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23/04/2015 06:35:00

Salemi. Il 70° della Liberazione con tanti eventi per non dimenticare

Per la prima volta dopo anni, Salemi celebra la festa della Liberazione in occasione del suo 70° anniversario, con un programma intenso che prevede, tra l’altro, un incontro con le scuole, uno spettacolo teatrale e una mostra fotografica. Ad organizzare gli eventi : il “Centro Studi Vero Felice Monti” e l’Associazione Teatrale “Cuncuma”, a cui hanno aderito l’Istituto Comprensivo “Giuseppe Garibaldi”, l’ANPI (l’Associazione Nazionale Partigiani Italiani), l’Associazione “Peppino Impastato” e l’Associazione “Giovani di Salemi”. Il tutto sotto il patrocinio dell’Assemblea Regionale Siciliana e del Comune di Salemi.

Le celebrazioni hanno avuto inizio lunedì scorso con l’iniziativa dal titolo 'La liberazione raccontata ai giovani', un incontro con le scuole della città a cui ha partecipato, tra gli altri, Letizia Colajanni, dell'Anpi (Associazione nazionale partigiani d'Italia). L'incontro è avvenuto in mattinata presso i locali della scuola media 'Giuseppe Garibaldi'. Giovedì sera sarà la volta di 'Quel 12 agosto', spettacolo teatrale di Silvio Spisso e Marco Bagarella. La rappresentazione avverrà sul palcoscenico del Centro Kim. L’inizio è previsto a partite dalle 21. “Quella del 23 è un'anteprima e non una prima” – ci sottolinea il visionario regista e coautore della piece Marco Bagarella- “... il testo è stato scritto in poco più di un mese e meno di un mese abbiamo avuto per provarlo... per me era una cosa da fare per l'anniversario della strage (quindi il 12 agosto di quest'anno) e non ora, ma... ma quando le cose te le organizzano gli altri e tutto diventa un frullato... beh, lasciamo perdere e speriamo di essere almeno al 70%..”. Ben conosciuto dagli amici, Marco Bagarella certamente non si distingue per un inguaribile ottimismo e per una fluviale loquacità. Anche stavolta a stento riusciamo a strappargli qualche breve anticipazione sui contenuti del suo ultimo lavoro teatrale. Di cosa si tratta? Azzardiamo a chiedere. “Si narra della strage di Castiglione di Sicilia avvenuta il dodici agosto del ’43 – ci spiega molto sinteticamente- il nostro vuole essere uno spettacolo 'non di parte', assolutamente pacifista ed animato da due numi tutelari... Placido Rizzotto, partigiano e vittima della mafia - infatti noi diciamo che, dopo la liberazione, in Sicilia ha inizio la vera resistenza - ed Albert Einstein, che scrisse come sia impossibile umanizzare la guerra... la si può solo abolire!...” Come mai avete pensato ad un episodio tutto sommato poco conosciuto della Resistenza Italiana? Cosa vi ha spinto a quel giorno lontano e anonimo ai più? “ ‘Quel 12 Agosto’ nasce dal bisogno – oltre che dalla volontà – di riprendere un tragitto di memoria e di affermazione identitaria. Se può suonare banale, banale alla fine – noi crediamo – non lo sia. Con il lavoro di ricerca, di ambientazione e di caratterizzazione dei personaggi legati all’eccidio nazista di Castiglione di Sicilia (avvenuto appunto nell’agosto del ’43), il percorso che abbiamo compiuto ci appare concreto.”

Una sorta di viaggio mentale nel tempo, ci pare di capire. “Proprio così! È la scommessa su cui abbiamo costruito la nostra opera; è possibile edificare un viaggio mentale nel tempo, fotografare la storia nel suo istante dell’accadere e riportarla sul fronte dell’attualità senza con-formarla all’oggi? Ecco in cosa ci siamo imbattuti. Nell’invincibile deformare ciò che è stato disimparato da tutti, un mettere nuovamente mano alle cose non con la malizia degli artisti, non con la vigliaccheria degli intellettuali ma con la saggezza del nostro povero umanesimo”. Altro non aggiunge, Bagarella, e con l’inveterata modestia che da sempre lo contraddistingue, pone termine al nostro incontro con un sorriso, dicendo con toni dimessi: ”Siamo degli artigiani della parola, siamo delle figure di luce e di ombra, siamo dei cantastorie di paese; mai delle maschere, men che meno dei commedianti. Il nostro palcoscenico ideale, sentimentale, è la strada. La piazza. Null’altro ci ha spinto a legare questa zattera di testo al mare aperto della condizione umana, alla sofferenza infinita della storia della nostra isola. Dopo Castiglione, Pian della Ginestra. Dopo la Liberazione, la nostra Resistenza. Un ricordo che vuole durare ancora, tanto che speriamo questo lavoro sia solo il primo di un serie di opere che, con temi e toni molteplici, ravvivino la riflessione sugli anni che vanno dal 1940 al 1990. Anni lunghissimi, cruciali. Dimenticati.” Protagonista della serata sarà il non mai abbastanza apprezzato attore Silvio Spisso, già noto per le sue pregevoli prestazioni sui palcoscenici siciliani. La preziosa e inimitabile voce della cantante Monia Grassa ( coadiuvata dalle sue allieve Michelle e Ivana Quintale) avrà la funzione unificatrice all’interno del testo recitato e che forse ha l’intento di evocare la tradizione, tutta popolare e tipicamente isolana, del cantastorie che peregrinava per le piazze della Sicilia.

Venerdì, infine, a chiusura del ciclo di manifestazioni si terrà una conferenza, nei locali del castello, sul tema "Repubblica e resistenza: ieri e oggi, nord e sud uniti". All'incontro, fissato per le 17, interverranno, fra gli altri (unica nota stonata: un elenco affollato di nomi tipico della passerella), il docente di Storia contemporanea, Giuseppe Carlo Marino e il sindaco di Salemi, Domenico Venuti,

Sempre a partire da venerdì, e fino al 3 maggio, rimarrà aperta la Mostra fotografica "25 aprile - Per non dimenticare - Storie e cronache della resistenza", allestita nei saloni del Castello di Salemi. Insieme con la mostra anche un percorso didattico.

 

Franco Ciro Lo Re