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17/06/2015 06:45:00

I roghi e il Monte Erice. La Sicilia brucia solo d'estate

 Un incendio doloso ha devastato il monte Erice, uno dei luoghi più struggenti e poetici al mondo. L’idea stessa che un criminale abbia potuto appiccare un fuoco a quelli che per lui sono soltanto alberi e non il concreto esserci della bellezza, mi costringe a cercare un livello diverso per giudicare un fatto come questo.
Bruciare Erice è come far brillare con la dinamite, giusto per farci il pietrisco, il Partenone. Ma non è neppure come ridurre in briciole i templi lamaisti in Tibet, come fece l’esercito di Mao, o la distruzione dei Buddha, ad opera dei Taliban, perché se l’ideologia ha una sua trama nichilista, in un caso come questo non c’è ombra di consapevolezza, si tratta di una specie di teppismo da sottosviluppati. Buttano cherosene senza essere mai sopraffatti dal sublime su cui pisciano perché poi se la Sicilia è proprio quel cesso di posto che è diventato, lo è diventato grazie a noi siciliani. I famosi sottosviluppati che, ahimè, votano alle elezioni.
Tutti questi fuochi si sa, servono a dare lavoro agli stagionali. E gli stagionali - si sa anche questo - votano alle elezioni. Nessun industria, o meglio, se si escludono le possibilità di sopravvivenza affidate alle pensioni di vecchiaia e invalidità, come la forestale in Sicilia può occupare 28.000 persone. Un’enormità se si pensa che in tutta la Lombardia sono meno di 500. Sarà per questo che in Sicilia i forestali impiegati a tempo indeterminato sono appena 803. Poi ci sono i 22mila precari dipendenti dell’assessorato all’agricoltura, e gli 8mila dipendenti dell’assessorato al Territorio: lavorano 6 mesi l’anno e da giugno a dicembre guadagnano 1.200 euro al mese, pagati dalla buttanissima Regione come la chiama Buttafuoco. Gli altri sei mesi invece, sono a carico dell’Inps. Per stipendiare precari e assunti a tempo indeterminato la Regione Sicilia spende 450 milioni di euro l’anno, mentre l’Inps 180 milioni. Adesso la nuova Finanziaria regionale ha approvato tagli per 150 milioni: il risultato è un orario di lavoro inferiore per i precari, che però sono riusciti a limitare i danni salvando il posto.
Ed ecco il risultato. La forestale diventa non solo ente di assistenza, ma sistema di elemosina a lavoro stagionale. Non è un caso se la Sicilia, bruci solo d’estate. E durante l’estate che si raggiuge il massimo di potenza. E quando la potenza è massima, scatta il salvavita. Tutti gridano al fuoco al fuoco, sapendo di non pagare mai la bolletta. Ha voglia canadair. Hai voglia il cielo di aprire tutta la bottoniera e far cadere la pioggia, dalle nove e mezzo del mattino fino a mezzogiorno e mezza. Di Erice e della Sicilia, in realtà, non gliene fotte niente a nessuno. E allora lasciamola bruciare. Occorre finire quello che si è iniziato.

Giuseppe Passalacqua



Lettere & Opinioni | 2024-11-21 12:07:00
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