I Presidenti degli Ordini dei Medici della Sicilia esprimono un giudizio fortemente negativo sui contenuti della bozza d’intesa Stato-Regioni e soprattutto sugli emendamenti presentati dalle Regioni che, sottolinea una nota, "se confermati mettono a serio rischio il diritto alla salute dei cittadini. Con questa manovra continua il progetto di smantellamento del servizio nazionale. Abbandonati gli obiettivi di salute, si seguono solo logiche economiche con l’aggravante che tutto viene giustificato con il tentativo di ridurre gli sprechi combattendo l’inappropriatezza!".
"La popolazione deve sapere - proseguono - che si è superato ogni limite, perché per ottenere risultati economici si vuole limitare la libertà professionale dei medici che saranno costretti ad operare in condizioni inaccettabili dovendo sacrificare quello che è meglio per il paziente a vantaggio di ciò che è più conveniente per l’azienda sanitaria".
Nel primo caso, avvertono, "il rischio severo è quello di violare il giuramento di Ippocrate con possibili ripercussioni penali per il professionista inadempiente, nel caso, invece, di presunte condotte inappropriate avverso l’Azienda il rischio è quello di pagare a livello personale col proprio patrimonio. Ancora più sconcertanti sono le dichiarazioni dell’Assessore Borsellino apparse sulla stampa. Infatti, si auspica e si inneggia alla responsabilità personale e patrimoniale dei medici. Tutto ciò in nome dell’appropriatezza, peccato che la stessa sia determinata e controllata solo da chi segue le logiche economiche".
Paradossale, aggiungono, che "le Regioni, dopo anni di gestione censurabile della sanità, nel momento in cui sono chiamate a rispondere dell’attività gestionale l’unica soluzione che prospettano ed attuano è quella dei tagli, ma solo di quelli assistenziali senza mai incidere sull’apparato burocratico che anzi aumenta la sua influenza ed i suoi costi".
I Presidenti degli Ordini della Sicilia, pur ribadendo la disponibilità alla collaborazione, concludono, "non resteranno passivi e si faranno promotori di incontri con le organizzazioni sindacali, le associazioni dei cittadini, gli esponenti della società civile per organizzare una campagna informativa con ogni mezzo possibile (conferenze, gazebi, studi medici aperti fuori orario, ecc.) affinché i cittadini siano informati del loro futuro assistenziale".