Paceco. Ma è un’iniziativa unitaria che riguarda un’area territoriale vasta, quella della zona costiera delle Saline che passano per Marsala, Paceco e Trapani. A Palermo, in un tavolo tecnico con l'assessore Purpura, si è parlato di esaminare con gli Stakeholder (Istituzionali e Privati) una ipotesi di progetto di candidatura a Sito UNESCO nella Sicilia Occidentale, dell’Area vasta delle Saline che comprende la Riserva dello Stagnone di Marsala e la Riserva Naturale Orientata di Trapani e Paceco.  Più che il posto però si vorrebbe premiare la pratica millenaria di raccolta del sale, un po' lo stesso riconoscimento ottenuto da Pantelleria con il suo Passito.
Chiedere il riconoscimento delle saline del trapanese per ottenere fondi comunitari. E’ questo in sostanza il motivo dell’istituzione del tavolo tecnico per portare avanti la candidatura. La prossima tappa sarà quella di avviare una fase di studio scientifico preliminare, dove il “Sale Marino di Trapani” (di recente valorizzato con il marchio I.G.P.) e la sua storia millenaria, saranno avviati al percorso di candidatura per ricevere il prestigioso riconoscimento. Il “Fil Blanche” del Sale marino di Trapani, Marsala e Paceco è infatti quello della totale eco sostenibilità di una produzione industriale tradizionale del territorio, grazie all’utilizzo dell’acqua di mare come materia prima, del sole e del vento come fonti energetiche, ma anche quello di aver rappresentato una sorta di “Frigorifero della storia”, per il suo impiego millenario nella salagione e conservazione delle derrate alimentari.
Questo non è l’unico tentativo messo in moto per far riconoscere le Saline come patrimonio Unesco. Ovviamente tutti falliti, spesso messi in moto in maniera grossolana. Marsala ci prova da 40 anni a far entrare nella prestigiosa lista Mozia e le Saline. Gli ultimi tentativi sono stati fatti dall’amministrazione Galfano, con la consulenza di Fabio D'Anna che coordinava la commissione di esperti appositamente costituita.
Venne poi Carini, che annunciò l'impegno diretto dell'allora ministro Sandro Bondi. Poi ci ha provato anche Giulia Adamo, ma non si è mai concluso nulla. Anche la Provincia regionale di Trapani ci ha provato. Nel 2010, dopo due ore di “appassionato ed unitario dibattito” il consiglio provinciale approva una mozione che non lascia spazio a perdite di tempo. Il documento, in particolare, ”impegna l’Amministrazione della Provincia Regionale di Trapani a farsi promotrice della costituzione di un comitato permanente a sostegno della candidatura del sito “La Civiltà fenicio-punica in Italia, Isola di Mozia e Lilybeo” quale patrimonio dell’Umanità riconosciuto dall’UNESCO”. Tale comitato avrebbe dovuto coinvolgere la stessa Provincia Regionale di Trapani, il Comune di Marsala, la Regione Siciliana, la Sovrintendenza ai beni culturali, la Fondazione Whitaker, le Università siciliane, il mondo della scuola e le associazioni culturali e scientifiche interessate alla materia. Curiosità: la Regione non aderì a quella proposta. L’Assessore regionale alla cultura, Armao, aveva cambiato idea, e aveva annunciato di lavorare per fare diventare patrimonio Unesco l'itinerario arabo-normanno di Palermo, Monreale e Cefalu'. Ecco qui, che bella beffa. 



STUDIO VIRA | 2025-04-09 10:50:00
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