Quantcast
×
 
 
01/05/2015 20:35:00

La guerriglia a Milano per l'inaugurazione di Expo 2015

 di Leonardo Agate -    Un paio di giorni fa, negli Stati Uniti, una mamma ha riconosciuto il figlio contestatore, travestito da guerrigliero, che fronteggiava con i compagni la polizia. L'ha raggiunto, e a suon di ceffoni e spintoni l'ha riportato a casa. Ce ne vorrebbero di più di queste mamme nel mondo, ed in queste ore in Italia.

A Milano, il corteo No Expo sta facendo danni. Brucia macchine, incendia sedi di banche e negozi, disselcia il pavimento delle strade e ne usa le pietre per colpire. Lancia bombe di carta. I contestatori, del genere cosiddetto antagonisti ed anarchici, sono per lo più irriconoscibili, in jeans, giubbotti o giubboni, passamontagna e caschi in testa. Nelle mani bastoni, bottiglie di birra, che bevono e poi lanciano, oggetti contundenti per l'offesa. Le forze dell'ordine, carabinieri e polizia, sono in numero maggiore: a fronte di circa 500 contestatori stanno 2.000 unità. Quel che si vede dai filmati trasmessi in queste ore, le forze dell'ordine devono avere avuto ordini severi di evitare ogni scontro con i dimostranti. Non si sa mai che ci scappino i morti. Succederebbe un finimondo, indipendentemente dal fatto che gli eventuali malcapitati la morte se la sarebbero andata a cercare. Per pochi morti sulle strade della guerriglia sono stati messi in crisi governi.

Nel diffuso buonismo, i governo italiano non sa come fronteggiarli. Li prevede, e manda la polizia e i carabinieri. Ma sono forze demoralizzate e sulla difensiva. La Repubblica ha paura. Sa di non essere coesa, e trasmette questa sua insicurezza a chi dovrebbe far rispettare l'ordine. Ma questa non é più vera democrazia, che dovrebbe contenere il dissenso nel Parlamento, dove i rappresentanti del popolo dovrebbero dialogare o scontrarsi, per risolvere i problemi della società. La nostra appare come una democrazia malata, che la recessione economica da qualche anno rende più precaria.

L'indice di disoccupazione é del 13 per cento. Quello, in particolare, dei giovani é di gran lunga superiore. I giovani cercano lavoro e non lo trovano. Se studiano molti anni fino alla laurea, una volta laureati restano ugualmente disoccupati. I ricchi diventano sempre più ricchi, a fronte di una fascia di persone, ormai milioni, che sopravvivono a stento.

Il disagio nella società c'é, e può sfociare nella ribellione e nell'anarchia. Nel clima della guerriglia prevista ed immancabilmente arrivata, al Parlamento si baloccano con la legge elettorale. Come se la sera cinque milioni di persone - tanti sono quelli inclusi nella fascia della povertà - potessero ammannire a cena pane ed Italicum.

leonardoagate1@gmail.com