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19/05/2015 12:06:00

Fazio al "Coordinamento delle Autonomie Speciali". Ecco cosa ha detto

  Il capogruppo del Gruppo Misto, on. Girolamo Fazio, in rappresentanza dell'ARS e su delega del presidente, Giovanni Ardizzone, ha partecipato stamani, presso la sede del Consiglio Regionale sardo, a Cagliari, alla riunione del Coordinamento delle Autonomie Speciali nell'ambito della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, ed alla stesura del documento finale, una «riflessione comune sui temi della specialità alla luce delle riforme costituzionali in esame in Parlamento ed ai confronti avvenuti in sede di audizioni parlamentari».
Il contenuto del documento finale, sintesi dei diversi interventi dei rappresentanti delle diverse Regioni a statuto speciale, traccia un percorso comune di confronto con il Governo ed il Parlamento nazionali «ineludibile - afferma l'on. Fazio - di fronte alle costanti tentazioni di centralizzazione dello Stato e di fronte alle manovre della politica romana di non riconoscere le prerogative e le specialità delle Regioni, e di sfuggire alla responsabilità di aver quasi cancellato alcune delle conquiste di autonomia del passato».
«Sono molto felice - continua Fazio - di aver rappresentato il Parlamento Siciliano e di aver dato un contributo, di conoscenza ed idee sulla base di studi specifici sull'autonomia regionale siciliana, alla stesura della dichiarazione congiunta che pone in rilievo l'urgenza di indispensabili adeguamenti normativi ai diversi statuti speciali regionali; non fosse altro per l'introduzione di alcuni elementi innovativi e per l'eliminazione di quelle norme che ormai per diverse ragioni non hanno più motivo di esistere negli statuti perché superate storicamente: si pensi, per esempio in Sicilia, alla recente eliminazione del Commissario dello Stato».
La conferenza tornerà a riunirsi il prossimo 10 luglio in Val d'Aosta. «Sarà una attività intensa - conclude Fazio - perche andiamo incontro ad un periodo di profonde riforme istituzionali e costituzionali. Da un lato è comprensibile e necessario innovare, dall'altro è doveroso mantenere quanto di positivo ci è stato lasciato dai costituenti del passato. Le specialità non sono state frutto di scelte politiche contingenti ma elaborazioni normative nel rispetto di caratteristiche peculiari del territorio, sociali ed economiche alcune delle quali ancora attuali, altre ancora, come scritto nel documento di sintesi "hanno assunto nel tempo profili nuovi e pongono talora esigenze più pressanti"».



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