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04/07/2015 06:45:00

Sicilia, alla Sanità inizia con i "saggi" il dopo Borsellino. Conti, nuovo stop da Roma

 Vediamo di fare un po’ d’ordine sulle vicende politiche che interessano la Sicilia e che riguardano, per il governo Crocetta, due fronti. Uno quello delle dimissioni di Lucia Borsellino dalla sanità. E un altro quello dei conti da risanare, e di una trattativa con Roma per evitare un nuovo buco di bilancio, calcolato tra i 300 milioni e il miliardo di euro.

BORSELLINO.  Lucia Borsellino ha ufficializzato le sue dimissioni, che erano state anticipate da lei giorni prima. Scrive Borsellino nella sua lettera d’addio:  «Prevalenti ragioni di ordine etico e morale e quindi personale, sempre più inconciliabili con la prosecuzione del mio mandato, mi spingono a questa decisione anche in considerazione del percorso professionale di oltre vent’anni in seno all’amministrazione regionale della Salute. La stessa amministrazione che negli ultimi anni, mi ha visto chiamata in prima linea a profondere l’impegno e l’esperienza maturata, insieme con tanti altri colleghi e operatori del “sistema”, nel rilancio del Servizio sanitario regionale». Per l’ormai ex assessore Borsellino, «vari, purtroppo, sono stati gli accadimenti che hanno aggredito la credibilità dell’istituzione sanitaria che sono stata chiamata a rappresentare e, quindi, alla mia persona».  Lucia Borsellino ha concluso la sua lunga missiva, ringraziando il presidente della Regione per il delicato incarico che le aveva voluto affidare,«assicurandole che non verrò meno certamente, indipendentemente da una decisione che investe più direttamente la mia professione e la mia vita, ad un impegno civico che cercherò di continuare ad onorare con il contributo anche da semplice cittadina»

Crocetta si è preso l’interim della Sanità: “Lucia Borsellino continuerà ad avere il mio totale sostegno, con la convinzione che la sua battaglia per una società e per una sanità migliori, non si fermerà”. “Le dimissioni – prosegue – mi hanno posto delle riflessioni. La prima quella della ragion di Stato che vorrebbe evitare la crisi di governo e un possibile effetto domino persino incontrollabile, in una fase difficile per la Sicilia e con i possibili danni derivanti per l’immagine del governo”. “La seconda riflessione è quella – osserva – che viene dettata dal cuore, che mi porta non solo a comprendere quella scelta ma persino a condividerla, perché avrei fatto lo stesso quando per due anni e mezzo l’impegno instancabile e incessante per l’efficienza del sistema sanitario e il contrasto al malaffare, non sono stati politicamente e mediaticamente valorizzati, mentre singoli fatti non riconducibili all’azione di governo sono stati esasperati e rimbalzati a livello nazionale”.

 Intanto, Crocetta ha nominato un «comitato di saggi» che intende istituzionalizzare. I «saggi» sono: Bruno Gridelli, direttore dell’Ismett; Francesco Basile, preside della Facoltà di Medicina e chirurgia di Catania; Gaspare Gulotta, direttore della scuola di specializzazione in chirurgia generale dell’università di Palermo; Marco Restuccia, direttore generale del Policlinico di Messina; Antonio Candela, direttore generale dell’Asp di Palermo; il Ragioniere generale della Regione, Salvatore Sammartano e i due dirigenti generali dell’assessorato alla Salute, Ignazio Tozzo e Gaetano Chiaro.  Per Marco Falcone (Forza Italia): «Le dimissioni di Lucia Borsellino motivate, come lei stessa ha dichiarato, da “ragioni di ordine etico e morale”, confermano quanto da noi denunciato in questi anni: cioè l’ipocrita e falsa operazione di facciata propinata da Crocetta ma clamorosamente smentita dai fatti e oggi inappellabilmente condannata dallo stesso assessore dimissionario».  Per il presidente della commissione Affari istituzionali dell’Ars, Antonello Cracolici, «Queste dimissioni segnano la vera crisi del governo Crocetta».

IL BUCO.  Solo lunedì la Regione saprà se ha un altro buco da 300 milioni nel bilancio: un’emergenza che metterebbe a rischio già da questo mese gli stipendi di forestali, precari, Pip e i finanziamenti ordinari ai Comuni. Alessandro Baccei è a Roma per provare a evitare che lo Stato impugni un articolo chiave del bilancio approvato due mesi fa,quello che prevede in entrata 300 milioni frutto di imposte maturate in Sicilia ma pagate altrove. Queste somme dovrebbero essere garantite alla Regione dallo Stato, che però ora non vuole riconoscerle. Mentre preoccupa di meno il rischio che venga impugnata anche la possibilità di pagare con i fondi destinati allo sviluppo i 700 milioni circa che lo Stato chiede a ogni Regione come «aiuto» al risanamento dei conti nazionali. Almeno questa norma, secondo l’assessore Baccei, è quasi salva.L’emergenza riguarda dunque i 300 milioni, senza i quali Baccei dovrebbe bloccare la spesa subito. L’assessore ieri è stato al ministero dell’Economia e ha provato a suggerire una soluzione, che passerebbe dall’inserimento di un emendamento a favore della Sicilia nella prima legge utile che il Parlamento nazionale si troverà a esaminare.