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21/04/2015 06:45:00

Università di Trapani. Si aspetta la finanziaria all'Ars. Ma quanto convengono i Poli?

 Il Polo non si tocca, e basta. Gli studenti di Trapani continuano la mobilitazione, ad organizzare incontri, dibattiti sulla situazione del Polo trapanese che, in attesa della finanziaria regionale, corre il rischio di chiudere i battenti. Mancano all’appello 850 mila euro che fino a due anni fa garantiva l’ex Provincia di Trapani. E si guarda a Palermo, in attesa di capire cosa farà l’Ars con la finanziaria,  che dovrebbe cominciare a discutersi il 24 aprile, dove dovrebbero essere previste delle somme e un regolamento chiaro sui consorzi.
Il deputato regionale Mimmo Fazio ha presentato un emendamento per aggiungere 816 mila euro al capitolo sui Consorzi Universitari, reperendo le somme dai fondi globali. Se dovesse passare l’emendamento il capitolo dei Consorzi Universitari torna 5 milioni di euro complessivi, gli stessi assegnati lo scorso anno con la legge di stabilità, già frutto dei tagli. “Fino ad oggi – spiega Fazio – il Governo Regionale, nonostante periodici roboanti proclami, non ha fatto nulla per i Consorzi, a parte metterli a rischio di chiusura, nell’impossibilità di elaborare i bilanci ed esporli a i rilevanti danni economici e limiti operativi e didattici”. Nei giorni scorsi intanto è stato approvato in commissione all’Ars l’emendamento che obbliga i Liberi consorzi dei Comuni a sostenere finanziariamente i Consorzi universitari e le istituzioni culturali già partecipate dalle ex Province regionali. L’emendamento è a firma dei deputati Pd Baldo Gucciardi, Antonella Milazzo, e Paolo Ruggirello: “è un passo importante che servirà a tutelare il mondo accademico siciliano e garantire il regolare percorso formativo degli studenti”, ha detto Gucciardi.
“E’ un percorso che il Partito Democratico ha seguito fin dall’inizio con attenzione – spiega Gucciardi. Il capogruppo del Pd all’Ars nei giorni scorsi si è incontrato con l’assessore regionale alla Formazione, Mariella Lo Bello che ha assicurato che i commissari strordinari delle ex Province riceveranno chiare indicazioni su come distribuire le risorse economiche ai consorzi universitari.
Il segretario provinciale della Uil Eugenio Tumbarello ha scritto una lettera ai parlamentari del Trapanese sollecitandoli a “mettere in campo ogni opportuna azione per ricercare una soluzione alla problematica, in modo da mantenere in vita il Polo, fondamentale istituzione per lo sviluppo del nostro Territorio. Non appare secondaria – aggiunge infine Tumbarello - l’eventuale perdita di parecchi posti di lavoro che aggraverebbero ulteriormente la già pesante crisi lavorativa di Trapani”.
La situazione, sembra, si stia dirigendo in una via più positiva, rispetto alle preoccupazioni delle scorse settimane. Anche se gli studenti sono sempre sul chi vive. Ieri c’è stato anche una conferenza su “Il decentramento universitario secondo la vigente normativa. Prospettive a confronto”. Con i docenti Vito Ferro e Fabrizio Micari, candidati alla carica di rettore, il prof Silvio Mazzarese, presidente del Polo, il prof. Mario Serio, presidente del Consorzio Universitario, il prof. Giuseppe Giaimo e il prof. Ignazio Tardia, componenti del cda del Consorzio.
Polemiche, proteste, dichiarazioni più o meno convinte dei politici di ogni ordine e grado. Ci vogliono soldi, e tanti per mantenere in vita i Consorzi universitari. C’è chi dice che sono una risorsa e che ne vale la pena, c’è chi li vede solo come un peso per le casse pubbliche e che il gioco non vale la candela. I consorzi universitari in Sicilia sono tre, oltre Trapani c’è Caltanissetta ed Agrigento. Sono stati istituiti per dare la possibilità di studiare agli studenti meno agiati che risiedono lontano dai maggiori centri di Catania, Messina e Palermo. Quanto costa e quanto produce un consorzio universitario lo dice un’inchiesta del Quotidiano di Sicilia riportando i dati all’anno accademico 2013/2014.

“Ad Agrigento la percentuale di laureati sul numero di iscritti è pari al 15,3%, a Trapani del 18,9% e a Caltanissetta del 10,2%. Cifre comunque inferiori, come si evince dai dati del Miur, a quelle dell’Università di Palermo, che con poco meno di 8 mila laureati (7.995) su 37.306 iscritti raggiunge i 21,4 punti percentuali. In altri termini, a fronte di un costo complessivo di circa 7 milioni di euro l’anno, nei Consorzi universitari della Sicilia si laureano poco più di 500 studenti”.

 

Il costo medio per ogni consorzio universitario è di 2,3 milioni di euro, e dal 1991, anno in cui sono stati attivati i tre Consorzi, ad oggi si è raggiunta la spesa di 51 milioni di euro. Il più costoso è il consorzio universitario di Agrigento, che costa circa 4,5 milioni di euro, con 15 dipendenti.
A Trapani ci sono 16 dipendenti e nell’ultimo anno accademico si è raggiunta una spesa di 1,6 milioni di euro. Caltanissetta ha un solo dipendente e il costo è di 806 mila euro. Per il resto si va avanti con le convenzioni