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14/04/2015 06:30:00

Caos strade in Sicilia. Ma quanto è sicuro lo scorrimento veloce di Marsala?

 C'è la Sicilia spaccata in due dopo il cedimento di un viadotto nell'autostrada A19 Palermo-Catania. Il viadotto in bilico mette sempre di più in discussione la sicurezze delle strade siciliane. L'Anas e la Regione sono i principali imputati in disastri del genere. E non andando troppo lontani c'è da guardare con attenzione anche le strade della provincia di Trapani, c'è da guardare lo scorrimento veloce di Marsala. Quanto è sicuro?
Pochi giorni fa è stato riaperto dopo l’ultima chiusura disposta dal comandante dei Vigili Urbani di Marsala per permettere gli interventi urgenti di ripristino delle condizioni di sicurezza, venute a mancare a causa di infiltrazioni d'acqua, dalla caduta dell’intonaco e  dal conseguente pericolo di crollo all'interno della prima galleria, quella più corta.Ogni sei mesi circa, lo scorrimento veloce viene chiuso al traffico. E’ successo nel 2014, ad ottobre 2013, ancora una chiusura straordinaria, preceduta qualche giorno prima da una nota del presidente del consiglio comunale Sturiano, nata dalle tante segnalazioni fatte dai cittadini, e con la quale, la seconda carica comunale chiedeva con urgenza, gli interventi di scerbatura, potatura e pulitura del verde che costeggia la strada,  auspicando che per il futuro venisse assicurato il servizio di manutenzione ordinaria del verde e del manto stradale, che puntualmente non si è verificato. E ancora, una chiusura a settembre 2013, ad ottobre 2012, a febbraio e marzo 2012, giugno e luglio 2010, dicembre 2009, solo per ricordarne alcune. Chiusure e interventi, richiesti, non solo dai cittadini attraverso le loro segnalazioni ma anche dai rappresentanti sindacali,  che hanno indicato di volta in volta un pericolo diverso che qui vogliamo ricordare. Per la strada: asfalto ricco di buche e avvallamenti, mancanza di segnali stradali adeguati, ristagni d’acqua sulla carreggiata.   Per quel che riguarda le due gallerie: manto stradale sconnesso e  pericoloso;  impianto di illuminazione poco efficace e spesso spento; mancano di un impianto di aerazione,  di  stazioni di emergenza, destinate all'alloggiamento di strumenti di sicurezza per la chiamata dei soccorsi ed estintori;  manca l'impianto antincendio con erogazione idrica e gli impianti per la chiusura della galleria in situazioni di emergenza;  mancano gli impianti per la trasmissione radio ad uso servizi di pronto intervento;  gli impianti per l'alimentazione elettrica d'emergenza e gli impianti automatici per la rilevazione degli incendi.  Entrambe, poi, presentano  costanti infiltrazioni d'acqua, causa più volte di allagamenti della sede stradale, che fra i diversi problemi è quello che più preoccupa, specie per la seconda galleria (andando verso Birgi), quella più lunga,  dove, con la presenza di una sorgente d’acqua, difficilmente si potrà risolvere definitivamente. E infatti, viste le abbondanti piogge degli ultimi mesi, la quantità d’acqua che si vede scorrere ai lati e lungo i canali di scolo è davvero impressionante e molto probabilmente porterà a breve ad una nuova chiusura. Purtroppo gli interventi di messa in sicurezza non sono mai stati radicali, nè hanno visto l’interessamento forte delle istituzioni che potesse finalmente risolvere una volta per tutte le criticità di questa strada. Anzi, alla fine si sono risolti con la diminuzione del limite di velocità a 50 Km/h, che per una statale a scorrimento veloce è tutto dire. Altro problema è la presenza di un viadotto che rischia di crollare, con la base del ponte che poco a poco si sta sgretolando sempre più sotto le intemperie. Poi c'è da sistemare i giunti nell'ultimo viadotto prima di arrivare a Birgi, e la messa in sicurezza delle pareti che sorreggono le collinette ai bordi della carreggiata. Queste e altre criticità mettono in pericolo ogni giorni gli automobilisti. La scorsa settimana fa lo scorrimento veloce è stato chiuso e riaperto per due volte in pochi giorni. Sono stati fatti interventi di "rattoppo" ma nulla di consistente. Ci vogliono tanti soldi, dice Luigi Palmeri, dirigente del Settore Lavori Pubblici al Comune di Marsala. "Abbiamo mandato una relazione con gli interventi urgenti da fare alla Regione, staremo a vedere". Ma a Palermo hanno altro a cui pensare.
Quella dello s.v. Marsala-Birgi,  è una delle tante storie che ci raccontano la vita travagliata delle opere o infrastrutture pubbliche italiane, realizzate con superficialità, inefficienza o incapacità professionali e mai con una responsabilità certa, quando finisce bene, su chi ha causato danni economici e disservizi. Infrastrutture e grandi opere, viste le recenti inchieste giudiziarie, che in Italia dovrebbero essere sotto la vigilanza continua di un comitato di controllo e sicurezza.  Fra i paesi industrializzati siamo all’ultimo posto per la presenza  di grandi opere che contribuiscano  al cambiamento e al miglioramento del Paese, ma in questo caso, nessuno chiede una strada futuribile e con tutti i confort ma solo che sia realmente sicura.